Sessioni 23, 24, 25, 26. Verso Nord
General Summary
Dopo un commovente funerale a Onda e Spine, con il quale Uzun Adaa coinvolge i Solari in un rito di addio ricco di speranza, il gruppo prende il mare e si dirige a nord, spinto dal desiderio di incrociare Moray Scuramarea, il Solare che, secondo quanto raccontato dalla Maestra di Caul, sarebbe responsabile della morte del Re Guerriero.
Un lungo viaggio conduce il gruppo fino a Brightwork, nell'arcipelago di Corallo. La nave attracca al porto e i Solari cercano informazioni sulla provenienza di Moray.
Scoprono così che l'arcipelago Teschiodipietra, da cui si dice provenga il pirata Moray, rispetta un rigoroso culto degli antenati, talmente diffuso e radicato che i morti e i fantasmi vivono comunemente insieme ai vivi e pochissimi sono i marinai che si avventurano in quelle acque, per paura o superstizione.
Nei giorni che passano a Brightwork il gruppo si rende conto di essere oggetto delle attenzioni di qualcuno che li segue. I PG decidono quindi di tendere un'imboscata alla spia e scoprono che il mandante è interessato a loro, ma non riescono a indagare ulteriormente perché nel frattempo arriva in porto una nave di metallo nero.
Incuriositi, i Solari investigano. Di notte, mentre Thanatos distrae il capitano della nave, Jungalai sale sulla nave da poppa e si rende conto che nessuno dei marinai è vivo. All'interno della cabina del capitano il letto è inutilizzato da tempo...
Il giorno dopo quindi, alla luce del sole, Jungalai, Nemesi e Jin risalgono sulla nave e con grande fortuna scoprono un passaggio nascosto che, dalla cabina del comandante, conduce sottocoperta, in una stiva nascosta dove i Solari trovano la ciurma non morta. Dall'oscurità del fondo della stiva, una voce li invita ad andarsene ma i PG non vogliono mollare l'osso e si accordano col capitano della nave nera per incontrarsi quella sera a mezzanotte.
La notte successiva, molto prima di mezzanotte, la nave nera lascia il porto, diretta verso il largo.
I Solari la raggiungono con le lame di vento, rapendo il capitano e portandolo in volo sul ponte della propria nave per interrogarlo. Nel frattempo, la nave nera si accosta a quella dei Solari.
Il capitano risponde malamente alle domande del gruppo fino a quando, preso nella stretta di Jin, sembra morire colpito da un infarto e si accascia a terra.
Mentre i Solari, ancora interdetti, ragionano sull'accaduto, il capitano si "risveglia" e si rialza in un turbinio di essenza nero-violacea, con un simbolo oscuro sulla fronte che gronda sangue. Un simbolo davvero molto simile a quello di Thanatos.
Un denso fumo nero riveste il corpo del capitano della nave nera che in uno sbuffo di essenza scura sparisce dalla vista, come se fosse letteralmente svanito nel nulla.
Nemesi, Jin e Thanatos saltano sulla nave nera per cercare questo "Solare nero" e appena atterrano sul ponte falciano via la maggior parte della ciurma non morta, ma un proiettile d'essenza viene sparato da un cannone a essenza dall'interno del castello di poppa. Inizia così la battaglia contro il capitano, che si conclude poco dopo e "regala" a Thanatos un cannone nuovo.
La battaglia nel frattempo attira parecchi curiosi che dai moli osservano l'accaduto. Ritenendola una situazione potenzialmente pericolosa, Nemesi si spaccia per un Eccelso terrestre e convince la folla che l'anatema (il capitano della nave nera) è stato sconfitto e "va tutto bene".
Così, mentre Thanatos scende per riprendere la ricerca della persona che li sta spiando da qualche giorno, Jin e Nemesi si introducono nella stiva della nave nera, trovando un curioso carillon dalla strana e frusciante melodia, che Jin decide di portare con sé.
Thanatos nel frattempo segue le tracce della spia a ritroso, tracce che conducono da un lato a una sartoria e dall'altro alla nave dei Solari, davanti alla quale il Notte trova il nostromo e due marinai della ciurma che giocano a carte con un marinaio sconosciuto.
