Il
Calvario fu una lunga e tormentata epoca di declino della civiltà
nanica di
Arx. Ciò che vi sopravvisse fu mutato profondamente ad ogni livello, dando vita alla civiltà nanica moderna, che solo in parte preserva le tradizioni di quella antica.
La civiltà pre-Calvario
Cosa i nani credono di sapere della civiltà pre-Calvario
L'antichità nanica è pressoché sconosciuta al giorno d'oggi; perfino i tradizionalisti delle
Patrie Naniche, che reclamano una forte continuità con le perdute glorie di un tempo, devono ammettere di aver potuto ereditare solo frammenti di conoscenza, trasmessi con fatica e in modo incerto attraverso le ere.
Alcuni dati, tuttavia, sono acclarati. La civiltà pre-Calvario aveva estensione planetaria, come testimoniato dalla diffusione pressoché invariata del
dunaz fra le comunità naniche odierne. Era unita dalle
Grandi Vie, strade attraverso il
Sottosuolo oggi in gran parte distrutte e perdute. La popolazione nanica era più numerosa e più estesa geograficamente, sopratutto all'interno del Sottosuolo stesso.
Oltre a questo, la paucità di testimonianze materiali e di continuità nella trasmissione della conoscenza fa sì che le certezze lascino spazio a miti e leggende. Esse affermano che i nani delle antiche ere fossero padroni di tutto il Sottosuolo, sui plasmatori e civilizzatori; che possedessero colture in grado di crescere nelle profondità, senza bisogno di ricorrere alla superfice
Cosa le altre razze affermano della civiltà nanica pre-Calvario
Il Calvario precede di molto lo stabilirsi di gran parte delle civiltà
umanoidi di
Arx. Se ne hanno notizie allogene solo tramite le cronache
draconiche e degli
aboleth.
I draghi narrano di come i nani possedessero una splendida ed estesa civiltà sotterranea, i cui desideri era rivolti molto più alle profondità che alla superficie; possedevano tecniche per essere del tutto autosufficienti nel
Sottosuolo, senza bisogno di uscire in superficie, come sono costretti a fare i nani d'oggi ad esempio per procurarsi il
legname. Avevano rapporti limitati con gli altri
umanoidi, all'epoca molto più primitivi dei nani; le cronache draconiche ricordano però che i
koboldi fossero una loro razza cliente.
Gli
aboleth rammentano gli antichi nani come formidabili avversari nella contesa per le acque del
Sottosuolo. Con tipica vanagloria, la maggioranza degli
aboleth sostiene che il tracollo della civiltà nanica fu dovutoa alla sua sconfitta in questo conflitto; tuttavia tali eventi sono oltre i limiti della
memnesia, e ci sono forti dubbi che la tradizione scritta sia affidabile.
Infine, i
duergar riconoscono le glorie dell'antica civiltà nanica, ma affermano che i nani odierni non ne sono gli eredi ma gli appropriatori: i duergar ritengono di essere i vari discendenti di tali antiche glorie. Tuttavia, non sembrano possedere informazioni più accurate di così.
La reale civiltà nanica pre-Calvario
Sconosciuta virtualmente a chiunque nell'era moderna, e parzialmente riscoperta recentissimamente solo dallo storico
Thalgrim Stonered, la verità sull'antica civiltà nanica è piuttosto diversa da ciò che si immagina oggi.
Gli antichi nani erano una razza quasi esclusivamente sotterranea, più simile agli odierni
duergar che ai nani odierni. Nel
Sottosuolo erano autosufficienti, con poco o nullo bisogno di rivolgersi alla superficie, grazie al possesso di tecniche e colture interamente sotterranee; la leggenda dello
yonde ricorda proprio queste perdute bellezze.
L'antica civiltà faceva gran uso della magia
elementale, creando una tradizione magica propria e indipendente. Il grande sviluppo della magia elementale permise agli antichi nani di plasmare il proprio ambiente in maniera profonda ed estesa. In effetti, la conformazione odierna del
Sottosuolo, specialmente delle sue aree più superificiali e abitabili per le creature
umanoidi, è dovuta proprio al lavoro degli antichi nani, che in lunghi millenni di incessanti sforzi ne hanno ampliato gli spazi, alterato il clima, e domato le asperità. L'odierna estesa abitazione di questi livelli da parte di
drow,
duergar ed altre specie non sarebbe possibile senza l'attività trasformativa dell'antica razza nanica.
In questa era di supremazia sotterranea, i nani guardavano poco alle altre razze
umanoidi, considerate barbare e incapaci di conformarsi agli standard della vera civiltà. I loro conflitti, oltre che intestini, erano soprattutto con gli
aboleth, l'antica specie che più a lungo di tutte aveva dominato su gran parte del mondo. Nani e aboleth si contendevano il controllo delle vie d'acqua sotterranee e delle regioni ad esse circostanti.
Le culture naniche di quest'era, lungi dall'essere simili alla tradizione reclamata dalle
Patrie Naniche, erano per lo più disinteressate alla
religione, e democratiche invece che
clientelari.
Il Calvario
Il Calvario nelle tradizioni naniche
Ogni cultura nanica odierna possiede il ricordo del Calvario e, pur con variazioni, la sua narrazione è sostanzialmente coerente.
Nella tradizione nanica, il Calvario è una lunga era (tradizionalmente calcolata in nove generazioni di nani) di declino, caos e devastazione. Coinvolse fenomeni naturali e magici devastanti, come grandi terremoti, l'apertura di
brecce planari, il fallimento delle antiche tecniche magiche. Queste crisi portarono a conflitti intestini fra i nani, carestie, pestilenze; la popolazione tracollò, le specie rivali approfittarono del caos per attaccare i nani, e moltissime comunità andarono perdute per sempre.
