La
Rivoluzione Agatea vide la definitiva distruzione dell'
Impero Agateo e il sorgere di
Azar, per mano di
potenti avventurieri e dei loro alleati, mortali e non.
Premesse
Nel tardo 34° secolo, l'Impero Agateo era all'apogeo della sua forza. La
Rivoluzione delle Macchine aveva iniziato a portare una prosperità materiale senza precedenti. Il boom demografico aveva favorito le ambizioni espansioniste della corona e gli eserciti agatei,
più grandi e meglio equipaggiati che mai, guidati dal talentuoso
Themiston II avevano pacificato la
Costa degli Skald e l'
Ossirand settentrionale.
Tuttavia le fondamenta dell'Impero tremavano. La rapida espansione dell'industria e delle città aveva creato nuove classi sociali che le tradizionali strutture imperiali faticavano a inquadrare nel proprio sistema. Antichi diritti e tradizioni feudali cozzavano con le pretese della modernità. La
Guerra del Lansatz era parsa il sintomo peggiore di queste tensioni, ma i sistemi creati per evitarne una ripetizione non riuscivano a risolvere le crescenti contraddizioni in seno all'Impero.
In questo contesto, un
gruppo di ribelli iniziò a complottare un atto di radicale rivolta, che avrebbe abbattuto la struttura di
Agatha per rimpiazzarla con
uno stato di concezione completamente nuova. Le loro ragioni erano diverse, i loro obiettivi talvolta
inconciliabili, ma le forze che seppero scatenare colpirono l'Impero laddove era più vulnerabile, determinandone infine il crollo.
Azioni preparatorie
Nessun piano per rovesciare Agatha poteva ignorare due fondamentali precedenti storici: gli
Oscuramenti di Agatha. In passato, quando la capitale era stata minacciata di distruzione, potenti e misteriosi effetti magici erano intervenuti a isolarla e in ultimo a salvarla. Anche col collasso del governo agateo, la salvezza della capitale ne aveva infine determinato il ritorno. Attaccare Agatha senza capire e prevenire un possibile Oscuramento sarebbe stato inutile.
Tanto importante fu questa cerca per i
ribelli che nella loro cronistoria ufficiale fanno risalire al suo coronamento l'inizio della Rivoluzione. Dopo complesse indagini, essi penetrarono nella
Ridotta di Taranis e lì scoprirono il
Grande Censore, i cui poteri avevano per millenni tenuto segreta la natura degli Oscuramenti, dando loro finalmente una visione chiara di come avrebbero dovuto agire.
Nel frattempo, Pellegrigia, col supporto di
Fijit ed
Exter, andava organizzando gli elementi rivoluzionari della società agatea stessa, in preparazione di quanto sarebbe venuto. Il patto fu formalizzato con la costituzione della
Lega Meccanica, che impegnava i membri al supporto reciproco con l'obiettivo di promuovere gli interessi dell'industria a scapito delle istituzioni feudali.
I grandi disastri
Armati di queste conoscenze, i ribelli scoccarono i primi fendenti contro l'Impero. Con la
liberazione della strega Holdyn e il
Grande Incendio dell'Ossirand, l'Impero Agateo fu costretto a dividere le proprie forze e la propria attenzione fra due fronti lontani e complessi.
Ad
Argyras, Themiston risolse per una fulminea invasione, sperando di porre fine alla dilagante corruzione immonda prima che potesse spargersi. I ribelli lo colpirono spietatamente, detonando un potentissimo esplosivo che distrusse la città e l'esercito. Themiston si salvò solo grazie all'intervento diretto del dio
Pelor; tuttavia, questa iniziativa costituiva una grave violazione delle
Leggi Planari che, assieme ai
precedenti, portò Pelor a subire l'
Interdetto di A'vun. La principale chiesa agatea si trovò depotenziata, chierci e paladini privati dei propri poteri divini proprio nel momento in cui l'Impero ne aveva più bisogno.
La cattura dei Veri Nomi e il tracollo del pantheon agateo
Grazie alle loro indagini, i ribelli avevano scoperto che gli Oscuramenti incanalavano
illegittimamente il potere degli dei del pantheon agateo:
Pelor,
Heironeous e
St. Cuthbert. Il meccanismo che lo rendeva possibile, la
Caverna dei Nomi, fu il successivo bersaglio della ribellione.
