Non c'è molto da dire su di me, amici di superficie. Sono nato nella casata Beltion'lyr, a Noqurae, nel 1802 DM. Ottavo figlio di una sottocasata, le mie probabilità di riuscire a ottenere granchè grazie al mio cognome non erano esattamente elevate, ma ci ho provato uguale: ho frequentato l'Accademia Piccola, dimostrando scarsissimo talento per le armi e invece passabili capacità magiche. Sapendo che con le mie abilità arcane non sarei andato da molte parti, mi sono anche iniziato a interessare di studi tecnomagici: all'epoca spopolava la Golemanzia(Ambito in cui pare che la vostra gente sia notevolmente più avanzata di noi) e così mi sono unito alla moda, creandomi una officina per la costruzione di servitori meccanici.


I miei servigi da meccanico mi han dato una vita agiata... fino a un certo punto. Casa Beltion'lyr continuava a scaricare su di me oneri di lavoro opprimenti, non pagati ovviamente, e le sacerdotesse erano sempre impegnate a dirmi cosa avrei dovuto ricercare o meno per il bene della nostra famiglia. Inutile dire che era una esistenza miserabile, ma da buon maschio mi sono limitato a ingoiare i vari rospi(Si dice così nella vostra lingua, vero?).


Comunque, ho ottenuto qualche riconoscimento nella mia vita: nel 1854 mi hanno nominato meccanico della casata(Non credete sia un granchè: all'epoca i meccanici erano valutati come i meno rilevanti tra gli intellettuali), nel 1861 l'Accademia mi ha preso come suo docente e nel 1863 sono scappato dalla cattedra per andarmene in guerra. Il mio lavoro è stato dapprima quello di osservatore, una spia impegnata a osservare come metodicamente i diavoli massacrassero i Duergar. Come altri, cercai di avvertire i Kirn del pericolo in arrivo. Come altri, mi ignorarono. Non starò a tediarvi riguardo al mio ruolo nell'Ultima Guerra, ma il punto importante è che ho sviluppato ulteriormente le mie doti di meccanico in essa: mentre i loro servitori sono uccidibili in qualunque modo, i Rakshasa di per sè sono pressochè immuni alla magia, ergo dovevo compensare con qualcosa.


Dopo la vittoria di Luent le cose in casa Beltion'lyr si stavano facendo insostenibili: aggrappati sempre di più alla più rigida religione dogmatica di Lloth in risposta all'ascesa dei Tuae i miei superiori erano sempre più incapaci di apprezzare il mio valore e cosa avevo fatto per loro. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato quando mi hanno cercato di imporre di diventare consorte di un tale Falera Eil'safin per cementare l'alleanza nascente. Ho preso, mi sono preso i miei progetti delle navi Nel'Sokh che stavo sviluppando e li ho portati da Ineari Tuae. Il giorno dopo ero un Tuae a mia volta, nominato arcimago di Noqurae. Non male come affare. 

Vedete, non mi interesso molto di religione. La gran parte dei Seldarine, i nostri dei, riservano al massimo un ruolo di secondo piano a noi maschi. L'unica eccezione è Verhaun, ma lo trovo l'equivalente del dio dei perdenti, ergo non riscontra i miei gusti. Questo non significa che personalmente sottoscriva alle tesi di mia nipote 
Quertia Tuae : qualunque studioso serio può vedere come molte della sue conclusioni siano favole tratte da dati incompleti. 

Onestamente non ho una filosofia di vita, ma sicuramente ho qualcuno a guidarla: i Tuae sono gli unici a avermi mai mostrato reale apprezzamento per il mio lavoro e averlo retribuito. Aggiungi a questo che stanno, a poco a poco, riformando la società per essere più aperta ai maschi come me, e improvvisamente capisci perchè sono a loro fieramente leale. Detto ciò trovo che alcuni tra di noi abbiano una fedeltà un po' troppo esuberante, e non sono cieco ai limiti delle mie sorelle... o di mia madre.