La
Spedizione di Darmig fu una disastrosa manovra militare tentata dalle forze agatee durante la
Rivoluzione Agatea. L'esercito, trovatosi isolato nell'estremo nord dall'improvviso insorgere delle forze dello
Shezar, tentò di sfuggire attraversando le rovine di
Darmig, ma si autodistrusse in preda alla follia.
Antefatto
Il 28 Octas 3388 AD, l'esercito imperiale guidato da
Themiston II fu distrutto assieme alla città
ossiriana di
Argyras. L'intervento del dio
Pelor per salvare l'
Imperatore, in violazione delle
Leggi Planari, aveva portato all'
Interdetto di A'vun: tutti i chierici e paladini di Pelor persero improvvisamente i propri poteri, lasciando le forze imperiali gravemente indebolite.
L'esercito del nord, inviato a sedare rivolte e affrontare quello che si presumeva essere un capo ribelle, lo
Shezar, si era nello stesso momento scoperto circondato da un gran numero di nemici, ben organizzati e trincerati. Aprirsi la strada via terra sarebbe stato lento e sanguinoso.
La Spedizione
Non fidandosi dei
portali, il cui uso tattico i
ribelli avevano evidentemente saputo contrastare, il comando del nord risolse di sfruttare un diverso tipo di via alternativa. Valendosi delle conoscenze di leali guide naniche, fece scendere l'esercito nel
Sottosuolo per raggiungere le rovine di
Darmig, che avrebbero consentito di attraversare le montagne sotto ai piedi del nemico.
Le truppe imboccarono i tunnel il 30 Octas 3388 AD, protette da una robusta retroguardia contro eventuali attacchi opportunistici delle forze dello Shezar, che si rivelarono però timidi e incapaci di proporre una seria minaccia.
Per tre giorni le truppe marciarono alla luce di torce perenni, per evitare un soffocante fumo, guidate dai commilitoni nanici e circondate dal silenzio della pietra e, infine, delle antichissime rovine naniche.
In uno degli ambienti principali di Darmig, le avanguardie videro lo
Shezar in persona. I comandanti agatei disposero subito le truppe in ordine di battaglia, avanzando cautamente mentre gli esploratori cercavano i nemici che erano certi di trovare disposti a imboscata. Ma solo la grande belva era presente.
Ingaggiata battaglia con lo Shezar, le avanguardie agatee subirono ingenti perdite a causa della forza devastante del nemico, spingendo i comandanti a impegnare sempre più truppe. Ma era quella la vera trappola: lo Shezar, intriso dei poteri di
Szuriel, risvegliò nei soldati una cieca furia omicida, che essi rivolsero contro i propri compagni tanto quanto contro di lui.
Durante la disperata, confusa mischia, in una sala laterale dei soldati agatei riuscirono inspiegabilmente ad attivare un
eluviano, di cui nemmeno si sospettava l'esistenza. Tramite esso sfuggirono alla carneficina, riemergendo molti giorni dopo per attraversare un campo di battaglia dove le creature del
Sottosuolo erano venute a pasteggiare sui cadaveri, nel frattempo spogliati di armi e altri bottini dalle forze dello Shezar venute a far razzia.
L'esercito del nord fu annientato come forza combattente; per molte settimane non se ne ebbero notizie certe, contribuendo a diffondere panico e voci incontrollate. L'
Eluviano di Darmig fu messo successivamente in sicurezza dalle forze di
Azar, ma il suo metodo di attivazione rimane tuttoggi incompreso.