Vhar-Kazet

Vhar-Kazet è la più grande e fortificata tra le città del Vestibolo, un baluardo imponente noto con il soprannome di Frontiera delle Ombre. Sorge a soli quindici chilometri a nord dalla famigerata Fortezza delle Ombre Riflesse e conta circa diecimila anime che, ogni giorno, convivono con l’ansia tangibile della vicinanza al Vuoto. La popolazione è composta principalmente da umani, che costituiscono il sessanta percento degli abitanti, seguiti da elfi, nani, gnomi e halfling. Una piccola percentuale include anche tiefling, mezzorchi, aasimar e altre razze che trovano in Vhar-Kazet un rifugio, un’occasione o un'ultima possibilità.

L’intera città è protetta da massicce mura di pietra scura, irte di torri di guardia presidiate giorno e notte dalla milizia cittadina e da pattuglie di mercenari reclutati da ogni angolo di Erunia. I pericoli provenienti dal Vestibolo, così come le minacce interne, rendono necessario un apparato difensivo costante e spietato. Vhar-Kazet è una città dura, forgiata dalla tensione perenne che vibra nelle sue strade e nei suoi abitanti. La sua economia si regge sul commercio di materiali rari provenienti dalle spedizioni nel Vestibolo, sulla presenza della Soglia dell'Insondabile e sull’indotto di viaggiatori, ricercatori e combattenti che passano da qui per tentare la sorte nelle terre corrotte.

Il cuore pulsante della città è il Crocevia della Soglia, una grande piazza lastricata in pietra nera e grigia dove ogni giorno si tiene un vivace mercato. Qui si possono trovare erbe provenienti dalla Landa di Derrin, minerali rari estratti a Krelmath, manufatti bizzarri recuperati intorno al Vuoto e oggetti arcani di dubbia provenienza. La piazza è delimitata da tre edifici che incarnano il potere e l’identità di Vhar-Kazet: la sede del Conestabile, che funge da centro amministrativo e tribunale cittadino; la gigantesca locanda del Gufo Nero, sempre piena di avventurieri, spie e mercanti; e il Lungo Braccio, una succursale della Soglia dell'Insondabile che ospita agenti impegnati in missioni di ricognizione, ricerca o contenimento.

Sparsi per la città vi sono luoghi altrettanto noti e significativi. L’Alambicco di Malcom è una bottega alchemica gestita da Malcom Artarix, un alchimista umano dal carattere eccentrico e dai metodi poco ortodossi, ma ampiamente rispettato per la qualità delle sue pozioni e per la sua esperienza nelle essenze del Vuoto. La Mano di Ferro è invece una fucina imponente gestita da Brumhilda e Dramhilla Ferrobraccio, madre e figlia di stirpe nanica, che forniscono armi e armature sia alla guardia cittadina che a molti membri della Soglia. La qualità del loro lavoro è leggendaria, tanto quanto il suono dei loro martelli che riecheggia tra i vicoli.

Chi cerca rifugio o svago può recarsi al Barile Danzante, una taverna animata e accogliente gestita da Nedda Piedechiaro, una halfling dal sorriso disarmante e dalla memoria enciclopedica su chi entra e chi esce dalla città. Tutt’altra atmosfera si respira nel Buco di Darreth, la prigione sotterranea governata dal famigerato Darreth Vhermen, un tiefling dalla reputazione terribile, temuto da detenuti e secondini. La disciplina qui è mantenuta con metodi brutali, e pochi escono dal Buco senza traumi.

Il Forte di Vhar-Kazet, più comunemente chiamato semplicemente “il Forte”, ospita il comando della guardia cittadina, sotto la guida della capitana Gazurah Malurab, una mezzorca rispettata in tutta la città per la sua rettitudine e il suo pugno di ferro. Accanto alla forza pubblica agisce la gilda dei Protettori di Via, la cui sede, il Portico di Via di Vhar-Kazet, è un edificio antico e austero dove si organizzano le spedizioni nel Vestibolo, si arruolano scorte per carovane e si gestiscono operazioni di vigilanza fuori dalle mura.

