Mentality
Personal history
La mia storia inizia in una rudimentale casupola nel mezzo di una foresta, nato dall amore tra mamma Tyrande e papà Anduin.
I primissimi anni della mia vita sono stati felici e tranquilli, così diceva mamma, trascorrevo le giornate tra le sue braccia, mentre faceva lunghe passeggiate in mezzo alla foresta che circondava la nostra dimora.
Questo fino al mio quarto anno di età, poco dopo la nascita del mio fratellino Buonfurion, quando mio padre ci abbandono per motivi a me sconosciuti e questo segnò la fine della pace che regnava fino a quel momento.
Fummo costretti ad abbandonare la nostra oasi di pace, probabilmente il motivo coincideva con l abbandono di papà e iniziammo a girovagare per terre cupe e piene di pericoli, aggrappati saldamente al corpo di mamma, che si faceva in quattro ogni giorno, ogni ora per procurarci tutto ciò di cui avevamo bisogno.
Tutto questo mentre evitava o combatteva le varie e pericolose bestie che erano solite abitare queste terre.
Dopo qualche mese trovammo un piccolo vilaggio di umani, nel quale riuscimmo a sistemarci senza troppi problemi.
Nonostante l indifferenza quasi totale degli umani del vilaggio, che ci ignoravano a causa della differente razza, riuscii almeno a socializzare con qualche bimbo umano, ai quali non interessava il fatto che io avessi le orecchie a punta.
Trascorsero circa 20 anni senza nessun evento in particolare che mi ricordi, passai un sacco di tempo a contemplare la natura nel piccolo boschetto che sorgeva vicino al villaggio, che mi ricordava il bosco "fatato" in cui ero nato, ma non c era la stessa atmosfera quasi magica che tutt ora ricordo nonostante fossi ancora in fasce.
Per quanto riguarda mia madre invece, iniziò ad indebolirsi sempre più... io e Buonfurion eravamo grandi abbastanza da soddisfare tutte le necessità della famiglia e per alleviare le responsabilità e le fatiche di mamma, ma a quanto pare non era sufficiente affinchè potesse rimettersi.
Infatti si ammalò, non avevamo idea di cosa la affliggesse e gli altri abitanti del villaggio continuavano ad ignorarci, anche quelli che una volta erano i bimbi con cui giocavo da piccolo.. (umani infami).
Un giorno accadde l irreparabile, io e mio fratello stavamo tornando con una bella preda da far assaggiare a mamma, quando sentimmo in lontananza il segnale di "allarme attacco mostri" provenire dal nostro villaggio.
Ci affrettammo il più possibile e dopo una decina di minuti arrivammo al villaggio, al luogo di raccolta sicuro, cercammo nostra madre, ma non era li.. chiedemmo agli abitanti ma, come al solito, ci ignorarono.
Sperando in un miracolo, poichè mamma non era più in grado di muoversi, corremmo alla nostra casa, non curanti del fatto che potessero esserci ancora dei mostri nei paraggi.
Notammo subito la porta sfondata, diversi rumori provenivano dall interno, ci fiondammo all interno a vedemmo il peggior scenario possibile: un paio di ghoul che mangiavano le interiora di nostra madre, ormai senza vita.
Mentre Buonfurion inizio a gridare e piangere in preda alla disperazione, io al contrario impugnai di istinto la lancia e senza pensarci due volte trapassai il cranio di uno dei ghoul che era ancora intento a strafogarsi nel ventre di mamma e che non si era minimamente accorto della nostra presenza.
Con un altro scatto e con una strana forza che pervadeva il mio corpo, che solo a posteriori mi resi conto di avere, riuscii ad infilzare anche l altro ghoul, il quale si era girato ringhioso verso di me dopo aver visto il suo "compare" morire malamente, ma non abbastanza veloce da evitare il mio attacco.