Con un'operazione di raffinata infiltrazione, i ribelli riuscirono a penetrare nell'antro nonostante le sue estreme difese magiche. Qui, dando fondo a tutte le proprie riserve di potere e di sapienza, riuscirono non solo a disabilitare il meccanismo, impedendo ulteriori Oscuramenti, ma a catturare i Veri Nomi dei tre déi, iscritti nella Caverna come focus del potere celestiale.
Fino all'incursione nella ridotta di Taranis, i poteri del Grande Censore avevano oscurato la natura della Caverna perfino agli déi stessi il cui potere essa aveva convogliato. Con la sua cattura, il dio
St. Cuthbert riacquisì la conoscenza del suo ruolo nella massiccia violazione delle
Leggi Planari. In ossequio ai propri principi, quando la nascente dea
Brigh reclamò il suo potere grazie al possesso del suo Vero Nome, consegnato da
Jaret, St. Cuthbert accettò di cedere il passo, come punizione per i propri crimini. La Chiesa della Legge, come quella del Sole, si trovò così tagliata fuori dal proprio potere, anche se una nutrita minoranza di chierici e paladini passarono al servizio della nuova Dea dell'Invenzione.
L'Impero scopre la congiura
Traditori all'interno della
Lega Meccanica, spaventati dalla rapida evoluzione degli eventi, svelarono all'
Inquisizione la sua esistenza e i nomi dei suoi appartenenti. In un'operazione altamente coordinata, le forze agatee pur private del potere di St. Cuthbert riuscirono a catturare buona parte degli industriali ribelli; solo l'intervento dei
diabolisti permise la fuga di alcuni di loro, che si votarono in seguito del tutto alla causa del rovesciamento di Agatha.
Indagini e sospetti si sparsero dalla congiura a macchina di leopardo, con l'effetto però di diffondere il terrore di nuove purghe fra le classi industriali; di conseguenza, molti iniziarono a nutrire segreti propositi di tradimento, risolvendo di passare dalla parte dei ribelli se l'Impero avesse scelto di dare la stretta alle attività e ai privilegi degli industriali. Con discrezione, agenti di Pellegrigia raccolsero informazioni su questi potenziali seguaci, gettando le basi per la futura costituzione di un fronte ribelle più esteso.
La Guardia della Morte e la caduta di Heironeous
I ribelli scelsero di mettere all'asta gli altri due Veri Nomi.
Notte Vivente si assicurò il Vero Nome di
Pelor cedendo ai ribelli un enorme esercito non-morto, la futura
Guardia della Morte.
Gatuu fu invece obbligato dal suo dio Juiblex a consegnargli il Vero Nome di Heironeous; il Dio del Valore intervenne, causando in risposta l'arrivo di
Hextor e del suo luogotenente
Donovan. Gli sforzi combinati degli immondi riuscirono a sopraffarre Heironeous, indebolendolo fino al punto che Donovan riuscì a possederlo. Tuttavia, i piani dell'arcidiavolo di sfruttare il Dio del Valore per portare la disastro le sfere celestiali andarono in fumo: fu scoperto e costretto alla fuga, liberando Heironeous.
Le forze celestiali scelsero di sferrare un massiccio attacco diretto contro Notte Vivente presso
Scaoth. Nella successiva battaglia,
Hextor utilizzò il Vero Nome di
Heironeous per uccidere il fratello, imprigionandolo in una spada forgiata per l'occasione da
Exter.
Agenti celesti riuscirono però ad approfittare del caos per rubare il cristallo necroforo di Notte Vivente, fonte del suo potere divino, portando a uno stallo fra le due fazioni.
Il massacro di Westgate
Approfittando della situazione,
Fijit ed
Exter misero in moto un piano da lungo preparato e che avevano tenuto segreto anche ai loro alelati. Mentre Fijit, agente del caos, aveva coltivato le proprie relazioni coi
Cavalieri dell'Apocalisse, Exter era andato allineandosi a
Hextor. I due fratelli simularono un'inconciliabile differenza di vedute: Fijit, alleata alle forze daemoniache, prese il possesso di
Westgate, predisponendo una rituale che avrebbe sovraccaricato la leyline che dalla città raggiungeva Agatha e buona parte del territorio imperiale, minacciando di portare distruzione su vastissima scala.
