SESSIONE 6 {Dereg} - Tre prove
27, Mese di Spigarobusta, Anno del Gran Raccolto (10721 secondo gli Anni degli Alberi)
Sto acquisendo esperienza. Non sono ancora padrone delle mie nuove conoscenze, com’è giusto che sia, ma il tornare nella foresta, intendo quella sconosciuta ed eventualmente ostile, è quello che più mi sta servendo per crescere, avevo visto giusto. I fratelli elfi non volevano che partissi, avrebbero potuto insegnarmi ancora tanto, ma sarebbe stato solo teoria, ed inoltre io non ho il tempo che hanno loro. Già essere uno svifnerbin mi penalizza come longevità rispetto ai miei fratelli di superficie, e se voglio lasciare un segno in questa mia vita terrena devo continuare ad esplorare il mondo, e magari epurarlo dalla presenza della Clava Bruna. Non per un mero desiderio di vendetta; bramo soltanto che nessun altro subisca quello che ho subito io.
Esperienza, dicevo. Quello che ho vissuto negli ultimi giorni mi è certamente servito per avere successo nelle prove di oggi.
Ma procediamo con ordine.
A metà mattina arrivammo al villaggio …non vedevamo l’ora di cedere le teste putrefatte di arpia, piene di larve di insetti ed oltremodo maleodoranti.
Il centro del villaggio è chiamato “l’accozzaglia”, e c’era molta gente, giunta per la Festa del Merito, di cui avevo sentito parlare prima di avere l'incarico di fronteggiare le arpie, ma che con l'incombenza della missione non avevo avuto il tempo di approfondire, se non il solo guardare qualche festone che si accingevano ad approntare i villani.
Oltrepassammo la zona delle prove e giungemmo dalle Guardie dell’Aurora.
La guardia all'uscio ci disse di salire al piano di sopra. Salimmo la scala a chiocciola fin nella stanza in cui vi era l’ufficiale, Darth Mirimm. Come alla nostra partenza, sembrava alquanto tediato.
Usò una Mano Magica e mise le teste di arpia in una borsa conservante.
Gli parlai di Forteventura e dello scontro fratricida, e gli si attivò l’attenzione. Schioccò le dita e comparve un altro elfo oscuro che era nascosto nell’ombra.
"Vai a dare un’occhiata, prendi due uomini" gli disse, e più non lo vedemmo.
Ci elargì 100 monete d'oro a testa, molto più di quanto pattuito, evidentemente compiaciuto delle informazioni apportate, che sembravano esser ben più significative di qualche arpia svolazzante.
Ci invitò a gareggiare per i premi in palio, promettendoci che avrebbe parlato col capo del villaggio per introdurci.
Non ero così interessato all'inizio, e così gli chiesi piuttosto delle botteghe che avremmo potuto trovare a Jigow.
Ci parlò della Taverna della Zanna Intatta, costruita su una tartaruga orizzonte, nella quale avremmo potuto trovare albergo.
Per armature ed armi, avremmo potuto recarci al “Nuovo Scudo” a nordest vicino alla costa.
Per le pozioni, nella zona del bosco avremmo trovato il "Sussurro".
Stavamo giustappunto andando a pagarci una stanza con due letti per questa notte (per Nahida un guanciale sarebbe stato più che sufficiente), che attraversammo una piazza davanti alla taverna, con 4 tavoli.
V'era un maschio drow ad un tavolo. Agli altri due un halfling femmina ed un maschio umano. Il quarto tavolo era (ancora) libero.
Dopo la locazione della camera, la mezzorca, che era sull'adito, ci propose di partecipare alla gara di mangiatorte al costo d’ingresso di 5 monete d'argento.
Non sono mai stato un grande mangiatore, gli stenti nella foresta da anacoreta e poi l'ascetica vita fra gli elfi del Circolo Druidico mi hano abituato ad avere altre priorità nella vita, quindi declinai l'invito. La mezzorca si rivolse dunque a Grol, e lo convinse a sedersi al tavolo vicino all'umano.
Avevamo visto subito che il divertimento del pubblico accorso nel villaggio non era solamente nel godersi le prove, ma si provava diletto anche nel puntare somme, minute o cospicue, presso vari allibratori che stazionavano presso ciascuna prova.
Grol fu quotato 1:10, giacché poco conosciuto.
L'halfling, che come mi fece notare Grol era secondo lui l'avversario principale da battere, a dispetto delle dimensioni sue e del suo stomaco, era infatti quotato 1 a 2.
La prima torta la mangiarono tutti. Al secondo dolce l'umano cominciò ad avere nausea e rallentò fino ad abdicare.
