Culture del Parse Krin Orientale
Storia
Bramescalia, Dish Tanaq, Piana Primeva e Combaistad prendono il nome di Parse Krin Orientale, bagnata dal sangue delle più sanguinose battaglie e sotto l'egida delle divinità più influenti di Hegemone. Per secoli gli abitanti di tutto il Parse Krin Orientale vissero in popoli nomadi, con le uniche eccezioni dei nani reduci dell'antico impero nanico nel profondo nord del Combaistad e degli Elfi che si stabilirono nei Parsi Occidentali e nelle Scalie in seguito alle guerre del sottosuolo, fondando poi il primo regno Drow. Nel corso del tempo, in Combaistad iniziarono a costruire grandi castelli durante il dominio del Re del Gelo, poi spodestato dalle tribù unite che fonderanno il dominio millenario del Combaistad con l'aiuto dei nani del Nord. Miglioreranno le relazioni con Omaloria e sfrutteranno le innovazioni giuridiche, tecnologiche ed arcane per stabilirsi anche nelle isole Orun e fondare il circolo di Valaraam.
Nel frattempo, i popoli di Bramescalia perderanno sempre più terreno durante le espansioni della stirpe dei Quarti di Omaloria, che conquisteranno senza troppi problemi i territori della Bassa Bramescalia. Avvicinandosi a Roxema però, i vari Regni si uniranno sotto la guida di Re Clovis, guidando la controffensiva e bloccando l'espansione dell'impero Omaloriano. Quando l'epidemia di Saliva Blu scoppia in Alta Bramescalia, i regni tenteranno unitamente di fronteggiare l'orda di Dimenticati che dal devastato impero Omaloriano si espanderà, al punto da massacrare gli infetti delle aree mediane. A partire da Lorch infatti, i chierici omaloriani crearono una potente divinità che potesse fronteggiare i dimenticati e proteggere dall'epidemia se pregata dalle terre piagate in toto, nacque il Grande Balestar ed il suo sacro Regno. Il neonato stato combatterà ripetutamente a est ed ovest scavando la sua area di influenza, fronteggiando tanto i dimenticati quanto i propri ex fratelli bramescaliani.
Nel frattempo a nord, le antiche colonie mercantili omaloriane vennero in parte spazzate via dalle orde Atawic di Piana Primeva, fatta eccezione per Golfo Aureo, divenuto un importante meta di pellegrinaggio e rifugio per le reliquie ed i sacerdoti. Le grandi ricchezze accumulate vennero spese per finanziare la riconquista dei territori delle tribù limitrofe da parte di clan bramescaliani e mercenari. Lentamente, vennero fondati numerosi dei ducati che oggi compongono la Bramescalia, così come le grandi città di Golfo Aureo ed Aloy. Quest'ultima vedrà poi un grande avanzamento quando le isole Orun vedranno il grande sviluppo dell'Accademia di Valaraam e sfrutteranno la presenza dei vichinghi per spingere le grandi innovazioni magiche dall'estremo nord a tutto il resto del continente attraverso proprio questa grande città mercantile.
Superato il grande rivale nell'Impero, l'unione dei ducati guidati dal Re di Roxema si consolida definitivamente nel Regno di Bramescalia, pronti a raccogliere la corona dell'imperatore dopo aver riconquistato Balestar ed il Combaistad. Questa ambizione resterà per sempre insoddisfatta, nonostante la superiorità bellica e demografica il Regno di Bramescalia è sempre rimasto troppo diviso internamente e le ambizioni locali dei vari ducati hanno sempre ostacolato un espansione dell'influenza del Re di Roxema. Il più grande successo della campagna in Balestar, fu la morte dell'omonima divinità, cui seguì la creazione dell'Oracolo dei Grandi Caduti, l'unica dea capace di comunicare con i morti. Due guerre di indipendenza si susseguirono poi quando i vari ducati di Bramescalia iniziarono a staccarsi, solamente le repubbliche di Pacroix e Golfo Aureo riuscirono a mantenersi indipendenti mentre il regno consolidò la gerarchia affidando gradi nobiliari alle compagnie mercenarie e più indipendenza ai ducati più fedeli.
L'ultimo secolo è stato caratterizzato da una generale incertezza politica, il vecchio regime risulta stretto per Combaistad e Bramescalia, soprattutto quando sempre più ducati e clan ricercano l'indipendenza. Le epidemie evolutive nel Pacroix e la conseguente crisi ha portato ad una svolta autoritaria del governo della repubblica proprio mentre Golfo Aureo la superò in influenza commerciale e geopolitica.
