Mentality
Personal history
Nata come la più piccola di 4 fratelli nella città di Helso, la piccola Zana fu l’unica che ebbe a che fare con la magia fin da piccola. La spensierata vita della giovane, insieme a quella dei suoi fratelli, non durò molto.
La causa di tutto ciò, fu la morte dei genitori per questioni politiche. Entrambi diplomatici della terra di Braugar, vennero mandati vicino al fronte con la terra di Drestia per cercare un accordo di pace, ma i barbarci drestiani, con un’imboscata ad opera, massacrarono tutta la delegazione di Braugar.
Venuti a sapere dell’accaduto, per qualche giorno, i fratelli vennero presi in custodia dai loro vicini di casa, ma a causa dell’aura magica che la piccola mezzelfa emanava, ben presto anche i loro vicini vollero liberarsi di quel fardello. Così i 4 vennero presi in custodia dalle famiglie dei due loro genitori, dividendoli. La piccola mezzelfa andò a vivere nella casa dei suoi nonni, che essendo in parte elfi, disprezzavano la sua metà umana e non la trattavano molto bene.
Appena compiuto 13 anni, la piccola accumulò tutti i soldi possibili e scappò di casa, verso la città di Vetum, nel regno di Norumia. Purtroppo però, la vita al di fuori delle mura di casa non era così semplice, e quindi ben presto Zana finì tutti i soldi che aveva preso in "prestito" e non potendo lavorare, perché ancora troppo giovane, la piccola trovò il modo più semplice per poter sopravvivere nelle grandi città di, ovvero rubare. Ed era brava, e come se lo era. La sua natura elfica, seppure per metà, le conferiva una particolare agilità nei furti, che presto divennero noti in molte città, specialmente in quelle del regno di Norumia. Quelle voci però arrivarono anche ad un organizzazione criminale che gestiva gli affari in Sacum e dintorni, nota come la “Gilda”. Zana, seppure esperta nelle scorribande e nei piccoli furti, dovette capitolare con l’entrata nei ranghi della Gilda. Beh, o quello o la morte…
Così la giovane Zana entrò nella Gilda, e da lì la sua carriera di semplice ladra si trasformo in sicario. Lì dentro la ragazzina venne addestrata all’arte dell’omicidio a contratto. Ogni giorno che la ragazzina passava ad addestrarsi, la sua agilità e la sua maestria con le armi, seppure non fossero il suo forte, miglioravano sempre più. Durante quel poco tempo libero tra un allenamento e l’altro, ebbe modo di fare conoscenza con un’altra adepta della Gilda, due anni più grande di lei. Si chiamava Erin. Fin da subito le due andarono d’amore e d’accordo, ed ebbero modo di rafforzare il loro rapporto in molti incarichi di basso rilievo. Compiuti i 20 anni, Zana, ormai diventata grande, era pronta per il suo primo incarico.
La sua prima vittima fu un mercante che ebbe la pessima idea di provare a ingannare il nostro quartiermastro con armi scadenti, passandole come armi di ottima qualità e vendendole a prezzi esagerati. Zana accettò l’incarico e si diresse verso la dimora del mercante, nella ridente città di Dolum, nel regno di Valitia. Di sicuro i soldi a quel bastardo non mancavano. La sua villa era enorme quanto il palazzo del signore di Dolum, e a guardia di essa un nutrito gruppo di guardie della città. L’interno di quella villa invece poteva essere considerata la degna rappresentazione del labirinto più intricato di Kelletria; infatti trovarlo lì dentro non era per nulla facile. L’interno era tappezzato di guardie, e il mercante aveva l’abitudine di cambiare la camera da letto ogni notte, proprio per sventare o rendere più complicati attacchi di questo genere. La mezzelfa però non si fece intimorire e armata di spada corta e coltello si mise all’opera. Nel poco tempo rimanente tra la notte e le prime luci dell’alba, il mercante esalò il suo ultimo respiro e del killer, nessuna traccia.
