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Regno pirata

  1. Geografia:

    Il Regno Pirata occupa l'intero continente di Hode, estendendo la sua influenza sull'arcipelago di Niwaca e rivendicando come proprio anche il deserto di Jangwa. L'arcipelago è costituito da una rete di isole dal clima mediterraneo, caratterizzate da coste frastagliate e ricche di scogliere. Molte di queste isole ospitano una flora e una fauna uniche, alcune delle quali esclusive di ciascun territorio. Tra le particolarità geologiche si distingue il vulcano inattivo Kicsi, mentre la città più grande dell'arcipelago, Yaignuni, funge da centro nevralgico per la vita commerciale e politica della regione. I mari che circondano Niwaca sono noti per le loro impressionanti profondità, abitate da creature abissali come capodogli e polpi giganti. Il deserto di Jangwa, invece, rappresenta una regione ostile e insidiosa, con l’unica eccezione della città fortificata di Col Duvari, che si erge come un baluardo al centro dell’arida distesa. In questa zona si trova la montagna di Kesis, la vetta più alta di tutto il continente di Varden, avvolta da leggende secondo le quali sarebbe interamente composta di Raphain, un materiale raro e prezioso. Tuttavia, il deserto è noto soprattutto per i suoi pericoli: tra questi si annoverano i temibili "Mangia-Ossa", giganteschi vermi della sabbia capaci di inghiottire uomini interi, e la cosiddetta Piaga del Deserto, un’infezione aggressiva che trasforma i contagiati in mummie viventi.
  2. Origine e aspetto:

    Dopo la conquista di Col'Duvari da parte di Davy Dread, leggendario capitano della ciurma Spaccacrani, è stato proclamato un nuovo regno, ufficialmente riconosciuto dalla nobile famiglia Sarauta, che ha consolidato il dominio sulla città e sull’intero arcipelago di Niwaca. Questo regno si distingue per la sua straordinaria diversità culturale e razziale, accogliendo tutte le razze senza pregiudizi, e rappresenta l’unico dominio a trattare i mezzosangue con dignità e rispetto, senza alcun ostracismo. Tuttavia, la vita nel regno è estremamente pericolosa, influenzata dal rischio costante legato alle imprese piratesche e alle lotte di potere. La vita media si attesta intorno ai 30 anni, riflettendo le dure condizioni e l’alto tasso di mortalità che caratterizzano la quotidianità di questa società unica.
  3. Politica:

    Il regno è una monarchia assoluta, guidata con pugno di ferro dal farisino Davy Dread, il quale esercita un’autorità indiscussa su ogni aspetto della vita politica e militare. Il suo potere è rafforzato da una cerchia ristretta di fedelissimi, ciascuno posto al comando di una flotta e dotato di piena libertà nella gestione del proprio territorio e della propria gente. Tra questi spiccano figure di grande carisma e abilità: il raviano Capitan Cyrus, soprannominato "Doppia Cassa" per la sua abilità di razziare tesori e custodirli con astuzia; Naya la Marea, una farisina tanto imprevedibile quanto letale, capace di sfruttare le acque a proprio vantaggio; Xanthe la Furiosa, una thalassa nota per la sua ferocia in battaglia e il controllo totale della sua flotta; Gorvark "lo Scolpitore", un oksiano temuto per la sua capacità di plasmare la paura nei nemici; Bjorn il Toro Goroka, un possente beorniano, conosciuto per la sua forza sovrumana e il suo temperamento da guerriero; infine, Finley "l’Ombra" di Nutcracker, un ghalariano dalla natura enigmatica, maestro delle arti dell’inganno e della furtività. Questi leader, diversi per origini e carattere, formano il nucleo del potere militare e politico del regno, garantendone la stabilità e la continua espansione.
  4. Organizzazione Militare:

    L'organizzazione militare del regno è un amalgama caotica e disordinata, priva di un esercito regolare o di una forza di polizia strutturata. Il potere militare è completamente delegato alle ciurme pirate, composte da truffatori, tagliagole e individui senza scrupoli, il che rende il regno un territorio imprevedibile e anarchico. Tuttavia, l'autorità di Davy Dread rimane indiscussa grazie al suo controllo sul leggendario Drago Abissale, una creatura temuta in ogni angolo dei mari. Questa arma vivente non solo tiene a bada i regni rivali, ma alimenta la sua spaventosa reputazione, rendendolo un simbolo di terrore e forza inarrestabile. Ogni flotta del regno è composta da diverse navi pirata, ognuna delle quali opera con ampia autonomia, spesso seguendo le inclinazioni personali dei rispettivi capitani. Questo sistema, sebbene privo di coordinazione centrale, si basa sul rispetto della forza e sulla paura, elementi che garantiscono una fragile stabilità in questo regno anarchico.
  5. Economia:

    L'economia del regno pirata si fonda su attività illecite come truffe, furti e saccheggi, che costituiscono da sempre il fulcro della loro prosperità. Tuttavia, con la formazione del regno e la sua ufficializzazione, la ricchezza complessiva è aumentata significativamente, alimentata anche da una relativa protezione politica che scoraggia l'intervento dei cacciatori di taglie. Questo status politico ha permesso ai pirati di operare con maggiore sicurezza e organizzazione. Inoltre, il regno impone pesanti dazi per il passaggio delle navi attraverso le sue acque territoriali, rappresentando una fonte di reddito costante. Un'altra importante entrata deriva dalle tasse richieste per organizzare spedizioni dalla città fortificata di Col'Duvari verso la montagna di Kesis, un’impresa estremamente rischiosa a causa delle minacce naturali e dei predatori del deserto, ma che offre la prospettiva di scoprire tesori e risorse di immenso valore. Questo sistema, sebbene basato sullo sfruttamento e sull'estorsione, garantisce un flusso continuo di ricchezza e contribuisce a mantenere il regno pirata come una potenza in crescita.
  6. Religione:

      Nel regno pirata non esiste una fede ufficiale, riflettendo l'eterogeneità culturale e l'indipendenza delle ciurme. Tuttavia, una nuova forma di venerazione sta emergendo attorno al leggendario Drago Abissale, considerato da molti pirati un simbolo divino di forza e protezione. Questa religione, ancora acerba e priva di una struttura definita, vede nel Drago Abissale una figura quasi mitica che incarna lo spirito libero e temerario della pirateria. Nonostante ciò, molti capitani e membri delle ciurme, se religiosi, continuano a praticare le credenze tradizionali legate alle divinità dei loro regni d'origine. Questo mosaico di fedi contribuisce alla diversità culturale del regno, pur mantenendo una certa coesione grazie al comune rispetto per il Drago Abissale come simbolo unificante.
  7. Moda e Alimentazione:

    Nel cosiddetto Regno dei Pirati, popolato da uomini e donne provenienti da ogni angolo del continente in cerca di libertà, riscatto o semplice anarchia, l’abbigliamento segue regole tanto variabili quanto fantasiose. L’abito tipico prevede una camicia dalle maniche lunghe e a sbuffo, spesso abbinata a gilet, cappotti logori e stivali robusti. I pantaloni sono comunemente in tela resistente, adatti alla vita di bordo o alle strade polverose dei porti. I copricapi variano notevolmente, spaziando da tricorni imponenti a cappelli informi, tutti scelti più per stile personale che per utilità. Tuttavia, l’uniformità è pressoché assente. Ogni pirata tende a personalizzare il proprio aspetto con ciò che riesce a reperire o conquistare, e il risultato è una sfilata caotica di stoffe, accessori e pezzi presi in prestito da ogni cultura. Una regola non scritta, ma universalmente rispettata, impone che le armi siano sempre ben visibili: chi non mostra i propri ferri è considerato facile preda, e difficilmente potrà evitare furti o aggressioni. Esporre armi non è solo un mezzo di autodifesa, ma anche una dichiarazione di status e pericolosità. I gioielli hanno un forte valore simbolico: indossarli in pubblico equivale a lanciare una sfida implicita, dimostrando di essere abbastanza temuti o rispettati da non rischiare di venire derubati. Questo vale sia per uomini che per donne, che in questo regno condividono pari opportunità e pericoli. La popolazione è estremamente eterogenea: abbondano i lavoratori e le lavoratrici della notte, spesso riconoscibili per gli abiti provocanti e vistosi; accanto a loro vivono cittadini poveri, provenienti da terre desertiche, che indossano vesti lunghe e leggere per proteggersi dal sole cocente. Dal punto di vista alimentare, il Regno dei Pirati è dominato dalla cultura del cibo da strada. I chioschi, spesso improvvisati, restano aperti fino a notte inoltrata, vendendo ogni genere di pietanza: dalle specialità regionali importate dai nuovi arrivati, alle creazioni più bizzarre nate nel cuore del porto franco. Tra queste spicca la Lucartola delle Sabbie fritta, un rettile desertico servito con uno sciroppo dolce, considerato una delizia per i palati più temerari. Per quanto riguarda le bevande, si consumano ingenti quantità di rum—prodotto localmente nell’arcipelago, spesso di dubbia qualità—e birra rossa, apprezzata per il suo sapore forte e l’elevata gradazione alcolica. L’ubriachezza è più una condizione abituale che un’eccezione
  8. Personalità e tradizioni:

    Tra gli aspetti più singolari del cosiddetto Regno dei Pirati, spicca l’incentivo statale, più implicito che dichiarato, alla bricconeria. In questo regno anarchico, furti, omicidi e atti di violenza non sono perseguiti dalle autorità, essendo considerati parte integrante della quotidianità. Tuttavia, chi si rende responsabile di tali crimini non gode di alcuna protezione giuridica, ed è spesso soggetto alla vendetta della ciurma della vittima o dei suoi parenti. In questo contesto brutale, vige una sorta di giustizia comunitaria, spietata ma coerente con l’ethos locale. Nonostante la durezza e l’assenza di leggi strutturate, un valore irrinunciabile per la popolazione pirata è la libertà. La schiavitù è generalmente disprezzata e considerata antitetica all’essenza stessa della cultura pirata. Per questo motivo, il regno ha accolto fin dalla sua nascita un gran numero di dissidenti politici, schiavi fuggitivi e condannati provenienti da altri regni, i quali hanno trovato nelle ciurme un nuovo senso di appartenenza. Ciononostante, l’assenza di norme effettive permette comunque l’esistenza di traffici illeciti, inclusa la compravendita di schiavi da parte di alcuni individui e gruppi. La cultura pirata è fortemente intrisa di un gusto per il rischio e la competizione violenta. Sono molto diffusi gli sport pericolosi, come le gare di coltelli e le partite di calcio brutale tra ciurme rivali, che spesso degenerano in risse generalizzate. Un alone di leggenda avvolge le acque profonde di Niwaca, dove si narra della presenza di una nave fantasma, priva di equipaggio e perennemente avvolta da una nebbia spettrale. Gli avvistamenti di questa imbarcazione sono estremamente rari, ma chi afferma di averla vista viene trattato con grande rispetto, come colui che ha “incontrato il destino e vissuto per narrarlo”. Un’istituzione centrale nella vita pirata è rappresentata dai duelli d’onore. Questi scontri ritualizzati, regolati da un codice di condotta non scritto ma largamente condiviso, vengono utilizzati per risolvere controversie tra membri delle ciurme, inclusi i capitani. I duelli sono eventi pubblici, spesso accompagnati da scommesse e seguiti da festeggiamenti collettivi, indipendentemente dall’esito del combattimento. Tali pratiche, unite a racconti e superstizioni, contribuiscono a plasmare l’identità vivida e contraddittoria del regno pirata, un luogo dove brutalità e libertà convivono in equilibrio precario. Incontrare un pirata, quindi, significa trovarsi di fronte a un individuo esuberante, imprevedibile e spesso incline alla sfida. Sempre pronti a mettersi in gioco e a dimostrare il proprio valore, i pirati incarnano l’anarchia elevata a stile di vita. Come recita un noto detto del porto di Col Duvari: “Non togliere mai la libertà a un pirata... se non hai un drago.”
  9. Rapporti con le altre nazioni:

    Nonostante la sua giovane età istituzionale il regno pirata, ha già stretto un’alleanza solida con un potente protettore: il Regno di Flodast. I Farisini, infatti, hanno riconosciuto ufficialmente la legittimità del regno e ne garantiscono la protezione politica e militare, considerandolo una pedina strategica per il controllo dei traffici marittimi. Al contrario, il caos strutturale e l’assenza di leggi che caratterizzano il regno pirata suscitano profonda avversione presso altre potenze. Gli Ormiani e gli Oksiani, in particolare, manifestano aperto disprezzo verso questa realtà anarchica, considerata una minaccia per l’ordine e la stabilità internazionale. Diversa è la posizione di Beorniani e Paxari, i quali, pur mantenendo una certa cautela, hanno avviato contatti e tentativi di cooperazione, attratti dalle possibilità commerciali e dall’indipendenza culturale del regno. Tuttavia, il legame più naturale e consolidato è senza dubbio quello con i Raviani. Le due società, accomunate da una visione utilitaristica e opportunistica del mondo, hanno fin da subito stretto numerosi accordi economici, in particolare legati al contrabbando, al gioco d’azzardo e al traffico marittimo. La sintonia tra queste due realtà è tale da farle apparire, agli occhi di molti, come due facce della stessa medaglia.
  10. Personaggi importanti:

    Re pirata Davy Dread

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