Hextor, tronfio della sua agognata vittoria sul fratello, scese in battaglia in prima persona, affiancato da Exter, proponendosi di distruggere i daemon prima che potessero danneggiare quello che pianificava sarebbe stato un suo futuro dominio. Al momento cruciale della battaglia i leader delle due fazioni si incontrarono presso il fulcro del rituale distruttivo. Gli déi esterni erano convinti di ripetere la battaglia di Scaoth, regolando i propri conti fra loro coi mortali in ruoli subalterni. Fu allora che Fijit ed Exter rivelarono la propria trappola: dimostrando poteri molto superiori a quanto sospettato da alcuni dei loro alleati, caddero su di essi con abbacinante furia distruttiva, colpendoli alle spalle e distruggendoli in un attacco a sorpresa decisivo; le anime dei tre déi furono catturate per impedirne la resurrezione sul piano d'origine.
A seguito della battaglia, Fijit ed Exter utilizzarono i poteri appena rivelati per parlare direttamente alle divinità esterne coinvolte nella guerra, intimando loro di cedere il passo ai mortali per quanto riguardava gli affari del Piano Materiale, proclamando per la prima volta una delle dottrine centrali dell'
azarismo.
Esplode la guerra aperta
Con la morte di Hextor e di due dei quattro Cavalieri, le forze immonde subirono un duro colpo, riavvicinandole all'equilibrio con quelle celestiali, ma perdurava comunque l'impasse fra le due fazioni: con Notte Vivente che deteneva il Vero Nome di Pelor e quest'ultimo il suo cristallo necroforo, nessuno dei due déi poteva muovere apertamente né consentire ai propri seguaci di fare azioni avventate.
Lo stallo fu rotto da un'inaspettata iniziativa di
Brigh. La neonata dea, bisognosa di alleati e timorosa di una ritorsione dei cieli per il suo ruolo nella fine di St. Cuthbert, organizzò un complesso piano: inviò
Exter a prendere Notte Vivente, a quel punto ostaggio di fatto di
Asmodeus, promettendole la libertà e il suo cristallo. Esso era in effetti presente, per accordo con
Pelor che aveva convinto
Thaiken a consegnarlo. Quando Notte Vivente giunse alla corte di Brigh, fu distratta dalla presentazione del cristallo, dando a
Nocticula l'occasione di pugnarlarla alle spalle e ucciderla. Pelor riacquistò il proprio Vero Nome; Nocticula, consumando il potere del cristallo e con l'aiuto di Pelor, ascese a divinità, affrancandosi al contempo dal Male ed elevando
Thaiken a suo araldo.
Brigh si era in questo modo guadagnata il rispetto pur guardingo dei celestiali, nonché l'amicizia di un'altra nuova potente divinità con una milleniaria esperienza di complotti planari. Ma aveva anche rotto lo stallo fra le due fazioni: celestiali e immondi, e i loro seguaci mortali, nel caos generale si gettarono gli uni sugli altri. I ribelli, padroni sulla carta della
Guardia della Morte ma privi della divinità che la animava, elessero Arvedui l'Antico a sua nuova guida, primo atto di manifesta istituzione religiosa della ribellione, e iniziarono a pianificarne l'arrivo sul Piano Materiale, mentre
Gatuu scatenava le forze sotto il proprio controllo per incrementare il caos.
La caduta di Agatha
Decisi a sferrare un colpo decisivo, che portasse a un rapido tracollo dell'
Impero Agateo e aprisse a un'altrettanto rapida conquista, i ribelli predispero un attacco contro la capitale,
Agatha. Schierarono reggimenti della Guardia della Morte all'interno di semipiani sparsi per la città, mentre le melme di
Gatuu strisciavano lungo il fondale marino per circondare la città.
All'apertura dei semipiani, i non-morti comparsero direttamente in città, aggirando le difese perimetrali e ingaggiando una furibonda mischia per le strade. Le melme presero d'assalto i porti, ormai circondati su tutti i lati, che offrirono comunque una strenua resistenza fino all'arrivo del
Tarrasque. La creatura, richiamata in modi e per ragioni a tuttoggi non chiare, scavò una scia di distruzione dal porto fino alla sommità della città, per poi teletrasportarsi o essere teletrasportata sulla verticale del palazzo imperiale. La sua caduta fu fermata da potenti difese magiche, che lo smembrarono, spargendone i brandelli per tutto l'abitato.