Al suo ritorno alla Casa, la base segreta della Gilda, la ragazza venne accolta come un’eroina e come tornò in stanza, sulla sua scrivania trovò un sacco con delle monete d’oro e una lettera direttamente dal Maestro della Gilda. La lettera conteneva poche righe di complimenti ed elogi.
Il secondo incarico invece si dimostrò il più arduo che avesse mai fatto. Nonostante Norumia sembrasse un regno dove la legge regni sovrana, non era così: Dietro quella facciata dalle sembianze di un regno perfetto, vi era una intricata rete di complotti con la malavita: il bersaglio di Zana questa volta, era un diplomatico dell’ entourage del sovrano di Norumia, e questa volta il lavoro andava portato a termine con la massima precisione e discrezione. Questa volta, la giovane Zana agì col supporto di Erin.
Non dovendo passare per un lavoro eseguito dalla Gilda, le due ragazze decisero di agire durante uno dei tanti ricevimenti serali, che il diplomatico era solito organizzare. Così, grazie alle informazioni e a qualche piccolo favore arretrato, Zana e Erin riuscirono ad entrare alla festa. Il piano era il seguente: Quando la festa sarebbe entrata nel vivo, le due ragazze sarebbero dovute sgattaiolare nella cucina e mettere il veleno nel vino che sarebbe toccato al loro bersaglio. Le entrate della cucina erano sorvegliate da un paio di guardie per ogni porta, e i camerieri indossavano una speciale uniforme, diversa da quelli della servitù e quindi, prima di agire bisognava rimediare anche quella. Per far ciò, fecero “sparire” due cuoche il giorno prima. Fatto ciò, le due killer erano pronte per mettere il veleno nel vino e levare le tende. Tutto filò liscio come l’olio, e poco dopo le due killer erano già sparite nel cuore della notte. Le due si fermarono dentro una grotta, dove avevano preparato tutto l’occorrente per il crimine. Mentre si cambiava, Zana sentì le soffici labbra di Erin sulla schiena, per poi farsi cingere da un lungo abbraccio che culminò con uno dei baci più belli in tutta la vita della mezzelfa. Fu una notte molto particolare per Zana, che per la prima volta nella sua vita, aveva trovato qualcuno da amare.
Una settimana dopo, le due ragazze, oramai diventate amanti, tornarono alla Casa, dove ad attenderli vi era l’assistente del Maestro della Gilda che riferì loro la convocazione nella sala Madre, sala dove il Maestro della Gilda era solito alloggiarvi.
Le due si presentarono lì, e la prima cosa che saltò agli occhi, fu una figura ammantata nell’ angolo; ciò che le due ragazze si aspettavano, ovvero lodi e i complimenti per l’ottimo lavoro svolto, non arrivarono mai: a quanto pare quello che era morto la sera del ricevimento, era una controfigura e adesso bisognava porre rimedio all’ errore commesso. La figura ammantata, che si rivelò essere il mandante del contratto, propose l’esecuzione di una delle due ragazze , e l’altra, essendo solo la complice avrebbe passato parecchio tempo in prigione. Il Maestro acconsentì a questa scelta e, senza chiedere chi delle due volesse offrirsi come volontaria per l’esecuzione, con un balzo felino si lanciò verso Erin per tagliarle la gola. Il corpo inerme della ragazza cadde con un tonfo secco ai piedi di Zana, la quale seppur mantenendo la lucidità, si fece scappare un paio di lacrime di dolore.
Subito dopo delle guardie, con lo stemma della famiglia del mandante, apparvero da dietro la porta e presero Zana in custodia. Poco prima di portarla fuori dalla Casa, la ragazza fu privata dei vestiti della Gilda e gliene diedero di nuovi anonimi.
Zana passò 2 anni della sua vita a marcire in prigione, coi sensi di colpa che venivano a farle visita ogni ora del giorno e della notte. Avrebbe potuto evadere da quella cella con una facilità che va oltre l’immaginazione comune, ma non lo fece… Sentiva di non avere una ragione valida… Neanche la libertà oramai sembrava darle quella scintilla utile a riaccendere il fuoco che bruciava in lei tempo fa; ripensava a quella notte nella grotta, ripensava a quel lungo bacio e a quelle dolci parole che Erin si era decisa, finalmente, a confessarle… Ma oramai tutto questo era svanito e né rimaneva soltanto il ricordo, e rimanendo in quella cella, pensava fosse la giusta punizione per aver commesso un errore così grave, tale da costare la vita della persona che più amava.
