Rio Tinto è una città
azariana dell'
Ossirand meridionale, che condivide il nome col fiume alla cui foce sorge. È un centro dell'industria alchemica e città di riferimento per l'Ossirand azariano, essendo stata al centro delle rivoluzioni e della
guerra che lo portarono in seno ad Azar.
Storia
Il principale abitato storico della regione era la
Fortezza delle Nebbie, la cui autorità si estendeva di quando in quando fino alla foce del fiume. La zona stessa della foce era boscosa e scarsamente abitata, spesso territorio di tribù rettiloidi dedite alle razzie, considerata selvaggia e pericolosa.
Nel 2828, l'avventuriero
Webo Testarossa portò un esercito di insorti alle porte della Fortezza, pretendendo la consegna di un malfattore protetto dal signore del forte. Al rifiuto dell'ultimatum, Webo fece deviare il corso del Rio Tinto affinché penetrasse nei tunnel della Fortezza. Migliaia di persone annegarono e i superstiti dovettero arrendersi a Webo, decretando il declino della Fortezza come potenza regionale.
Webo volse poi con le sue forze a nord dove, per stanare i briganti dalle colline della foce del Rio Tinto, ordinò l'incendio dei boschi in cui si nascondevano. Liberato il territorio, Webo vi fondò un insediamento con castello; dal nome di Forte del Rio Tinto, l'abitato venne ad essere chiamato semplicemente Rio Tinto.
La città ebbe una crescita iniziale rapida, attirando le attività che prima si concentravano alla Fortezza delle Nebbie, anche grazie alla fama di Webo come come condottiero in grado di garantire la sicurezza delle terre sotto la sua protezione. Dopo la morte del carismatico leader, Rio Tinto si assestò in lunghi secoli di relativa stagnazione, non riuscendo a ricavarsi un ruolo autonomo nella politica ossiriana e divenendo, spesso, città tributaria di altre più importanti.
Rimase un centro minore fino alla
Rivoluzione delle Macchine. La sua fortuna non consistette tanto nell'adozione diretta dell'industria
agatea (la città mancava dei capitali o della potenzialità per un simile balzo in avanti), quanto nella rapida spinta data ai commerci e alla costruzione di infrastrutture: il Rio Tinto fu reso navigabile tramite importanti opere di regolamento del suo corso e di dragaggio dei fondali, e Rio Tinto crebbe rapidamente come punto d'appoggio naturale dei lungo il fiume e verso il mare. Con l'uso di tecnologia agatea fu possibile ricavare un porto fluviale sulla riva ovest del fiume, dove si andò a sviluppare un grande nuovo abitato.
Questo rapido sviluppò incontrò una tragica battuta d'arresto nel
Grande Incendio dell'Ossirand, che fu particolarmente devastante per Rio Tinto: le fiamme alchemiche penetrarono facilmente nella città nuova e dalle zone portuali si sparsero alle adiacenti residenziali, causando ingenti danni e migliaia di morti. Nelle successive vicende dall'invasione agatea e delle battaglie contro i culti daemoniaci, la città giocò un ruolo minore, costretta a concentrarsi sulla propria situazione disperata.
Col sorgere di
Azar, Rio Tinto conobbe una seconda stagione di impetuosa crescita. Più aperta di altre alle influenze del nuovo reame, ricevette ingenti investimenti per la ricostruzione ed espansione del porto, nonché per lo stabilimento di industrie alchemiche. Questi stretti legami commerciali portarono alla diffusione dell'
azarismo e a conflitti politici che video Rio Tinto coinvolta nelle
Rivoluzioni azariste, con un governo rivoluzionario in carica per poco più di un anno prima di essere espulso e i suoi esponenti, fra cui il futuro Consigliere
Rico Udina, imprigionati o esiliati.
Nonostante la sconfitta della rivoluzione, Rio Tinto rimase fermamente nell'orbita azariana, legata da stretti rapporti commerciali che obbligavano il governo cittadino, pur formalmente anti-azarista, a mantenere un atteggiamento di ambiguità politica.
Nei mesi precedenti la
Guerra dell'Ossirand, Rio Tinto fu coinvolta (di malavoglia, si sostenne in seguito) nelle diffuse persecuzioni anti-azariste che spinsero infine gli
Dei-Eroi di Azar a intervenire direttamente.
Portali aperti direttamente in città sbarcarono migliaia di truppe azariane, che presero rapidamente il controllo dell'abitato, incontrando invero una resistenza piuttosto scarsa. La città fu quindi risparmiata dai combattimenti dei mesi successivi, divenendo testa di potente azariana senza che le forze contrapposte riuscissero a compiere più che azioni di guerriglia e sabotaggio.
Con l'
Accordo di Villa Onos, Rio Tinto fu ufficialmente annessa da Azar e
Rico Udina, divenuto leader rivoluzionario e plenipotenziario di Azar nei negoziati per la pace, tornò trionfalmente in città. Anche grazie alla sua influenza, Rio Tinto ricevette nell'immediato periodo post-bellico ingenti investimenti azariani, inclusa la creazione di uno dei primi
portali permanenti (il primo fu concesso a
Thalassa, in ragione del suo primato nel votarsi alla causa azariana). Nei successivi cinquant'anni, Rio Tinto è ulteriormente cresciuta come capitale regionale e polo di riferimento per l'industria alchemica.
Geografia urbana
La città vecchia sorge invece sul Colle di Webo, a est del fiume; il suo perimetro è definito dai resti delle mura, ancora qua e là visibili nonostante il progressivo smantellamento, e dalla Torre di Ellara, costruita nel 30esimo secolo dalla maga
Ellara Dokva. La Torre rimane tutt'oggi sede formale del governo cittadino, anche se gli uffici amministrativi sono stati spostati da decenni nel Quartiere Novo a ovest del fiume.
In questa zona sorge gran parte dell'abitato moderno. Lungo la riva occidentale fino quasi alla foce si susseguono i moli del Porto Vecchio, costruito nel 34esimo secolo; a nord del Porto vecchio, lungo un declivio che scende dai Colli Neri fino al mare, è il Quartiere dei Fumi, puntellato dalle ciminiere e torri di raffreddamento degli impianti alchemici. Lungo la costa a ovest di questo troviamo il Porto Novo, collegato al Vecchio tramite il Canale di
Fijit, che ne ha finanziato personalmente la costruzione in segno di riconoscenza per le sofferenze sopportate dalla città nell'
Incendio dell'Ossirand.
I Colli Neri, caratterizzati da terreno argilloso e franoso, sono rimasti relativamente intonsi fino agli ultimi decenni, quando la città ha invitato ingegneri
duergar a trasferirvisi e realizzare importanti opere di consolidamento. Questo ha permesso la nascita del Quartiere Novo, modernissima zona amministrativa e commerciale.