Il Gran Concilio Nomadiano

Gathering / Conference

1113BCE
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Nel primo giorno di dicembre, con la città di Balar ancora scossa dagli eventi della notte precedente, al sorgere del sole l'Ashaurun Ghotran venne svegliato da un fratello nomadiano che gli disse di avere durante la notte letto le ossa per paura, e che un'oscuro presagio lo aveva turbato.

Fu chiaro per il sacerdote che era necessario convocare un concilio per discuterne e con l'occasione si sarebbe anche affrontato il giudizio per Bruno, che ancora doveva rispondere delle sue offese verso il clan.

Bruno venne dunque convocato da un Sahir’im che lo scortò fino al campo nomadiano, uscendo dalla Gilda degli Ammazzadraghi si formò un piccolo corteo di curiosi tra i quali Leona Morrigan Modinia.

Arrivati al campo il gruppo vide il gran concilio della tribù con gli anziani, Sahir’im e l'Ashaurun disposti nel mezzo di un ampio spiazzale soleggiato a formare un ampio cerchio seduti a gambe incrociate. Bruno venne portato al centro.

Senza indugiare in prediche Gothran, spiegò come il gildano dovesse sottoporsi all'ordalia delle sabbie, un pellegrinaggio fin nelle desertiche terre di Nomadia dove si sarebbe dovuto ricongiungere a Nak e il suo clan familiare, i quali per l'onta ricevuta dovevano anch'essi compiere il rituale di purificazione, e sotto la luce dei due soli sposare la fanciulla.

Il mezz'elfo a giudizio presto iniziò a inveire contro le usanze di questo popolo che non riusciva davvero a comprendere: il bruto atteggiamento di uomini che non davano considerazione alle vere guide delle comunità, decidendo per le loro donne e non permettendo loro la libera parola, che per delle parole di troppo sfuggite a un uomo dalla testa leggera come Borro Cucinaduro avevano bandito i loro stessi fratelli verso un viaggio periglioso, e che adesso lo minacciavano e gli chiedevano conto per quello che era stato il più puro degli incontri.

Di fronte a questa sconsideratezza l'intero concilio iniziò a battere le nocche sul terreno, una guardia placò Bruno con la forza e non appena tornò il silenzio l'anziano Saigen prese parola, spiegò come l'offesa di uno fosse l'offesa di tutta la comunità e come dunque l'anello debole che era stato Bruno ora doveva rispondere alle sue colpe.
Per lui l'uomo dalla pelle scura aveva perso il diritto alla parola, e non era degno delle sabbie del deserto, la soluzione poteva solo essere una se si continuava così.

Non fosse stato per l'intercedere di Morrigan (che fintasi uomo prese parola) la situazione sarebbe presto degenerata, riusciti a placare Bruno, sotto suggerimento dei gildani ci si accordò che il giorno stesso il mezz'elfo sarebbe partito scortato da una compagine nomadiana e accompagnato dai suoi fratelli avventurieri fino all'Albero Nero dove solo lui avrebbe messo piede nelle sabbie ancestrali dei due soli e sarebbe andato incontro al suo fato.

Una volta allontanati gli stranieri il concilio continuò ancora un po', fino a che il sole splendeva alto allo zenit.
E sotto questa luce il presagio oscuro venne discusso.
Se dall'oriente vi erano nubi e oscurità si dipanava dall'albero portale, allora il popolo del deserto doveva andare a portare la luce e assicurarsi che il destino delle proprie terre fosse sicuro.
Lo stesso Gothran sarebbe allora partito con una carovana del clan per recarsi presso la stessa metà del mezz'elfo postulante.

Pino Lo Scaltro


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