La denotazione del Tarrasque cambiò in corsa i piani dei ribelli, che inviarono la
Kormoran ad evacuare i civili prima che fossero irrimediabilmente avvelenati dalle esalazioni mutagene della bestia. A questo punto ebbe luogo l'atto finale dell'assalto: i
leader ribelli penetrarono la Cerchia Sacra e ingaggiarono battaglia con gli eroi imperiali, sconfiggendoli in furibondi combattimenti nei sotterranei, dove tre
portali erano stati predisposti per consentire l'arrivo di rinforzi e l'evacuazione dei difensori in caso di sconfitta.
Col trionfo nella battaglia sotto il Palazzo e la distruzione dei portali, i ribelli poterono portare a conclusione il proprio assalto:
Donovan giunse con una guardia del corpo dei suoi
diavoli d'élite, aiutando a completare la distruzione delle forze agatee. L'Imperatore
Themiston II cadde in battaglia. A causa dell'irrimediabile contaminazione dell'abitato, e per impedire che potesse divenire un punto di raccolta per nostalgici e futuri ribelli, Agatha fu completamente distrutta, in modo che non ne rimanesse alcuna traccia.
Eruzione della fossa di Varklops
Non erano passati che giorni dalla distruzione di
Agatha che un'altra calamità scosse l'Impero. Nell'estremo nord lo
Shezar, dopo aver distrutto un esercito imperiale con l'aiuto di
Hab e aver assoggettato al suo volere l'
Impero Saruthi, utilizzò il potere della sua regina
Vankrist per riaprire le brecce planari della
Fossa di Varklops.
La sequenza di terremoti ed eruzioni non colpì direttamente i territori imperiali, ma i conseguenti maremoti, tempeste ed oscuramenti solari devastarono il commercio marittimo e l'agricoltura, già provati dalla lunga sequenza di distruzioni precedenti. Le forze dell'Impero Agateo, sparse in lungo e in largo e private di una guida centrale, si trovarono così scoordinate, largamente impossibilitate e spostarsi e obbligate a far fronte a crisi locali di estrema gravità.
Il fronte ribelle si sfalda
Nel giro di pochi mesi, disastri naturali, il tracollo del Pantheon e le sconfitte militari avevano messo in ginocchio l'Impero Agateo, che pur rimaneva una forza di enorme potere e grande autorità fra la popolazione. I ribelli sapevano di dover non potersi far sfuggire il favore del momento.
Mentre la
Guardia della Morte iniziava a dispiegarsi sul territorio agateo, dimostrando numeri e forza soverchiante, gli agenti di Pellegrigia e
Jim avviavano convergenti attività di propaganda e sovversione per ottenere la lealtà di settori chiave della società agatea.
Tuttavia, nel giro di poco il fronte ribelle iniziò a sfaldrsi. Con la distruzione di
Agatha,
Jaret considerò compiuto il suo ruolo e si ritirò per dedicarsi all'eremo di
An Tarab. Incoraggiato da questo allontamento, pochi giorni dopo
Gatuu tradì il fronte ribelle, rivelando un'agenda di pura distruzione; fu sconfitto e costretto alla fuga, ma i suoi seguaci scatenarono ciononostante insensati attacchi contro tutto e contro tutti, mirando a fare più danni possibili e peggiorando ancora di più la situazione.
Soppressione della resistenza agatea
Dando fondo alle proprie abilità magiche, e reclutanto ovunque possibile nuovi capaci seguaci, i ribelli si affrettarono a questo punto a consolidare la propria posizione, dispiegando la
Guardia della Morte tramite
portali per prendere il controllo dei centri più importanti, riportare l'ordine e ripristinare i traffici economici essenziali.
In questa azione fu fondamentale la costante opera diplomatica, tramite la quale essi si accreditarono come un nuovo credibile potere, alternativo ad
Agatha e anzi migliore di esso. L'uso di non-morti, inviso alla popolazione, si rivelò chiave soprattutto nelle campagne, dove la
cressetra rossa scatenata da
Gatuu minacciava di consolidare la montante carestia; in questa funzione, e grazie a un'incessante attività di promozione, i non-morti iniziarono a conoscere una prima riluttante accettazione.
Vi erano anche però tendenze contrarie. Dove i propagandisti ribelli cercavano di riabilitarli come utili strumenti, le intransigenti azioni dell'esercito necromantico sotto il controllo di Arvedui l'Antico rinforzavano invece l'atavica paura della popolazione nei loro confronti. Pur condividendo formalmente il comando coi compagni, l'influenza di Arvedui come divinità cui pregavano i chierici dell'esercito rendeva questi ultimi più assetati di sangue, impazienti e brutali. L'efficacia nel distruggere le forze filo-agatee in combattimento rischiava di essere minata dalla creazione di nuovi oppositori.