Thanatos lo invita quindi ad arruolarsi nella ciurma e il marinaio sconosciuto accetta prontamente l'invito...
Un lungo viaggio conduce il gruppo fino a Brightwork, nell'arcipelago di Corallo. La nave attracca al porto e i Solari cercano informazioni sulla provenienza di Moray.
Scoprono così che l'arcipelago Teschiodipietra, da cui si dice provenga il pirata Moray, rispetta un rigoroso culto degli antenati, talmente diffuso e radicato che i morti e i fantasmi vivono comunemente insieme ai vivi e pochissimi sono i marinai che si avventurano in quelle acque, per paura o superstizione.
Nei giorni che passano a Brightwork il gruppo si rende conto di essere oggetto delle attenzioni di qualcuno che li segue. I PG decidono quindi di tendere un'imboscata alla spia e scoprono che il mandante è interessato a loro, ma non riescono a indagare ulteriormente perché nel frattempo arriva in porto una nave di metallo nero.
Incuriositi, i Solari investigano. Di notte, mentre Thanatos distrae il capitano della nave, Jungalai sale sulla nave da poppa e si rende conto che nessuno dei marinai è vivo. All'interno della cabina del capitano il letto è inutilizzato da tempo...
Il giorno dopo quindi, alla luce del sole, Jungalai, Nemesi e Jin risalgono sulla nave e con grande fortuna scoprono un passaggio nascosto che, dalla cabina del comandante, conduce sottocoperta, in una stiva nascosta dove i Solari trovano la ciurma non morta. Dall'oscurità del fondo della stiva, una voce li invita ad andarsene ma i PG non vogliono mollare l'osso e si accordano col capitano della nave nera per incontrarsi quella sera a mezzanotte.
La notte successiva, molto prima di mezzanotte, la nave nera lascia il porto, diretta verso il largo.
I Solari la raggiungono con le lame di vento, rapendo il capitano e portandolo in volo sul ponte della propria nave per interrogarlo. Nel frattempo, la nave nera si accosta a quella dei Solari.
Il capitano risponde malamente alle domande del gruppo fino a quando, preso nella stretta di Jin, sembra morire colpito da un infarto e si accascia a terra.
Mentre i Solari, ancora interdetti, ragionano sull'accaduto, il capitano si "risveglia" e si rialza in un turbinio di essenza nero-violacea, con un simbolo oscuro sulla fronte che gronda sangue. Un simbolo davvero molto simile a quello di Thanatos.
Un denso fumo nero riveste il corpo del capitano della nave nera che in uno sbuffo di essenza scura sparisce dalla vista, come se fosse letteralmente svanito nel nulla.
Nemesi, Jin e Thanatos saltano sulla nave nera per cercare questo "Solare nero" e appena atterrano sul ponte falciano via la maggior parte della ciurma non morta, ma un proiettile d'essenza viene sparato da un cannone a essenza dall'interno del castello di poppa. Inizia così la battaglia contro il capitano, che si conclude poco dopo e "regala" a Thanatos un cannone nuovo.
La battaglia nel frattempo attira parecchi curiosi che dai moli osservano l'accaduto. Ritenendola una situazione potenzialmente pericolosa, Nemesi si spaccia per un Eccelso terrestre e convince la folla che l'anatema (il capitano della nave nera) è stato sconfitto e "va tutto bene".
Così, mentre Thanatos scende per riprendere la ricerca della persona che li sta spiando da qualche giorno, Jin e Nemesi si introducono nella stiva della nave nera, trovando un curioso carillon dalla strana e frusciante melodia, che Jin decide di portare con sé.
Thanatos nel frattempo segue le tracce della spia a ritroso, tracce che conducono da un lato a una sartoria e dall'altro alla nave dei Solari, davanti alla quale il Notte trova il nostromo e due marinai della ciurma che giocano a carte con un marinaio sconosciuto.
Thanatos lo invita quindi ad arruolarsi nella ciurma e il marinaio sconosciuto accetta prontamente l'invito...
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