Nemesi n° 3
Guardi in basso, il vuoto accoglie il tuo sguardo per centinaia di metri e tutto attorno, più giù, vedi la distesa di rocce acuminate disseminate per la valle.
Aspetti che il sole compia il suo viaggio nel cielo e quando sta per tramontare definitivamente indossi il piccolo anello bianco. Il salto dalla rupe, che prima poteva sembrare una follia, si rivela ora un metodo molto ingegnoso per scoraggiare i razziatori.
Ti butti.
Mentre il vento ti colpisce in viso togliendoti il fiato, ti chiedi se non ci sia stato un qualche errore: il suolo si avvicina sempre più pericolosamente, eppure l’ingresso è qui, ne sei sicura…
Improvvisamente un varco si apre a mezz’aria appena sotto di te, facendoti cadere dentro uno spazio che neanche si vede, e a quel punto sparisci dalla Creazione.
…
Ripensandoci, la prima cosa che ti ha colpito al tuo arrivo nella gloriosa tomba dell’architetto sono state le pareti di vetro che ti separavano dagli innumerevoli e contorti ingranaggi di un qualche complicato e gigantesco macchinario. Ora che ti ritrovi a ponderare l’enigma di luce ed essenza che ti sbarra la strada ti chiedi quali ulteriori e maggiori meraviglie potrebbero celarsi al di là di questa stanza.
Ma in realtà sei venuta solo per una cosa, e il resto delle bellezze qui contenute non ti interessa certo più dell’Occhio.
…
Lentamente e con fatica ti sei fatta largo tra servitori meccanici e demoni vincolati a protezione di questo luogo e ora il tuo sguardo scorre sulla schiera di strumenti e oggetti stregoneschi ben ordinati sulle pareti mentre attraversi i vari laboratori, magazzini e officine.
Arrivi di fronte a una megalitica statua del Sole Invitto e, dopo aver evitato i furenti lampi d’Essenza che scaturiscono dai suoi occhi, raggiungi infine il piedistallo che sostiene l’Occhio di Autochton, mentre la maschera di Kal Bax ti osserva con occhi attenti. Finalmente è tuo.
Aspetti che il sole compia il suo viaggio nel cielo e quando sta per tramontare definitivamente indossi il piccolo anello bianco. Il salto dalla rupe, che prima poteva sembrare una follia, si rivela ora un metodo molto ingegnoso per scoraggiare i razziatori.
Ti butti.
Mentre il vento ti colpisce in viso togliendoti il fiato, ti chiedi se non ci sia stato un qualche errore: il suolo si avvicina sempre più pericolosamente, eppure l’ingresso è qui, ne sei sicura…
Improvvisamente un varco si apre a mezz’aria appena sotto di te, facendoti cadere dentro uno spazio che neanche si vede, e a quel punto sparisci dalla Creazione.
…
Ripensandoci, la prima cosa che ti ha colpito al tuo arrivo nella gloriosa tomba dell’architetto sono state le pareti di vetro che ti separavano dagli innumerevoli e contorti ingranaggi di un qualche complicato e gigantesco macchinario. Ora che ti ritrovi a ponderare l’enigma di luce ed essenza che ti sbarra la strada ti chiedi quali ulteriori e maggiori meraviglie potrebbero celarsi al di là di questa stanza.
Ma in realtà sei venuta solo per una cosa, e il resto delle bellezze qui contenute non ti interessa certo più dell’Occhio.
…
Lentamente e con fatica ti sei fatta largo tra servitori meccanici e demoni vincolati a protezione di questo luogo e ora il tuo sguardo scorre sulla schiera di strumenti e oggetti stregoneschi ben ordinati sulle pareti mentre attraversi i vari laboratori, magazzini e officine.
Arrivi di fronte a una megalitica statua del Sole Invitto e, dopo aver evitato i furenti lampi d’Essenza che scaturiscono dai suoi occhi, raggiungi infine il piedistallo che sostiene l’Occhio di Autochton, mentre la maschera di Kal Bax ti osserva con occhi attenti. Finalmente è tuo.
Popoli Correlati
Oggetti Correlati
Commenti