Geological / environmental event
Durante una spedizione diretti verso l'Albero Nero nel centro di Sicus i gildani Bruno, Borro Cucinaduro, Leona e Morrigan si ritrovarono tra i resti di una vecchia foresta che nei mesi di scorribande precedenti era stata arsa e derubata dell'antico splendore. Lì, nei pressi di una pozza, il gruppo incontrò un cinghiale che si abbeverava, bisognosi di risorse decisero di cacciare la bestia, e dopo la (forse inappropriata) morte dell'animale qualcosa nella foresta parve fremere.
Dai resti della radura fece capolinea un Orco sterminatore accompagnato da due lupi, con veemenza aggredì la compagine ferendo quasi mortalmente Bruno, che appena si riebbe consegnò al bruto una (stavolta) giusta morte da fulmine.
A quel punto un grido di dolore riempì il silenzio della sera e dal tronco annerito di un albero comparve il volto adirato di una driade che aveva appena perso il consorte suo schiavo, con fiamme al posto dei capelli la sua ira non sembrava placabile finanche il prode Borro con il suo pentolone del falò riuscì momentaneamente a immobilizzarla.
Leona per un momento quasi accecata dalla bellezza della fata capì che non andava distrutta, ma preservata, come la natura che li circondava, dunque la cinse e immergendosi nella polla d'acqua si inchinò di fronte a lei, scusandosi e giurandole fedeltà, la driade le baciò la fronte e le donò una tiara prendendola a consorte spontanea.
Così placata l'ira e ottenuto il perdono per ciò che uomini e orchi avevano fatto alla radura i prodi sentirono la vita nuovamente fluire nel sottobosco.
Nei giorni successivi la natura riprese a fiorire nonostante la stretta tenaglia dell'inverno continuasse ad avvicinarsi e così venne alla luce il Santuario della driade.
Pino lo Scaltro