Modinia

Gran parte della vita di Modinia si sviluppa tra boschi e foreste, tra la caccia per la sopravvivenza e i rifugi mal messi. Per anni non ebbe un nome, un volto, non fu nessuno se non un lungo serpente verde, chiunque la evitava, i malandri tra i boschi urlavano vedendola e i bambini, piccoli esseri che l’hanno sempre incuriosita, non le rivolgevano mai nessuna attenzione.

Da che ne avesse memoria è sempre stata sola guidata dal suo istinto, senza nessuno scopo; fin quando trovò rifugio tra un gruppo di uomini bestia. I Fomori la accolsero come un qualsiasi animale, le diedero un nome, a volte le lanciavano persino qualche topo, la vita scorreva lenta e monotona.

Tutto restò identico a sempre fin quando, tra gli alberi, Modinia notò che gli uomini bestia furono coinvolti in una battaglia; non riuscì ad individuare bene gli avversari, provò ad avvicinarsi, ma proprio in quel momento un bagliore immenso riempì tutto lo spazio intorno a sè. Modinia si svegliò tempo dopo e si accorse sin da subito che qualcosa non andava: il suo lungo corpo sinuoso aveva lasciato spazio a lunghe gambe, orecchie affilate e dita nodose.

Corse malamente cadendo più volte verso un lago, un fiume o qualsiasi forma d’acqua in cui specchiarsi e brevemente realizzò di essere diventata una creatura simile a quella che gli umani chiamavano elfi; conservava però il verde brillante della sua pelle. Ripensò al bagliore e si rese conto che ricordava un solo volto tra i nemici: quello di un uomo, sfregiato, dalla pelle dorata e capì che fosse fondamentale ritrovarlo per tornare alla sua forma originale. Vagando tra i boschi incontrò un mezz’orco, si presentò come Branca. Stava ai margini della città di Balar insieme a un certo Bab a costruire una struttura di tronchi; gli chiese se conoscesse il famoso uomo con la benda e Branca, senza esitazione, indicò che poteva trovarlo in città: il suo nome era Bruno.

Fu così che Modinia conobbe i gildani e, solo dopo aver capito il loro obiettivo e cosa fosse successo in quel bosco, decise di unirsi a loro. Il serpente, ormai elfo, scoprì nel tempo che, non solo era in grado di tornare alla sua forma originale per brevi periodi, ma che fosse anche capace di assumere altre sembianze animali grazie alla sua affinità alla natura e alla magia. La grande scoperta che diede un senso a questa sua nuova strana esistenza fu conoscere Morrigan, la donna in maschera la conquistò si dal Primo incontro con la sua allegria e, in breve tempo, decise di unirsi al suo Teatro delle Tre Rose. Le due parteciparono a diverse battaglie insieme, di cui poi cantavano in teatro e Modinia realizzò brevemente che le emozioni che poteva regalare il teatro sarebbero state lo scopo della sua vita; decise, dunque di lasciare le guerre ai guerrieri e si stabilì definitivamente a teatro.

Nessuno seppe mai quale fosse stata la scintilla che aveva portato l’elfo serpente a lasciare la battaglia, ma da quel momento tra i bambini si vociferava che ad ogni luna piena si potesse scorgere il mulo bianco di Morrigan in compagnia di un cervo dalle lunghe corna.


Commenti

Please Login in order to comment!