La
distruzione di Agatha, capitale dell'
Impero Agateo, si compì nella notte fra il 13 e il 14 Eptas 3389
CA, ad opera dei futuri
Dei-Eroi di Azar e dei loro alleati, nel contesto della
Rivoluzione Agatea. Anche se il governo agateo sopravvisse, la morte di
Themiston II e la perdita della capitale sono considerati data convenzionale della fine dell'
Impero Agateo.
Prodromi
L'invasione della
Ridotta di Taranis permise ai ribelli agatei di scoprire l'esistenza e il funzionamento della
Caverna dei Nomi, tramite la quale erano stati possibili di
Oscuramenti di Agatha, difesa ultima e insuperabile della città. Il 17 Nonas 3388, la Caverna fu espugnata e i
Veri Nomi di
Pelor,
Heironeous e
St. Cuthbert furono asportati, rendendo impossibili futuri Oscuramenti. Il 27 dello stesso mese,
Brigh ricevette da
Jaret il Vero Nome di St. Cuthbert; il Dio della Giustizia intervenne personalmente, accettando la sconfitta come giusta punizione per il suo coinvolgimento negli Oscuramenti, in violazione delle
Leggi Planari. Con questo atto, uno dei tre dei del pantheon agateo fu perduto, togliendo i poteri ai suoi chierici e paladini, fondamentali per le forze armate e l'apparato di sicurezza imperiale, soprattutto a seguito dell'
Interdetto di A'vun che aveva tolto i poteri ai seguaci di
Pelor.
L'Impero non rimase inerme. La
Lega Meccanica, organizzazione segreta di
industriali magifatturieri anti-imperiali, fu proscritta l'8 Decas, togliendo ai ribelli la loro più importante base di supporto. Per mesi i ribelli, in fuga dall'
Inquisizione, lavorarono per ricostruire il proprio potere, giungendo infine ad acquisire la
Guardia della Morte in cambio del Vero Nome di
Pelor, ceduto a
Notte Vivente.
Le forze celestiali lanciarono la
Battaglia di Scaoth per riappropriarsi del Vero Nome; fallirono nell'intento e subirono la devastante perdita di
Heironeous, lasciando l'Impero privo dell'ultima della sue grandi chiese. Il 20 Esas, i ribelli acquisirono il pieno controllo della
Guardia della Morte con la scomparsa di
Notte Vivente. Avevano ora le forze per sfidare
Agatha, già molto indebolita, in campo aperto.
Preparativi
Su suggerimento di
Exter, che fornì il supporto magico necessario, i ribelli crearono
semipiani sovrapposti alla città stessa di
Agatha. Questo permise loro di schierare le forze virtualmente dentro la capitale, senza che potessero essere facilmente individuate. Nel frattempo, le melme di
Gatuu avrebbero strisciato attraverso i fondali del
Mar d'Arme, per circondare Agatha via mare.
L'Impero, guidato da
Themiston II con l'ormai vitale supporto dell'
Inquisizione, predispose difese ingegnose, anticipando l'attacco. Il cuore della difesa sarebbe stata la
Spianata Imperiale; all'interno dei suoi palazzi,
portali avrebbero permesso sia l'arrivo di rinforzi dalle guarnigioni imperiali, sia l'evacuazione in caso di estremo disastro. Per non incrinare il morale dei difensori non fu dato un ordine di evacuazione, ma più di metà della popolazione abbandonò comunque la capitale nelle settimane precedenti la battaglia, temendo il disastro a causa della fine della protezione divina.
Assalto
L'attacco iniziò nella notte del 13 Eptas. Le melme di
Gatuu invasero il porto di Agatha, aggredendo navi civili e militari. Le forze agatee si mossero verso il lungomare, disponendosi a respingere un attacco dalle profondità.
Mentre i distaccamenti marciavano per le strade cittadine, l'attacco principale fu sferrato. I semipiani ospitanti le forze della
Guardia della Morte furono dissolti, riversando il contenuto in corrispondenza della loro posizione sul
Piano Materiale. Truppe
non-morte comparvero così per le strade e direttamente dentro gli edifici di gran parte della città; solo i luoghi protetti magicamente dal
teletrasporto rimasero intonsi.
La comparsa improvvisa di numerose forze in giro per la città trasformò la battaglia da uno scontrò relativamente ordinato e limitato al porto a una lotta caotica per le strade. I
non-morti, pur preavvertiti di quanto sarebbe successo, non avevano esperienza con questo tipo di operazioni e faticarono a riorganizzarsi, mentre le unità agatee si trovarono improvvisamente circondate su tutti i lati, tagliate fuori da piazzeforti e rinforzi in quasi in ogni punto.
Il Falso Tarrasque
Un'ora dopo il dissolvimento dei semipiani, la battaglia procedeva lentamente. Le forze agatee erano state costretto a ritirarsi dal lungomare, rifugiandosi ai livelli più alti della città ed entro l'
Arsenale Imperiale. In questo momento, giudicando il procedere della battaglia troppo lento,
Fijit si teletrasportò nelle profondità al largo di
Agatha a dosso del suo
Falso Tarrasque.
Emergendo dalle acque, l'alchimista diede l'assalto per prima cosa all'
Arsenale Imperiale, distruggendo in pochi minuti la sede alla
Marina Militare Agatea. Poi, attirata ormai l'attenzione dei difensori, iniziò una deliberata lenta marcia verso la
Torre dell'Egemonia, spingendo i suoi artiglieri a concentrare il fuoco contro la titanica creatura.