Grol purtroppo desistette per secondo, nonostante non avesse ancora mangiato alcunché da quando eravamo arrivati nel villaggio, presi com'eravamo dalla voglia di alleggerirci del carico delle teste di arpia.
Per la cronaca, alla fine, un po' inaspettatamente secondo molti astanti, vinse il drow.
Ci recammo poi a sud per la cosiddetta "prova del labirinto".
Giungemmo nei pressi di un tempio di Luxon, dalla caratteristica forma geometrica.
Ecco il labirinto: un ogre ed un goblin erano all’ingresso a discutere, l'ogre stava cercando di convincere il goblin a partecipare in sua vece, ma il goblin era restìo ad addentrarsi lì.
Un’aarakocra era deputata a recuperare i dispersi nel labirinto, volando, afferrandoli e riportandoli all'entrata.
La fatina si librò appunto in alto in uno di questi frangenti, ed approfittando del volo planato della pennuta, la seguì e cercò di memorizzare il percorso dall'alto.
Me lo riferì, entrai e grazie a lei vinsi una "Medaglia magica del Labirinto", un amuleto in legno che sarebbe servito come adiuvo nel caso ci fossimo persi. Quindi un premio tutt'altro che inutile per avventurieri come noi.
Proseguimmo.
Nel molo vicino al labirinto v’era una discussione fra delle persone e un goblin su una prova.
Una mezzorca, o presunta tale, dalla carnagione blu, si frappose fra loro dicendo che "uno solo poteva partecipare per gruppo".
Il goblin Omo, addetto alla prova, diceva che c’era da recuperare una spada conficcata sul fondo del fiume.
La mezzorca stava discutendo col drow dicendo che non aveva bisogno di aiuti magici, che avrebbe vinto con le sue forze. Al contrario noi, vista l'utilità dei premi (ed anzi rimpiango il premio mancato della gara di mangiatorte), con un cenno di intesa tutti e tre capimmo che forse avere un gruppo meglio armato fosse da anteporre alla regolarità della gara.
Nahida quindi fece una stregoneria delle sue, e mi sentii subito rinfrancato e più consapevole delle mie capacità.
Alla fine vinsi (del resto, mai le mie braccine avrebbero potuto rivaleggiare con i possenti bicipiti della mezzorca) dopo aver sottratto la spada con un colpo di mano alla mezzorca, che l'aveva estratta dalla sabbia e si accingeva a tornare sulla terraferma.
Ma mi reimmersi, quasi in contemporanea con la mezzorca, perchè vedemmo che l'ultimo concorrente era in difficoltà a tornare. E le ombre che avevo intravisto durante la nuotata erano di un fratello squalo che aveva quasi raggiunto il nostro amico.
Nahida, dall’alto, apostrofò il pesce con qualcosa, nel mentre la mezzorca provò con successo ad ammaliarlo ed infatti il brachiato non attaccò, preferendo rivolgere i suoi appetiti su di me.
Mi colpì, lo ricolpii con una sfera infuocata (che una volta colpito si estinse, ma sono convinto che la seconda volta che proverò a crearne una ne sarò più padrone, e non solo perché non saremo sempre in ambiente acquatico).
Con molta fatica ed alquanto spaventato, riuscii a guadagnare la riva, mentre la mezzorca poté con calma risalire e consentire al fratello squalo di riprendere il largo.
Vinsi una Medaglia magica ricavata da una conchiglia, il cui potere magico mi avrebbe consentito una velocità tale da eguagliare un passo svelto nelle praterie.
Nonostante avessi vinto io, la mezzorca si avvicinò e, compiaciuta di aver trovato gente coraggiosa, si presentò come "Ayo Jabe" e ci presentò anche il suo compagno di viaggio, il drow Galsariad Ardyth.
Ci chiese se avevamo visto un ragazzo biondo (che dalla descrizione Grol riconobbe come copartecipante alla sua gara), e così rassicurata, ci invitò ad incontrarci nuovamente più tardi.
In attesa di eventuali altre prove, possiamo ora andare a cercare un migliore equipaggiamento, ce lo siamo meritati.
Che la Vecchia Fede mi illumini...
Naamarie...
Tre prove en el villaggio ci toccàro
di Grol lo manducar non fu bastante
vieppoi Nahida adiuvò l’errante
alfin Derèg dal rio prelevò l’acciaro.
Però lo nuoto recò con sé un infido malo
ché occorse fronteggiar un grosso squalo.
di Grol lo manducar non fu bastante
vieppoi Nahida adiuvò l’errante
alfin Derèg dal rio prelevò l’acciaro.
Però lo nuoto recò con sé un infido malo
ché occorse fronteggiar un grosso squalo.
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