Saghe mitiche, eroi e mostri leggendari arricchiscono questi racconti; tuttavia, i nani stessi ammettono di avere pochissime notizie affidabili su quest'era.
Il Calvario visto da altre specie
Come per l'epoca pre-Calvario, anche per la grande crisi le cronache allogene principali sono quelle dei
draghi e degli
aboleth.
I draghi narrano di un'epoca di devastazioni causata dall'uso sconsiderato della magia. Secondo essi, i nani si spinsero troppo oltre, ignorando i saggi ammonimenti dei draghi, e persero il controllo delle loro abilità e delle loro creazioni. Panico e paura scatenati da questi disastri portarono a guerre intestine e conflitti con altre razze del Sottosuolo che, cresciute all'ombra dei nani, approfittarono della loro debolezza.
Gli aboleth si auto-attribuiscono il merito del Calvario, che raccontano essere l'atto finale del loro lungo conflitto coi nani. Tuttavia, le loro cronache a riguardo, viziate dalla distanza nella
memnesia, sono vaghe e contraddittorie; non sembrano veramente saperne più di altri.
Il reale Calvario
I dettagli del reale Calvario sono sostanzialmente sconosciuti all'epoca odierna solo dalla
Guardia Immemore, costituita proprio durante l'epoca del Calvario, e che da allora ne preserva la memoria pur nella più assoluta segretezza.
Il Calvario fu causato da un conflitto, nel lontano futuro, fra una civiltà
umanoide discesa dall'antica civiltà nanica, e i potenti
auramiti. Questa razza artificiale,
tecnomagicamente avanzata, scelse di fronte all'impossibilità di sconfiggere i propri nemici di ricorrere a una nuova scienza, ancora incerta e imprevedibile: la
paracausalità.
Gli auramiti costruirono armi paracausali, dispositivi in grado di viaggiare nel
tempo e colpire i propri nemici nel loro lontano passato. Un simile atto è normalmente autodistruttivo, nel senso che nega la propria ragion d'essere e quindi si auto-annulla; il cuore della paracausalità è proprio l'utilizzo di tecniche che permettono di agire retroattivamente in maniera auto-consistente.
Una volta lanciate, le armi paracausali viaggiarono a ritroso nel tempo, comparendo sparse fra i secoli nei territori nanici. Qui, questi dispositivi iniziarono a causare ogni genere di disastro:
brecce planari distruttive, carestie, pestilenze, epidemie di follia e altro ancora. I nani riuscirono a ricostruire l'origine di queste calamità e a trovare i dispositivi, ma essi erano di gran lunga troppo avanzati per poter essere distrutti o fermati.
Tuttavia i nani non demorsero. Costruirono stazioni di ricerca attorno alle armi paracausali scoperte, indagandone la natura e il funzionamento con determinazione. Pur tra grandi difficoltà riuscirono a estrarne informazioni utili, soprattutto sulle loro origini. Ciò non gli permise di sventare il disastro che colpiva la loro civiltà, ma diede piuttosto vita un piano di contingenza per garantire che, se l'emersione degli
auramiti era probabilmente inevitabile, i futuri nani sarebbero arrivati pronti al confiltto: la
Guardia Immemore.
Questa segretissima organizzazione, armata del meglio delle conoscenze della civiltà nanica, sarebbe dovuta perdurare nel massimo segreto, non intervenendo mai in soccorso dei nani anche durante il tracollo e il declino del Calvario: essi avevano infatti compreso che qualunque gruppo avesse tentato di sventarlo sarebbe caduto vittima delle armi paracausali stesse.
Piuttosto, il ruolo della Guardia Immemore sarebbe stato di restare pronta, anticipare l'emersione degli auramiti, e garantire che la loro tattica non funzionasse: quando essi si fossero palesati nel
Piano Materiale per sfidarne le razze, la Guardia Immemore sarebbe stata pronta a raccogliere un fronte comune per fermarli.
Il resto dei nani sarebbe stato, purtroppo, condannato ad affrontare un lungo oblio; l'involuzione dei duergar, verso la crudeltà e il male, fu dovuta alla loro scelta di rimanere nelle profondità nonostante tutto. Le armi paracausali furono seppellite nei
krest, per celarne il segreto e assicurarsi che non cadessero in mano a creature pericolose come gli
aboleth; tuttavia era nella loro stessa natura di preservare il proprio segreto, e le armi paracausali svanirono spontaneamente nel corso dei secoli, lasciando solo impercettibili influenze nei luoghi in cui erano comparse.
L'era post-Calvario
La ripresa dal Calvario è opera tutt'oggi incompiuta. La popolazione nanica è ancora molto inferiore a quella di un tempo, la sua estensione geografica ben più limitata. Le sue infrastrutture sotterranee sono per lo più distrutte, gli antichi territori colonizzati da altre razze e mutati secondo i loro disegni. Le antiche tecniche sono celate nel passato, e la
tecnomagia nanica è stata ormai sorpassata da quella di altre culture.
Tuttavia vi sono motivi di speranza. Dopo millenni di precarietà, in cui la lotta per la sopravvivenza era costante e durissima, i nani odierni posseggono molte piazzeforti, e in molti luoghi sono in ripresa. Le
Patrie Naniche sono più prospere e popolose che mai; le comunità naniche di
Azar sono anch'esse vigorose, e si sono perfino riavvicinate ai
duergar.