Il diastro di Eastgate, l'assassinio di Arvedui e la costituzione del Pantheon
Dopo un difficile primo anno, in cui i ribelli si erano battuti su tutti fronti per imporre il proprio nuovo ordine ed eliminare l'opposizione, la situazione sembrava stabilizzarsi; rimanevano solo poche regioni in mano alle forze imperiali, e in particolare
Eastgate.
La grande città pelorita, centro nevralgico del culto solare e rifugio di profughi fuggiti da Agatha stessa, si era dimostrata assolutamente indisponibile alla resa. Nel nonas del 3389, dopo il fallimento degli ultimi negoziati, Arvedui ordinò l'attacco. Per eliminare la resistenza di chierici, fra cui molti affiliati alle chiese minori mantenevano intatti i propri poteri, decretò il dispiagamento di terrificanti armi ad energia negativa di sua concezione.
Il loro effetto concentrato fu più devastante di quanto chiunque, salvo forse Arvedui stesso, immaginasse: aprì un breccia verso il Piano dell'Energia Negativa, sterminando gli abitanti della città e rendendola inaccessibile ai viventi.
Fu l'atto che convise gli altri leader ribelli della necessità di rimuovere Arvedui.
Fijit ne scovò e distrusse il filatterio, dando modo a
Menmarch di aggredire e distruggere il lich in battaglia.
Con l'assassinio di Arvedui, la
Guardia della Morte si trovò nuovamente senza un dio da cui trarre potere. I ribelli capirono a questo punto che era necessario regolarizzare la questione, trovando una soluzione al problema della magia divina, senza la quale sarebbe stato difficile costituire un reame funzionante.
Essi unirono i propri poteri mitici per dare vita un'entità mistica, proposta da Pellegrigia e progettata da
Exter e
Menmarch: il
Pantheon. Grazie ad esso, gli autoproclamati
Dei-Eroi amministravano collettivamente la magia divina, senza possibilità di influenze individuali indebite che potessero ripetere il disastro di Arvediu; oltre a ridare forza alla
Guardia della Morte, essi potevano ora reclutare chierici propri, trovandone presto molti fra le masse di mortali stupefatti dal loro potere e persuasi dalle loro filosofie.
Proclamazione di Azar
Contemporaneamente alla fondazione del Pantheon, gli
Dei-Eroi proclamarono ufficialmente la nascita della loro nazione, la Repubblica di
Azar. In suo nome un nuovo governo, nuove leggi e nuove filosofie sarebbero state date ai popoli del precedente Impero Agateo, che veniva dichiarato debellato e cessato.
I primi provvedimenti di Azar definirono un nuovo radicale corso: abolirono privilegi e titoli feudali, legalizzarono pratiche e creature precedentemente condannate, e stabilirono una riorganizzazione della società lungo le linee dettate da una
nuova filosofia. Pellegrigia assunse un ruolo di guida negli sforzi di ricostruzione, mentre i suoi compagni si dedicavano già a progetti ulteriori: nel corso dell'anno successivo sarebbe stata lanciata ufficialmente la
Rivelazione, mentre la
Guardia della Morte veniva preparata per un nuovo grande confiltto nel
Sottosuolo.
La Rivoluzione Agatea veniva dichiarata compiuta. Gli
esuli agatei terminarono in questo periodo la fuga dalla neonata
Azar, principalmente verso le città dell'
Ossirand meridionale e del Noachis orientale. Fra i
Mille Principati, alcuni iniziarono cautamente ad aprire canali di contatto con lo stato che ormai sembrava aver preso decisamente controllo dei territori al loro nord. Le
Patrie Naniche accolsero grandi numeri di rifugiati nanici, proclamando dimostrata la follia di vivere nelle enclavi agatee, ma restando per il momento fuori da scontri diretti con Azar.
Nei piani esterni, l'impatto della Rivoluzione fu forse anche maggiore. Tre grandi déi del bene e quattro del male erano periti.
Donovan era sorto a prendere il posto di
Hextor, abbandonando il titolo di arcidiavolo ma rimanendo in stretti rapporti con
Asmodeus, che aveva consolidato il suo ruolo di broker degli equilibri planari.
Ragathiel era tornato, pieno di furia e desiderio di vendetta; sarebbe stato affiancato dalla signora empirea Vildeis nel suo proposito di rettificare la situazione.