Borro Cucinaduro
La storia di Borsko Florianis vede la luce quasi 40 anni or sono, viè alla luce da una amorevole madre, Rhayra Florianis, una bellissima donna dai capelli ramati e dagli occhi glaciali che come pochi sapeva esprimere il suo affetto verso suo figlio e il creato, cosa che mostrava a chiunque tramite i suoi giardini floridi e soavi, suo padre Arnoldo Florianis, era un nobile uomo di una piccola contea di Sicus, sita vicino a Florinda, un uomo modesto, spigoloso ma ligio al dovere, una mascella squadrata e uno sguardo smeraldini deciso descrivevano perfettamente la personalità di quest' ultimo.
La famiglia visse bene di commercio, doveri e di buona reputazione, finché arrivati gli undici anni di Borsko arrivò la guerra, essa portò via tutto ciò che c'era di buono, i fiori di sua madre, i beni del padre, la loro casa e la loro vita.
La confusione e la violenza della guerra lasciarono Borsko con niente più che cenere e necessità nel sopravvivere, si rese subito conto che il suo nome e il suo titolo gli avrebbero portato solo guai in guerra e così decise di cambiare identità, armato di buona volontà e molta poca voglia di andare in guerra, Borro si arruolò nell'esercito, ma convinse per fortuna e abilità, che sarebbe stato meglio per lui impugnare una pentola più che una spada e così per la maggior parte della sue esperienza militare stette ad ascoltare per anni le difficoltà e le esperienze di soldati e superiori senza quasi mai esserne toccato, già a 20 anni aveva preparazione culinaria invidiabile e sentendo le genti sapeva più o meno di cosa gli necessitava oltre un buon pasto, di lamentele ne sentì a bizzeffe, d'altronde il momento migliore per parlare dei propri problemi è davanti a del cibo caldo, lui lì con il suo mestolo e il resto della strumentazione che pesavano ciascuno quanto un arma da battaglia essendo tutto durevole e fatto di ottone, si fece i muscoli cucinando e per caso e necessità si trovò anche a allenarsi di spada con qualcuno che lo prese in simpatia, le sue armi predilette erano quelle di grandi dimensioni, "quelle che finiscono il lavoro in fretta" gli disse un suo amico di quei tempi.
Ebbe 28 anni quando la guerra finì, giovane e carico di esperienza Borro ormai aveva abbandonato la sua vita e il suo vecchio nome, della sua casa non restava altro che macerie e ricordi e lungi da lui rivendicare il nome di famiglia, d'altronde imparò molto bene una cosa "se non vuoi attenzioni indesiderate, non tirartela troppo e vola basso", o almeno questo era ciò che lo aveva fatto sopravvivere bene senza troppi pesi sulla schiena, così spensierato, iniziò la sua nuova vita da avventuriero, alla scoperta di un mondo finalmente privo di guerra, ma non prive delle conseguenze che la guerra aveva portato con sé, diffidenze, paure e discordie ornavano comunque la terra che traversava, ingenuamente pensava ai giardini di sua madre, quei ricordi profumati e saturi di colore hanno sempre avuto un effetto positivo sulla visione del mondo di Borro, il suo umore era alto e passò il tempo a ricercare fortune, artefatti, esperienze, accorpandosi a gruppi di avventurieri offrendo supporto culinario e una man forte quando serve.
Dopo molteplici avventure e esperienze che formarono Borro, anni dopo si trasferì nella tranquilla cittadina di Balar, che accolse lui e le sue leccornie e lì conoscendo la Gilda degli Ammazzadraghi le sue avventure si infittirono ma la sua pazienza come la sua sanità mentale fu messa a dura prova, proprio come la pace di quest' isola che ancora una volta viene adombrata.
La Morte di Borro
Borro morì durante gli eventi de L'Allagamento di Balar, venendo trasformato nella Statua Di San Borro e canonizzandolo come San Borro.
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