In mezzo a tutto ciò s’innalza il Tempio dell’Equilibrio, un santuario dedicato alla divinità Nex, l'Equilibratore, dove il Gran Sacerdote Xanleath Lorafen, mezzelfo di profonda saggezza e sguardo inquieto, guida riti silenziosi e offre conforto a chi sente la corruzione del Vuoto insinuarsi nei propri pensieri. Il tempio, costruito con pietra che pare mutare leggermente d’aspetto con la luce lunare, è anche un luogo di studio e meditazione per coloro che cercano di comprendere gli enigmi del Vuoto.

Vhar-Kazet è una città che vive sull’orlo del baratro, ma proprio in questo costante confronto con l’ignoto trova la sua forza. I suoi abitanti, temprati dalla vicinanza con il Vuoto, sanno che ogni giorno potrebbe essere l’ultimo, e proprio per questo affrontano la vita con una determinazione feroce, un pragmatismo acuminato e, in alcuni casi, una follia contagiosa.

Infrastrutture

Vhar-Kazet, benché costruita sull’orlo del mistero e della follia che il Vuoto emana, poggia le sue fondamenta su un’efficiente rete idrica che garantisce la sopravvivenza della sua popolazione e la stabilità della sua economia. Alla base della vita cittadina vi è una vasta falda acquifera nascosta sotto la città stessa, un dono geologico tanto raro quanto prezioso in una regione costantemente minacciata da distorsioni e contaminazioni. La falda viene alimentata da un sistema naturale di ruscelli che scendono dalle montagne ad est della città, filtrando tra le rocce e i depositi sotterranei fino a raggiungere le cisterne profonde costruite ai tempi della fondazione.

Nel cuore delle viscere di Vhar-Kazet si cela un intricato sistema di canali, condotte e camere sotterranee, un'opera di ingegneria risalente a secoli fa, concepita tanto per proteggere l’approvvigionamento idrico quanto per garantire l’igiene pubblica. Le acque nere e i residui delle attività urbane vengono convogliati verso i bassifondi sotterranei attraverso una fitta rete fognaria. Questa rete si dirama sotto ogni quartiere della città, dalle torri più alte del distretto nobiliare alle strade fangose dei mercanti. Le cisterne più profonde fungono anche da bacini di raccolta, regolati da chiuse e filtri incantati, spesso ispezionati dagli ingegneri idraulici della città e, in alcuni casi, sorvegliati dalla milizia per prevenire sabotaggi o intrusioni anomale.

L’acqua che sgorga dalla falda non solo rifornisce le fontane, i pozzi pubblici e le abitazioni, ma viene anche deviata attraverso canali secondari verso le terre agricole fortificate che circondano Vhar-Kazet. Questi campi, pur essendo costantemente esposti al rischio di contaminazione magica proveniente dal Vuoto, vengono mantenuti produttivi proprio grazie a un sistema di irrigazione preciso e ben regolato. Le canalette scorrono parallele a basse mura protette da incantesimi, riducendo l’influsso del Vuoto sulle colture e garantendo una parziale autosufficienza alimentare alla città. L’agricoltura di Vhar-Kazet, seppur limitata, è una componente essenziale della sua resilienza, e il funzionamento della rete idrica è considerato sacro quasi quanto i riti officiati nel Tempio dell’Equilibrio.

L’intero sistema, benché antico, viene tutt’ora ampliato e mantenuto da una casta di tecnici e operai specializzati, noti come i Canalari, una corporazione semi-indipendente che opera nelle profondità della città. Alcuni racconti popolari parlano di tunnel abbandonati, zone sigillate da decenni, infestati da forme mutanti o da spiriti liquidi, entità nate dalla contaminazione incrociata tra magia corrotta e acqua stagnante. Veri o no, questi racconti alimentano un alone di mistero intorno al ventre di Vhar-Kazet, ricordando a tutti che persino le acque più pure scorrono sopra un abisso insondabile.

Maps

  • Vhar-Kazet
Nomi Alternativi
Frontiera delle Ombre
Tipo
Town
Popolazione
Circa 10.000 abitanti
Nome Abitanti
Kazetiani
Luogo sotto
Proprietario/Sovrano
Personaggi in Loco


Cover image: by Chris Cold

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