Subito dopo, presi in mano la situazione, anche perchè non potevo e non posso tutt ora sopportare quella scena orribile che mi è rimasta impressa nella memoria, trascinai a forza Buonfurion fuori dalla casa mentre era ancora in preda a urla strazianti e lacrime.
Ad "accoglierci" c erano gli abitanti del villaggio, accorsi forse per il trambusto o forse perchè erano contenti del fatto che i due ghoul che avevano seminato il terrore fino a poco prima erano stati uccisi. (durante questi 20 anni i due fratelli erano diventati ben più forti di un normale umano, ed erano gli unici in grado di fronteggiare i mostri un pò più deboli come i ghoul.)
Preso dalla rabbia, dalla furia e dall adrenalina, chiesi spiegazioni del perchè avessero lasciato mamma indifesa, sapendo benissimo che era impossibilitata a muoversi, ma anche in questo caso nessuno rispose... si guardavano attorno come per cercare di sviare la domanda.
Ulteriormente irritato a causa di ciò, presi la lancia, la conficcai nel terreno con tutta la forza che avevo in corpo, pervaso ancora da quella strana forza che era nata nello scontro con i ghoul, puntai loro il dito e li maledii dal più profondo del mio cuore.
Vidi nei loro occhi crescere la paura, come se riuscirono a percepire le mie intenzioni completamente maligne di quel momento.
Successivamente ripresi la lancia, mi voltai verso Buonfurion e cercai di calmarlo e rassicurarlo.
Decisi di partire, di abbandonare quel villaggio abitato da sporchi umani e raggiungere un posto di cui parlava sempre mamma, in cui saremmo dovuti andare nel caso le fosse successo qualcosa, il che purtroppo si è avverato, forse già sapeva, forse aveva la sensazione che le sarebbe successo qualcosa.
Prima di partire, non potendo seppellire il corpo di nostra madre, che in parte non c era più, decidemmo di bruciare la casa, fatta per lo più di legno. Fui io a proporre questa soluzione, Buonfurion non obbiettò.... ciò mi rese abbastanza felice poichè ero conscio del fatto che bruciando il cadavere dei ghoul, avrebbe potuto attirare altri mostri dalle vicinanze.... (risatina malefica).
Lasciammo il villaggio e seguendo le indicazioni di mamma, lasciammo anche questo mondo, lo shadowfell, finchè non ci trovammo ai margini di un piccolo villaggio immerso nella foresta. Questo posto mi ricordava molto la casa in cui trascorsi i miei primi anni di vita, anche l atmosfera la ricordava molto.
Ad accoglierci arrivò un umano che sembrava essere anziano e saggio, che con tanta gentilezza ci rivolse la parola. Fui sorpreso, in tanti anni di convivenza con altri umani nel precedente villaggio nessuno mai ci aveva rivolto parola.
Le sue voce era rassicurante, ci chiese il motivo di questa visita e senza accorgermene gli raccontai la nostra storia. Il vecchio umano si chiamava Gandal, era un druido ed era lui a gestire questo villaggio, abitato da soli giovani persone di varie razze, che per svariati motivi si erano ritrovati senza famiglia e senza un luogo in cui andare.
Dopo un paio di giorni passati ad ambientarci, iniziammo ad integrarci in questa piccola comunità. Io personalmente iniziai a seguire le lezioni che Gandal teneva per alcuni altri ragazzi, queste lezioni riguardavano il mondo dei druidi, divenne così il mio mentore.
Feci anche amicizia con un altro aspirante druido, Gibba, un ragazzo umano che è stato uno dei primi ragazzi ad abitare in questo angolo di paradiso.
Grazie all ambiente, agli altri ragazzi e soprattutto grazie a Gandal, riaquisimmo pian piano fiducia nelle altre persone, soprattutto nei confronti degli umani.
In breve tempo, probabilmente grazie alle mie origini elfiche, divenni il più promettente tra tutti.
Passavo le giornate a studiare, socializzare con gli altri abitanti e aiutare per mandare avanti il villaggio.
