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Farisini: Sultanato di Flodast

  1. Geografia:

    Il Sultanato di Flodast si estende tra i mari Verkaly e Endelig, godendo di un clima mite che favorisce abbondanti colture. Questo territorio è ricco di corsi d'acqua, tra cui il fiume Nehir, il più grande , che contribuisce a rendere il terreno fertile e adatto all'agricoltura. Le montagne Daglar si ergono a confine naturale, proteggendo il regno dall'avanzata del deserto di Jangwa. Le città principali sorgono strategicamente lungo le rive dei fiumi o sulle coste, sfruttando al meglio le risorse idriche e i commerci marittimi. La vegetazione è rigogliosa, caratterizzata da una flora tipica delle savane e delle aree fluviali, mentre la fauna comprende una vasta gamma di specie, tra cui leoni, tigri, giraffe e coccodrilli. Nei fiumi, l'animale dominante è rappresentato dai grandi ippopotami, che rivestono un ruolo fondamentale nell'ecosistema locale. L'economia del regno è basata sull'agricoltura, la pesca e il commercio, sostenuti da una rete di trasporti che utilizza i corsi d'acqua come principali vie di comunicazione.
  2. Origine e Aspetto:

  3. Le sette grandi caste del regno di Flodast furono unite nell'anno 821, a seguito della Guerra dei Fiumi, un conflitto risolto dalla vittoria del Clan grazie all'uso dell'artefatto leggendario noto come Ciondolo di Nafarko. I Farisiani, abitanti del regno, credono di essere stati creati dal grande dio Ruwa e condividono un aspetto caratteristico: persone robuste, veri e propri colossi di muscoli e grasso, con un'altezza media di 1,90 metri e una pelle olivastra. Indossano abiti di lino durante le stagioni calde e pesanti cappotti quando si avventurano fuori dal regno. La loro vita media è di circa 90 anni, e nascono con un'aura naturale.
  4. Politica:

    I farisini costruiscono le loro città lungo i principali corsi d'acqua del regno, sviluppando insediamenti su palafitte che vengono protetti da robuste cinte murarie e difesi da blocchi navali strategici. Le sette città di Flodast sono governate da altrettanti Sultani, la cui autorità è ereditata nelle famiglie più antiche e influenti del regno, ognuno di loro ha il controllo di una delle sette regioni, queste sono: Thari, Eluna, Tenar, Damar, Nathi, Iseta, Tamar. Questi nobili rispondono direttamente al Faraone, che ricopre il doppio ruolo di guida spirituale e politica del regno, detenendo inoltre il titolo di Sultano di Kafa. La società è organizzata in un sistema di caste che, pur permettendo una certa mobilità sociale, non consente mai di accedere al rango dei nobili. La schiavitù non è formalmente vietata nel regno di Flodast, ma risulta estremamente rara, poiché i Farisiani prediligono lavoratori liberi, ritenendo che garantiscano maggiore produttività e dedizione. Tuttavia, è possibile perdere la propria libertà a causa di gravi debiti, trasformandosi in servitù obbligata fino all'estinzione del debito contratto.
  5. Organizzazione Militare:

    L'organizzazione militare dei Farisiani riveste un ruolo fondamentale, poiché il loro territorio, ricco e prospero, è spesso bersaglio di incursioni. Per questa ragione, l'esercito è essenziale per garantire la sopravvivenza del regno, questo è suddiviso in sette forze indipendenti, ciascuna comandata da un Ammiraglio che risponde unicamente al Faraone e ai Sultani. La marina militare è il fiore all'occhiello delle forze armate Farisine, con navi da guerra temute in tutto Varden per la loro potenza e armamenti avanzati. Grazie alla ricchezza del regno, i soldati sono dotati di equipaggiamenti di alta qualità, anche se prediligono armature parziali che proteggono braccia e gambe, per un senso di virilità e comodità. I buoni rapporti con Ghala hanno permesso la fondazione di una città-accademia a Bacaklar, dedicata alla formazione avanzata dei maghi. Tra i corpi militari più rinomati si annoverano le Guardie Reali di Haikala, i Marinai Yaki e i Paladini Toshe. Inoltre, vi sono organizzazioni indipendenti celebri come i Cuochi Combattenti Dafa e i Commercianti Esploratori Ganowa, che combinano competenze non militari con un'importante presenza strategica.
  6. Economia:

    A causa delle continue aggressioni esterne, il popolo di Flodast si è isolato dagli altri regni per lunghi periodi. Tuttavia, a partire dal 1500, sotto la guida di Faraoni illuminati, Flodast ha intrapreso una politica di apertura commerciale con gli altri regni. La straordinaria ricchezza naturale del territorio ha rapidamente trasformato Flodast nella seconda potenza economica di Hode e Varsi, scatenando una rivalità sempre più accesa con i Raviani. Questa competizione ha portato a numerosi conflitti, culminati con la recente vittoria dei Farisiani nell'ultima guerra. Grazie a questo trionfo, Flodast si prepara ora a consolidare ulteriormente la propria posizione economica, prevedendo un'importante crescita nei profitti commerciali.
  7. Religione:

    La religione dei Farisiani è politeista e si fonda sul culto di sette divinità, ciascuna con un ruolo specifico e una rappresentazione unica. Ruwa, il padre degli dèi e dio delle acque, è raffigurato come un grande ippopotamo dorato, simbolo di forza e abbondanza. Duniya, madre degli dèi e dea della terra, è rappresentata come una donna in abiti umili, incarnando fertilità e modestia. Sama, dea del cielo e primogenita, appare come un ippopotamo antropomorfo armato di una lancia, simboleggiando protezione e guida. Yaki, dio della guerra e della patria, è un ippopotamo antropomorfo con scudo e alabarda, incarnazione di coraggio e difesa. Mugunta, dio della morte e della notte, è rappresentato come un ippopotamo albino avvolto in un mantello stellato e armato di pugnale, evocando mistero e fine del ciclo vitale. Abici, dio del cibo e delle feste, è un ippopotamo grasso e gioviale che tiene una caraffa di vino, simbolo di celebrazione e abbondanza. Masuwanci, dea della magia e delle arti, è un ippopotamo iridescente con un libro e un bastone, rappresentando creatività e conoscenza. La guida spirituale del regno è il Faraone, seguito dai Sultani e dai sacerdoti che amministrano i templi sparsi per Flodast. Le pratiche funerarie variano in base alla classe sociale: i più ricchi costruiscono elaborate tombe per custodire i loro beni, mentre i poveri affidano i corpi dei defunti ai fiumi, credendo nella possibilità di portare le proprie ricchezze nell'aldilà.Farisini: Il Pantheon delle Acque">Farisini: Il Pantheon delle Acque
  8. Moda e Alimentazione:

    Nel cuore delle terre dorate dei Farisini, dove il sole accarezza il suolo quasi tutto l’anno, l’abbigliamento riflette un equilibrio perfetto tra eleganza, praticità e tradizione. Le temperature miti o calde che dominano la regione hanno portato alla diffusione di tessuti leggeri come lino, seta e cotone, lavorati con grande maestria dagli artigiani locali. Gli uomini farisini prediligono indumenti ariosi, tra cui il classico shendyt, una gonna corta e funzionale, oppure la galabeya, una veste lunga e ampia che scivola sulle forme con regale semplicità. Entrambi i capi sono spesso decorati con motivi geometrici o simboli religiosi cuciti a mano. Le donne, emblema di grazia e colore, indossano il raffinato kalasiris, un abito lungo e fluente che avvolge il corpo, stringendosi sul busto in un corpetto finemente ricamato. Ricami elaborati, perline scintillanti e fili d’oro ornano i bordi. Uomini e donne condividono una passione per i gioielli, considerati non solo ornamento, ma anche segno di status e protezione. Collane d’ambra, bracciali d’argento, anelli smaltati e orecchini scolpiti nei metalli più pregiati adornano quotidianamente la popolazione. Quando i Farisini si allontanano dalla loro terra — per mare o verso climi più rigidi — il loro vestiario muta drasticamente. I sandali vengono sostituiti da scarponi robusti, e i drappi leggeri da giacconi pesanti di cotone spesso o lana importata. In viaggio, molti adottano braghe pratiche e tuniche imbottite, senza però rinunciare a un tocco personale, come una cintura ricamata o un pendente in argento. La cucina farisina è una festa per i sensi, sono celebri in tutto il continente per le loro abilità culinarie e il loro amore per l’alcool — in particolare per il vino rosso, che producono in quantità e qualità eccezionali. Lo street food è una vera e propria istituzione: tra i vicoli delle città, il profumo di Sanbusek fritti e dolcetti speziati si mescola con quello delle carni arrostite e delle zuppe aromatiche. I farisini amano i sapori intensi, e spezie come il cumino, il coriandolo, la cannella e il cardamomo sono utilizzate con abbondanza in ogni piatto. Una delle specialità più iconiche è la Molokhia, una zuppa densa e amara dal colore verde profondo, ottenuta da una pianta autoctona. Viene consumata calda, accompagnata da pane piatto o riso, e spesso arricchita con aglio e limone. Mangiare per un Farisino non è solo nutrirsi: è un rito sociale, un’occasione di scambio, un atto di piacere e di orgoglio nazionale.
  9. Personalità e tradizioni:

    Popolo dal sangue caldo e dall’anima fiera, i Farisini sono noti per il loro acceso nazionalismo e il profondo senso di solidarietà interna. Cresciuti nella convinzione che il proprio regno sia il più glorioso tra le nazioni, i Farisini tendono a guardare gli stranieri con diffidenza, se non con velata superiorità. Tale atteggiamento, pur non sfociando in aperta ostilità, rende difficile guadagnarsi la loro fiducia, ma una volta ottenuta, può valere più dell’oro. La loro società si fonda su un rigido sistema di caste familiari. Il primogenito eredita sempre il mestiere del padre, mentre il secondogenito segue le orme della madre. Solo a questi due spetta l’eredità materiale e spirituale della famiglia. Gli altri figli, pur accuditi con affetto, sono costretti a reinventarsi, spesso diventando avventurieri, mercanti erranti o artigiani indipendenti. Questo sistema rende i Farisini fin da giovani ambiziosi, temprati alla sfida di doversi conquistare un posto nel mondo. I nuclei familiari sono monogami e generalmente molto numerosi: una famiglia con otto o dieci figli non è affatto rara. L’istruzione è fortemente incentivata: i nobili vantano un livello culturale elevato, mentre tra il popolo l’alfabetizzazione è funzionale ai mestieri e ai ruoli sociali. La cultura farisina è fortemente ancorata alla tradizione e alla protezione del proprio clan. Atti come l’omicidio o il furto tra membri dello stesso gruppo sono puniti con severità, mentre gli stessi crimini, se compiuti ai danni di uno straniero, sono talvolta ignorati o persino giustificati. Per i reati più gravi esiste una forma di pena capitale unica nel suo genere: la condanna al Mutawa, un letale colibrì mangiauomini allevato in apposite voliere. Il cognome varia a seconda della classe: i nobili mantengono quello della loro casata, mentre gli altri assumono un cognome derivato dal mestiere e dal luogo d’origine, come Antonio Falegname di Burun. Tale convenzione rafforza l’identità di casta e il legame con la comunità. I mezzosangue sono visti con disprezzo religioso e culturale. La loro sterilità li rende, agli occhi dei Farisini, una deviazione inutile, incapace di trasmettere eredità, fede o sangue puro. I Farisini sono allegri, carismatici e passionali. Amano la compagnia, la musica, la danza, le feste improvvisate e il buon cibo. Al tempo stesso, sono gran lavoratori, capaci di dedicarsi con tenacia e orgoglio a qualsiasi compito. Tuttavia, la loro indole calorosa cela una profonda permalosità: basta una parola storta per scatenare reazioni rabbiose e talvolta violente, soprattutto se percepiscono un’offesa al proprio onore o alla patria. Il loro sport nazionale è la canoa da competizione, insieme ad altri sport acquatici che celebrano l’elemento che domina le loro terre. Sono anche seguitissime le gare di cucina degli chef che diventano delle vere e proprie star. Un saluto tipico tra amici stretti è la frase “Onde calme, cuore saldo”, accompagnata da un gesto rituale: la mano sul cuore dell’altro, simbolo di rispetto e fratellanza.
  10. Rapporti con le altre nazioni:

    Dopo un lungo periodo di isolamento, durante il quale i Farisini si sono dedicati esclusivamente alla difesa dei propri territori e alla conservazione delle proprie tradizioni, il Regno di Flodast ha finalmente deciso di riaprire i propri confini al mondo, inaugurando una nuova stagione fatta di diplomazia, scambi e alleanze strategiche. Questo slancio verso l’esterno ha portato alla nascita di solidi legami con popoli affini per mentalità e valori: gli Ormiani, ammirati per la loro disciplina aristocratica e l’eleganza del loro sistema sociale, e i Ghalariani, stimati per il loro sapere e per l’enorme contributo intellettuale che possono offrire. Con entrambi, i Farisini hanno stretto patti d’amicizia, collaborazioni culturali e commerciali, e un crescente rispetto reciproco. Di recente, hanno cominciato ad avviare contatti anche con i Paxari, affascinati e incuriositi dalla loro tecnomagia, e con i Beorniani, un popolo tenace e autonomo, che i mercanti flodastiani guardano con crescente interesse. Nonostante questo slancio verso l’apertura, permangono antichi rancori mai sopiti: in particolare verso gli Oksiani, protagonisti di brutali invasioni del passato, che i Farisini considerano barbari senza onore, e con cui mantengono una fredda e costante ostilità. Anche i Raviani godono di pessima fama: sono visti come rivali sleali, truffatori nati
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  12. Personaggi importanti:

    Nafarko VII Sarauta (Sultano e Faraone Hassan Sihiri (Sultano di Disler), Aisha Filin (Sultana di Burun), Rashad Bidia (Sultano di Bacaklar), Ismael Kariya (Sultano di Kuyruk), Zahira Jirgi (Sultana di Deli), Raya Fasaha (Sultana di Gozler).
  13. Razziali:

  14. Razziali Hode

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