In risposta alla devastazione causata dal Falso Tarrasque,
Pellegrigia ordinò alla
Kormoran di scendere verso Agatha e iniziare un'evacuazione di emergenza della popolazione civile.
Infiltrazione
Giudicando il momento corretto,
Exter diede via alla sua operazione privata: mettere mani sugli inestimabili archivi e caveau dell'
Arcaneum e dell'
Inquisizione. I suoi agenti attaccarono l'istituzione magica, mentre lui stesso si infiltrò negli uffici centrali dell'Inquisizione sotto il
Palazzo Imperiale.
La battaglia all'
Arcaneum fu accesa e violenza. I soldati di Exter fecero ampio uso di armi non-magiche per superare le difese della gilda; infine, disabilitarono le magie che interdivano il
teletrasporto e, disposti opportuni focus in tutto l'edificio, questo fu
teletrasportato su
Eox: l'improvvisa differenza di pressione e successiva mancanza d'aria pose fine a ogni resistenza.
Presso gli archivi dell'
Inquisizione,
Exter si mosse come un fantasma, rubando enormi quantità di informazioni senza destare l'allarme. Nell'esplorare i sotterranei, scoprì i
portali predisposti dalle truppe agatee, avvertendo i compagni.
Incursione alla Spianata
Per scongiurare l'utilizzo dei portali, una squadra l'assalto composta da
Pellegrigia,
Menmarch,
Jim,
Arvedui,
Jaret e
Gatuu si teletrasportò nei sotterranei, dove
Exter aveva aperto un varco nelle difese anti-
teletrasporto.
Qui ingaggiarono una battaglia furibonda con le forze d'élite agatee, convers sul posto alla notizia dell'arrivo dei leader nemici.
Pellegrigia,
Simeon e
Gats duellarono coi ribelli, venendo infine sconfitti, pur coadiuvati dai migliori guerrieri fra le file di
Agatha.
Mentre la battaglia infuriava nei sotterranei,
Fijit decise di porre fine ai combattimenti con una mossa ad effetto. Ordinò al
Falso Tarrasque di teletrasportarsi sulla verticale della
Spianata Imperiale, contando si schiacciarla con la mole della bestia; ma le difese dei
Cancelli del Paradiso si attivarono, smembrando il Falso Tarrasque e salvando gli edifici della Spinata. I frammenti sanguinolenti si rianimarono sottoforma di
aberrazioni.
L'Impero sconfitto
Con i ribelli nei sotterranei e la città impossibile da tenere,
Themiston II ordinò la ritirata, contando di proseguire la lotta con l'uso degli eserciti provinciali. Facendosi strada attraverso non-morti, melme e aberrazioni, le unità agatee ancora in forze iniziarono a ripiegare faticosamente verso la
Spianata Imperiale. A quel punto,
Donovan sferrò il suo colpo.
Una forza
diabolica e
costrutta al comando di
Hab si teletrasportò nella Spianata, le cui difese magiche erano ormai disattive, mandando nel caos i difensori. Dai sotterranei i ribelli emersero in superficie, alla ricerca dell'Imperatore che sapevano comandare la battaglia in prima persona.
Coi combattimenti ormai giunti allo scoperto,
Exter ordinò alla
Omenbringer di bombardare i
portali sotto la Spianata, chiudendo la via di fuga per le forze agatee. Fu
Hab ad uccidere in combattimento
Themiston II; gran parte dei difensori agatei si batté fino alla morte, pochissimi si arresero.
Distruzione della città
A tarda notte, la presa della Spianata divenne evidente a tutte le forze agatee ancora operative ad
Agatha. I capi ribelli proclamarono che chiunque avesse gettato le armi sarebbe stato risparmiato e avrebbe potuto lasciare la città, prima che fosse distrutta.
Poco prima dell'alba del 14, dopo aver evacuato le proprie forze con l'uso di
portali creati per l'occasione, i leader ribelli distrussero
Agatha, annichilendo l'abitato e l'intera isola di
Alpheia su cui sorgeva.
L'esatto metodo della distruzione, sicuramente di natura
magica, non è mai stato liberato: gli osservatori dalla costa e dal mare circostante riferirono che la città precipitò in un'ombra impenetrabile, seguità da un tremendo rumore di schianto e un'improvvisa corrente, che risucchiò le acque del
Mar d'Arme a riempire il vuoto lasciato dalla città sparita. Sul fondale rimase un cratere perfettamente circolare e liscio, subito riempito dal fango del fondale portato in grandi quantità dalle forti correnti.
Seguito
La distruzione della capitale e la morte dell'Imperatore, nonché di gran parte dei campioni e comandanti agatei, causò diffuso caos e disperazione nell'Impero. Nei giorni e mesi seguenti, l'
Inquisizione faticò a tenere assieme le rimanenti forze azariane, soprattutto di fronte all'efficace propaganda portata avanti dagli agenti di
Jim.
Il sito di
Agatha fu isolato per alcuni anni dopo la fondazione di
Azar, per impedire che si trasformasse in un santuario per nostalgici. Le restrizioni furono progressivamente ridotte ed il sito è ora un popolare luogo turistico, con tour guidati che portano a visitare il cuore del perduto antico Impero.