Altri 10 anni passarono, i più felici da quando lasciai il mio luogo di nascita, durante questo periodo alcuni lasciarono il villaggio, ormai decisi a farsi una vita propria, solo un paio di nuovi ragazzi si aggiunsero alla comunità.
Ma come la vita mi ha già insegnato da tempo, tutto ha una fine, soprattutto i momenti felici.
Essendo diventato ormai il pupillo di Gandal, il mio più caro amico, Gibba, accecato dalla gelosia di cui non mi ero minimamente accorto in questi anni, assassinò Gandal e si dileguò senza lasciare traccia. L unico ma prezioso ricordo del mio mentore che mi diede quando riuscii a incantare la mia prima magia, è un sacchetto di erbe speciali intrecciate, il quale contiene un "ingrediente magico" che mi aiuta concentrarmi. Ancora oggi lo osservo ogni tanto, e penso a quei bei tempi felici.
Dopo questa ennesima tragedia, lasciai il villaggio e salutai Buonfurio, il quale decise di rimanere al villaggio e aiutare.
Passai qualche mese a viaggiare in questo mondo per me nuovo, dove vidi bei paesaggi e animali anche amichevoli, completamente differenti dal mondo da cui provenivo, finchè non vidi lei, capelli biondi lunghi, occhi verdi e un sorriso che avrebbe fatto invidia persino ad una divinità.
Si chiamava Linda, mi ero innamorato di lei. Pur di conquistarla mi stabilii nel villaggio in cui abitava e con molta fortuna riuscii a trovare lavoro presso lo stesso mulino in cui lavorava lei.
Ancora oggi devo un favore a Franco, il proprietario di quel mulino, nonchè colui che mi permise di far conoscenza di Linda.
Se solo sapessi dove è ora potrei ripagarlo adeguatamente, ma sfortunatamente sparì poco dopo che io mi dichiarai a Linda sotto un grande albero in fiore. Secondo alcune voci, Franco aveva accumulato svariati debiti presso la locanda del paese vicino a causa dei gioco d azzardo.
Questo periodo felice è stato contrassegnato da pochi eventi negativi, tutti riguardavano Merin, un mezzuomo, anche lui impiegato al mulino assieme a me e Linda, il quale era innamorato come me di lei, ma non era mai stato corrisposto.
Periodicamente lasciava messaggi diretti a Linda, i quali erano tutti dedicati a cercare il suo favore e lasciare me, nonostante ormai fosse di pubblico dominio il nostro imminente matrimonio. In breve tempo passò alle minacce, purtroppo però non potevo agire, poichè le sue aggressioni non erano fisiche, ma psicologiche. Non avevo ragioni e prove reali per fermarlo, sia come druido che per le regole del villaggio.
Nel frattempo nacque nostro figlio, Mavil, ma il rapporto tra me e Linda andava sempre più deteriorandosi a causa di Merin.
Fu durante questo periodo che incontrai Gobur, un nano che mi introdusse al culto di Bane in cui mi ritrovai sotto ogni punto di vista. All inizio ero un pò scettico ma Gobur passava molto spesso, diceva sempre di vedere in me qualcosa, che avevo il potenziale per realizzare qualsiasi cosa, cosa che mi ricordò le parole di Gandal, il mio beneamato mentore.
Questo ennesimo cambio allontanò ancor di più Linda da me, la quale era del tutto contraria a questo culto, ma che non fui in grado di lasciare, poichè sembrava custodire tutte le risposte alle mie domande.
Dopo circa 3 anni di matrimonio, Mavil aveva ormai 2 anni, in seguito all ennesima minaccia di Merin, decise di lasciarmi nel bel mezzo della notte, portando con sè il bambino e lasciando un messaggio con scritto "non sei più la persona che ho conosciuto, non posso stare più con te, addio".
Decisi quindi di unirmi al culti di Bane, seguii Gobur e mi lasciai alle spalle la mia complicata vita.
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