La svolta arrivò in un freddo giorno di inverno quando, uno strano figuro andò a farle visita in cella. Dal mantello con cappuccio, uscivano due iridi serpentine di colore blu e parlava con una voce quasi serpentina.
Disse di chiamarsi Merphistophelin, di essere un draconide dalle scaglie d’argento. Disse anche di averla percepita due anni fa al ricevimento, grazie alla debole aura magica che Zana emanava, poi senza aggiungere altro si diresse verso la guardia. Scambiarono poche parole, in una lingua incomprensibile a lei e poco dopo la guardia, chinò la testa in segno di rispetto, per poi andare davanti alla porta della cella per aprirla e consegnarle tutte le sue cose. Zana non riusciva a capire che cosa stesse accadendo, finché il misterioso figuro, non si allontanò un attimo per andare verso l’ufficio del capo carceriere a posare davanti ai suoi occhi, un sacchetto pieno di monete d’oro.
Appena fuori, Zana notò una piccola diligenza composta da una carrozza, due cavalli e un cocchiere; il draconide aprì la porta della carrozza e invitò Zana a salirvi sopra. 3 giorni dopo, arrivarono alla tenuta del draconide. Durante il pranzo, i due fecero conoscenza e parlarono del più e del meno.
Fu verso sera che, Merphistophelin propose a Zana di restare con lui nella tenuta, e di apprendere e padroneggiare le vie della magia, diventando parte della famiglia dei Vallanstein, la famiglia d’appartenenza del draconide. Seppur diffidente, Zana accettò, ma prima volle rinascere come persona pur mantenendo vivo il ricordo di Erin e la promessa che certi che errori così gravi non saranno mai più ripetuti. Per far sì che tutto ciò accadesse, ricorse all’aiuto della magia di Merphistophelin. La procedura fu lunga ed estenuante per Zana ma, alla fine, raggiunse l’obiettivo.
Le venne un tuffo al cuore quando, guardandosi allo specchio, vide che le sembianze della mezzelfa, avevano fatto posto a quelle della ragazza, che per Zana, significava tutto. Delle lacrime di commozione uscirono da quegli occhi, un tempo verdi e ora neri, quando la mezzelfa realizzò di aver preso le sembianze di Erin, la sua amica, nonché fiamma.
Il draconide le spiegò che la magia agiva prettamente sui ricordi, ed essendo quello di Erin il più forte, la magia le ha impresso quelle sembianze. La ragazza decise però di non assumere il nome di Erin, quello lo volle tenere nei suoi ricordi, ma decise di farsi chiamare Syaran, Syaran Vallanstein.
Syaran cominciò ad allenarsi con anima e corpo nella magia e in più si fece iniziare anche al culto di Tiamat, la divinità draconica dalle 5 teste col dominio dell’inganno. All’età di 30 anni, la giovane Syaran era diventata oramai una strega provetta, capace sia di uccidere grazie all’arte degli assassini, sia grazie alla magia che la runa di Tiamat, sul palmo destro della sua mano, ottenuta col giuramento ad essa, le offriva.
Venuta poi a sapere della conquista e quindi, immediata colonizzazione delle Terre Maledette, la ragazza decise di unirsi all'entourage di Braugar per cercare un'occupazione a corte, degna delle sue abilità.
Education
Addestrata come sicario da la "Gilda", addestrata alle arti magiche da Merphistophelin, il Dragonborn stregone
Mental Trauma
A causa di un piccolo errore di pianificazione, Syaran perse la Erin, la persona che più amava
Morality & Philosophy
Lealtà agli amici e mai agli ideali
person.sexuality
Lesbica
person.gender_identity
Female
Known Languages
Elfico, Draconico, Comune
Social
Birthplace
Helso(Braugar)