Ghotran
Ghotran nacque nel cuore del deserto di Nomadia, figlio di una tribù errante di Nomadiani che venerava con assoluta devozione il Culto dei Due Soli , Ashar’dun e Nishar’dun.
Fin dalla sua infanzia, si distinse per il suo intelletto acuto e il suo fervore spirituale. A soli dodici anni, durante la Notte del Silenzio, udì il vento delle dune sussurrargli un presagio:
“Le stelle cadranno e la sabbia sarà sollevata in un soffio oscuro. Segui la luce dell’ultimo tramonto.”
Gli anziani della tribù interpretarono questo come un segno del favore divino, e Ghotran venne affidato agli Sahir’im, i sacerdoti nomadiani, per essere iniziato ai misteri della fede e dei riti sacri. Sotto la guida dell’anziano Harun il Custode, Ghotran studiò i testi incisi sulle pietre sacre, imparò i canti del mattino e del crepuscolo, e si immerse nelle antiche profezie dei Nomadiani. Divenne un Sahir’im, un sacerdote-guerriero, consacrato alla difesa spirituale e fisica del suo popolo. Guidava i rituali all’alba e al tramonto, purificava l’acqua dei viandanti e predicava la forza dell’equilibrio tra i Soli Gemelli. Tuttavia, il suo cuore era inquieto. Sentiva che il deserto nascondeva un destino più grande per lui e per il suo popolo.
L'Avvento dell'Albero Nero
Un giorno, un oscuro presagio giunse dalla parte più remota di Nomadia, un Albero Nero, immenso e contorto, era apparso al centro di una landa che fino ad allora era stata solo sabbia e rovine. Le sue radici si intrecciavano alla roccia come artigli, e i suoi rami sembravano bruciare senza consumarsi. Nessun Nomadiano aveva mai visto qualcosa di simile. I più anziani sussurravano che si trattasse di una maledizione, l’ombra di un dio dimenticato. Ma Ghotran non era convinto. Nelle fiamme nere dell’Albero, egli vedeva la manifestazione di un’antica profezia: “Quando i Due Soli taceranno e l’ombra si allungherà sulla sabbia, un varco si aprirà verso il domani.” Ghotran radunò il suo clan e, con il coraggio dei fedeli, si avventurò sotto le fronde dell’Albero Nero. Al centro del tronco, vi era un portale di luce oscura, un’energia pulsante che sembrava attirare a sé la sabbia del deserto. Alcuni gridarono al sacrilegio. Altri pregarono i Due Soli di dar loro un segno. Ma Ghotran, con il cuore colmo di fede, posò una mano sul portale e vi scomparve dentro, seguito dal suo clan.
L'Arrivo a Balar e la nuova Profezia
Quando Ghotran e i suoi seguaci riemersero, si trovarono in un mondo nuovo: la città di Balar, vibrante di vita e culture sconosciute. Qui, la sabbia del deserto era sostituita da pietra e metallo, e il cielo sembrava oppresso dal peso di una luce estranea. Il popolo di Balar, vedendo i Nomaduani emergere dall’oblio, li accolse con diffidenza, ma Gothran sapeva che era il destino a condurli lì. Il sole di quel mondo non era più doppio, ma singolo, eppure, nelle ombre proiettate dai suoi raggi, Ghotran vide il riflesso del Sole del Tramonto. Convinto che i Due Soli lo avessero mandato in quel luogo per uno scopo, Ghotran iniziò a predicare la parola della sua fede a Balar, guadagnandosi il rispetto di alcuni e la paura di altri. Quando il vecchio Ashaurun della sua tribù Saigen, fu impossibilitato a guidare la caccia rituale nel deserto, fu costretto a lasciare il suo ruolo a Ghotran, nuova guida dei figli dei due soli. Così, il giovane sacerdote divenne Shur’an dei Nomadiani a Balar, portando la saggezza del deserto in una città di pietra e ferro. Ora, Ghotran ha una missione: ricostruire l’equilibrio tra i Due Soli anche in questo nuovo mondo, scoprire il vero scopo del Portale dell’Albero Nero, e proteggere il suo popolo in una terra straniera che potrebbe essere la loro rovina o la loro salvezza.

Ghotran, il Profeta della Sabbia e del Sole
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