Hastiani: Tribù di Hast
Geografia:
Le tribù di Hast occupano una vasta regione situata al centro del continente di Varsi, caratterizzata da un ambiente variegato e ostile. Questa terra è bagnata a ovest dal mar Utvendig e delimitata a est dalla regione di Orm, separata dai monti Vul. Numerose paludi si estendono nel territorio, tra cui la più grande e significativa è Namag, nota per essere l'habitat natale e infestato dagli Shavij, una specie di insettoidi peculiare della zona. Il clima è prevalentemente mite, ma si differenzia in base alle aree. Le steppe, battute da forti venti, dominano il paesaggio; tra queste, la steppa di Gàzar si distingue come la più vasta del continente, una distesa verde ideale per il pascolo. Tuttavia, altre zone risultano aride e inospitali, con un clima rigido reso ancor più aspro dal vento Ovorkangai, un fenomeno invernale pericoloso per la sua intensità. La coltivazione è quasi impossibile a causa delle condizioni climatiche, il che favorisce lo sviluppo di comunità nomadi dedite all'allevamento. Un elemento unico del territorio è la presenza di una gigantesca radice di Yggdrasil, che emerge dal terreno formando il monte Sum, una colossale montagna lignea. Questo luogo ospita una fauna straordinaria, tra cui gli "occhi delle vette", creature simili ai camosci, ma dotate di un occhio aggiuntivo sulla fronte, adattamento evolutivo che li rende unici. La regione di Hast, con le sue peculiarità naturali e climatiche, rappresenta una sfida continua per chi la abita, ma offre anche risorse e biodiversità che non si trovano altrove.Origine e aspetto:
Secondo le leggende delle popolazioni delle steppe, gli uomini vennero creati dal Grande Spirito, che soffiò sul vento per dar loro forma e li dotò dei cavalli come compagni inseparabili, simbolo di libertà e forza. Storicamente, queste genti furono sempre organizzate in sei tribù distinte, ma conobbero un breve periodo di unità sotto la guida del leggendario Ikh Khan, che nel 1350 riuscì a unificarle in un unico popolo. Tuttavia, alla sua morte, le tribù si divisero rapidamente, tornando alla loro tradizionale autonomia. Gli hastiani, abitanti delle steppe, presentano tratti fisici distintivi: occhi a mandorla, capelli e occhi neri, pelle leggermente scura e un’altezza media di circa 165 cm. Indossano abiti prevalentemente realizzati in pelle, pratici e adatti al clima, spesso ornati con tatuaggi rituali che narrano storie personali o simbolizzano legami spirituali. La loro aspettativa di vita è di circa 60 anni, in linea con le sfide del loro ambiente e del loro stile di vita nomade, sempre in armonia con i ritmi della natura e del vento che considerano sacri.Politica:
Il territorio degli Hastiani è suddiviso in sei zone, ciascuna occupata da una tribù nomade e indipendente. Le tribù seguono diverse forme di governo basate su tradizioni antiche, tre di esse — Mör, Böön e Övdög — sono guidate da un Khan, un potente guerriero e condottiero scelto per meriti o per discendenza. Le altre tre tribù — Plint, Khöl e Ovoilt — seguono invece la guida di un Arcidruido, leader spirituale e custode delle tradizioni sciamaniche. Questa dualità tra forza militare e saggezza spirituale rappresenta un equilibrio fondamentale nella cultura hastiana. La giustizia viene amministrata dagli Azarga, capi delle piccole comunità note come Harras. Essi giudicano i crimini con severità e dispongono di tre punizioni principali: la morte, riservata ai reati più gravi; la maledizione, un rituale eseguito da sei druidi che infligge una forte allergia ai cavalli, escludendo il colpevole dalla vita nomade; e l'esilio nelle paludi, una condanna temuta per le sue implicazioni di isolamento e pericolo. Il potere politico e il prestigio di ogni individuo sono strettamente legati al numero di tatuaggi rituali che possiede, un simbolo di status e merito. Il massimo riconoscimento è rappresentato da sei tatuaggi, riservati ai leader che incarnano la guida dello stato. Recentemente, sotto l'ascesa del grande Batu Khan, il clan Övdög ha intrapreso una campagna di conquista che ha portato alla riunificazione della maggior parte delle tribù hastiane in un unico regno. Questo evento segna un momento cruciale nella storia del popolo delle steppe, unificando forze che da secoli erano frammentate, e ponendo nuove basi per il futuro del territorio e della sua cultura.Organizzazione Militare:
Ogni tribù hastiana mantiene il proprio esercito, essenziale per la protezione e la sopravvivenza delle comunità nomadi. La loro abilità nel combattimento a cavallo è leggendaria, tanto che ogni hastiano possiede almeno un cavallo, considerato non solo un mezzo di trasporto, ma un compagno vitale. Rinomati come la miglior cavalleria leggera del continente, eccellono come arcieri a cavallo e sono maestri nell'uso di giavellotti, lance e spade ricurve. In battaglia campale si distinguono per la loro velocità e capacità di manovra, che li rendono difficili da affrontare, ma sono completamente inadeguati nelle battaglie navali. Essendo un popolo nomade, non possiedono città fortificate; ogni tribù si distingue invece per le proprie specialità militari. La tribù Övdög è famosa per la sua cavalleria pesante, i Tömör, guerrieri corazzati di grande resistenza e forza d'urto. I Böön schierano i temuti Zorig, combattenti selvaggi e inarrestabili, noti per il loro coraggio e la ferocia in battaglia. Gli Ovoilt integrano la forza militare con la magia, utilizzando i Shid, potenti unità di druidi capaci di scatenare forze naturali devastanti. I Khöl dispongono dei Kruums, druidi in grado di trasformarsi in bestie durante il combattimento, aumentando la loro letalità sul campo. Infine, la tribù Plint vanta i Saigar, guerrieri altamente addestrati e versatili, che rappresentano un'élite tra le truppe hastiane. Questa diversità di specializzazioni e l'abilità innata nella guerra mobile rendono gli eserciti delle tribù hastiane temibili in ogni conflitto terrestre, capaci di sfruttare il loro ambiente e le loro competenze per sopraffare avversari meno flessibili.Economia:
Gli hastiani sono noti per la loro debolezza sul piano commerciale, una conseguenza diretta del loro stile di vita nomade e della recente adozione della moneta comune, che ancora fatica a sostituire il tradizionale sistema di baratto. I loro principali beni di scambio includono pelli pregiate, latticini e prodotti derivati, che vengono venduti ad altri regni per ottenere beni difficili da produrre nelle steppe. La tribù Övdög rappresenta un'eccezione parziale a questa limitazione: negli ultimi anni ha stabilito un fiorente commercio con il regno di Okse, incentrato principalmente sulla tratta di schiavi, un'attività che ha permesso loro di accumulare risorse e una certa influenza regionale. Tuttavia, questo commercio è visto con sospetto dagli altri regni e non contribuisce a migliorare significativamente l'immagine generale del popolo hastiano. Nonostante la vastità del loro territorio, gli hastiani rimangono poco influenti a livello intercontinentale. Questa marginalizzazione è attribuita, oltre alla debolezza commerciale, alla bassissima scolarizzazione, una condizione legata alla loro esistenza nomade. L'assenza di istituzioni educative e la dipendenza dalla trasmissione orale delle conoscenze limitano lo sviluppo culturale e tecnologico, mantenendoli in una posizione subordinata rispetto ai regni stanziali. La pratica della schiavitù tra gli hastiani è un argomento controverso e non uniformemente accettato tra le tribù. Sebbene la tribù Övdög abbia tratto profitto da un commercio fiorente con il regno di Okse, e i Mör abbiano adottato in misura minore questa pratica per rafforzare la loro economia, essa non rappresenta un aspetto condiviso dalla cultura hastiana. Al contrario, altre tribù si oppongono fermamente a questa usanza, in particolare i Böön, che sono noti per il loro rigido rifiuto della schiavitù, considerandola contraria ai principi di libertà e rispetto che definiscono il loro stile di vita nomade.Religione:
La religione degli hastiani è profondamente radicata in una visione totemica e spiritualista, incentrata sulla venerazione del Grande Spirito della Terra, considerato l'origine e il destino di tutte le creature viventi. Ogni tribù pratica riti specifici, ma tutti condividono una profonda connessione con la natura, celebrandola come manifestazione divina. Secondo la loro cosmologia, l’aldilà consiste nel tornare al Grande Spirito, un ciclo eterno che include anche la reincarnazione, un concetto fondamentale nella loro spiritualità. I tatuaggi rituali rivestono un'importanza religiosa significativa: ogni segno sulla pelle è caricato di simbolismo e viene consacrato attraverso cerimonie officiate dai druidi, che li trasformano in emblemi sacri di identità, status e legame con il divino. I tatuaggi raccontano storie personali e spirituali, servendo come connessione permanente tra l’individuo, la natura e il Grande Spirito. La sepoltura è la forma di funerale prediletta dagli hastiani, nonostante le difficoltà derivanti dal terreno spesso duro e difficile da scavare. Questo sforzo fisico viene interpretato come un gesto di profondo rispetto verso il defunto, un atto che simboleggia la restituzione del corpo alla terra madre. I funerali sono accompagnati da riti druidici che celebrano il passaggio dello spirito nel ciclo eterno della natura, conferendo solennità e sacralità a ogni sepoltura.Tribù di Hast">Tribù di HastModa e Alimentazione:
Pragmatici e instancabili viaggiatori, gli Hastiani sono un popolo forgiato dal vento tagliente e dalle sconfinate distese dell’altopiano di Hast. Cavalieri nomadi per eccellenza, il loro abbigliamento è il riflesso del loro spirito libero e della necessità di resistere alle intemperie. Ogni capo è studiato per garantire protezione e agilità: morbidi cappelli schermano dal sole e dal gelo, mentre le khaantaz, robuste giacche imbottite senza maniche, trattengono il calore senza ostacolare i movimenti in sella. I pantaloni, ampi e resistenti, vengono infilati in stivali di cuoio rinforzato, le cui punte ricurve aiutano a mantenere il calore durante le lunghe marce. Uomini e donne indossano con fierezza il del, una veste lunga fino al polpaccio con bottoni laterali, caratterizzata da maniche ampie e colletti rialzati, ideali per schermarsi dal vento dell’altopiano. Cinte strette attorno alla vita non solo donano un aspetto elegante e imponente, ma offrono anche un prezioso supporto durante le lunghe cavalcate. Gli Hastiani amano decorare i propri abiti con motivi tradizionali: orli ricamati, maniche ornate e colletti decorati raccontano storie di clan, viaggi e lignaggi. Per gli Hastiani, il latte non è solo un alimento, ma il cuore stesso della loro cultura culinaria. Fonte di nutrimento essenziale, viene consumato fresco o trasformato in una varietà di prodotti, tra cui il celebre Kumis, una bevanda fermentata dall’inconfondibile sapore pungente, apprezzata sia per il suo calore nelle fredde notti d’altopiano che per il suo valore rituale nelle celebrazioni tribali. L’alimentazione hastiana è semplice, forgiata dalla vita nomade e dalle risorse della prateria. Le verdure sono rare e limitate a quelle che possono essere raccolte nei pascoli o trovate allo stato selvatico, così come i frutti spontanei che talvolta arricchiscono la dieta. La carne, invece, è protagonista: arrostita sul fuoco, essiccata per i lunghi viaggi o cotta in stufati densi e saporiti, fornisce l’energia necessaria per affrontare le lunghe giornate in sella. Un dolce tipico e molto amato è l’Aaruul, una sorta di biscotto secco ricavato dal latte cagliato ed essiccato all’aria aperta, poi tagliato in piccoli cubetti.Personalità e tradizioni:
Nelle sterminate steppe di Hast, dove il vento ulula e la terra si estende senza confini, gli Hastiani conducono un’esistenza nomade, sempre in movimento tra pascoli e terre di caccia. Le loro dimore sono le yurte, tende robuste e facilmente trasportabili, progettate per resistere ai venti gelidi delle pianure. Il loro sostentamento si fonda sull’allevamento, con cavalli e montoni che rappresentano non solo una risorsa economica, ma il cuore stesso della loro cultura. In una terra povera di alberi, il combustibile più prezioso è lo sterco essiccato del bestiame, utilizzato per scaldarsi durante le notti d’altopiano. Ogni tribù hastiana si distingue per tatuaggi tribali, incisi con inchiostro o tramite scarnificazione. Più tatuaggi un individuo possiede, maggiore è il suo prestigio: sei sono il massimo onore, riservati ai capi e ai grandi guerrieri. Nonostante questa forte identità comune, le tribù spesso si scontrano tra loro in lotte intestine, spinte da ambizioni territoriali e antiche rivalità. La vita nomade è resa ancora più dura dalla presenza degli Shavij, creature insettoidi che infestano le paludi, tormentando uomini e animali e costringendo le tribù a evitare intere regioni. Ma se c’è una costante nella vita degli Hastiani, è il cavallo. Per loro, questi animali non sono semplici mezzi di trasporto, ma compagni sacri, simboli di libertà e forza, un dono del Grande Spirito. Il rispetto per gli anziani è un pilastro della società hastiana: essi incarnano la saggezza delle generazioni e detengono il compito di tramandare storie, leggi e tradizioni. In battaglia e nei giochi, gli Hastiani dimostrano il loro spirito fiero, sfidandosi in gare pericolose a cavallo, dove cercano di smontare gli avversari in spettacolari duelli di destrezza e potenza. Per un popolo in cui la vita è un ciclo sacro, l’esistenza dei mezzosangue è vista con timore e diffidenza. Essi non possono generare discendenza e sono esclusi dal flusso della reincarnazione, rappresentando un’anomalia che scuote l’ordine spirituale della tribù. Gli Hastiani vivono con poco, si accontentano di ciò che la steppa offre e rispettano profondamente le loro usanze. Sono umili, ma mai deboli: finché le loro tradizioni vengono rispettate, non creano problemi, ma chiunque osi disprezzare il loro stile di vita scoprirà sulla propria pelle la spietata giustizia delle steppe.Rapporti con le altre nazioni:
Gli Hastiani sono da sempre esclusi dai grandi mercati di Varsi e Hode, visti come selvaggi incapaci di costruire un commercio stabile, soprattutto dagli Ormiani e dai Ghalariani, in particolare dopo gli eventi della città accademia di Hoodedcrow temono particolarmente gli abitanti di Ghala. La loro economia nomade li ha tenuti ai margini, ma non hanno mai cercato l’approvazione di chi abita nelle città di pietra. Solo i Warghiani li hanno sempre trattati da pari, condividendo con loro una fratellanza nata dalla durezza della vita e dalla reciproca lealtà, mentre con gli Oksiani sono recentemente nati scambi commerciali. Ma ora le steppe di Hast sono sconvolte dalla guerra di Batu Khan, un conquistatore che sogna di unificare tutte le tribù sotto un unico vessillo.Personaggi importanti:
Batu Khan (leader della Tribù övdög), Arcidruido Altai (leader della tribù Khöl)-
Razziali:
Razziali Hode e Varsi