Tra tutti questi popoli, il Dish Tanaq resta immutato, per secoli una penisola attraversata dalle tribù iure e nico in costante migrazione e ciclicità con i ritmi dell'inverno e dell'estate. Da poco tempo sono coinvolti in una guerra di posizione con il Regno di Alastarza che si sta espandendo sempre più a Sud per sottrarne i giacimenti minerari. Nel frattempo le Terre Morte e le poche tribù che le abitano da secoli fanno da ponte tra i popoli di Bramescalia ed Alastarza permettendo un transito di risorse in una frontiera tanto aspra quanto sicura dal passaggio di eserciti.
Culture e Lingue
Balestariana
Zelanti fino all’ossessione, i Balestariani sono noti per il loro senso del dovere, la fede cieca nell'Oracolo e l'incredibile abilità oratoria. La loro lingua, aspra e tagliente, sa trasformarsi in dolcissime liriche o inni fiammeggianti (tedesco). La cultura è profondamente campanilista, ogni città è devota ai propri santi e teologi, creando scontri goliardici tra comunità vicine. Vestono sobriamente, preferendo il bianco e il turchese, e portano simboli religiosi persino sui cinturoni militari. Simile alla cultura austriaca del nostro mondo.
Basso Bramescaliana
Figlia delle regioni meridionali e delle continue guerre d’espansione, la cultura della Bassa Bramescalia è fortemente militarizzata, caratterizzata da un forte senso dell'onore, gerarchia rigida e culto dell'efficienza. Le città sono rette da duchi e governatori-mercenari, con grandi accademie militari, archivi di guerra e forgiature di precisione. Le famiglie nobili si tramandano tradizioni belliche e simboli araldici come reliquie. Simile alla cultura prussiana del nostro mondo.
Alto Bramescaliana
I popoli oltre l’altopiano hanno sviluppato una cultura più raffinata e decadente, dove il sapere nobilita quanto l’impresa ma sempre meno del sangue. Sono celebri le università di Roxema e Berkenburg, ogni ducato ha i suoi filosofi e poeti. I loro duelli sono tanto letterari quanto fisici, e spesso le faide iniziano nei salotti e finiscono sul campo di battaglia. La lingua è armoniosa, piena di proverbi e doppi sensi (tedesco). Simile alla cultura bavarese del nostro mondo.
Atawic
Gli Atawic sono discendenti di antiche tribù di centauri, gnoll, orchi e umani, un popolo legato al passo e al canto della terra. Parlano un idioma gutturale e simbolico, dove ogni parola può evocare potere o rispetto (polacco). Ormai integrati nel resto della Bramescalia, mantengono vivi gli eroi che un tempo combatterono i loro attuali governatori con grandi celebrazioni dai colori accesi, gli strumenti a fiato e percussione dominano la musica rituale ricordando i leggendari campioni. Simile alla cultura polacca del nostro mondo.
Vangouda
Mercanti e sacerdoti di Golfo Aureo, i vangoudi si distinguono per la loro scarsa sobrietà, usando la ricchezza come paragone di predestinazione e salvezza. Parlando una lingua elegante e tonale, sono maestri dell’ambiguità diplomatica (olandese). Ogni famiglia si organizza attorno a una "carta dei voti", un patto collettivo che regola diritti e doveri dei suoi membri. I vangoudi adorano la luce riflessa e i simboli geometrici, circondandosi di arte pacchiana ed ingioiellandosi ad ogni occasione. Simile alla cultura olandese del nostro mondo.
Jadrita
Figli di mercenari e avventurieri, i Jadriti hanno trasformato le regioni desertiche in baluardi fortificati e comunità autonome. Le città sono fondate attorno a pozzi, templi e cisterne. Votati alla lealtà di sangue prima che di parola e alla protezione del debole. Indossano vesti ampie e armature leggere, e sono esperti in rappresaglie ed assalti rapidi. Le loro danze sono rituali di combattimento, e le pergamene dei loro avi sono ancora lette durante le adunate. La religione è sincretica, mescolando il culto dei santi guerrieri a divinità da ogni dove. Simile alla cultura ceca del nostro mondo.
Porgomita
I Porgomiti vivono in terre aspre e silenziose, con villaggi protetti da rune antiche e fedeltà rocciosa. Sono un popolo resiliente e austero, orgoglioso della propria fede e del proprio isolamento vivendo in villaggi circolari protetti da rune e storie. La musica e la danza sono lente, dolorose, ma intense. Le famiglie seguono antiche linee di lignaggio, e ogni nome porta con sé il peso delle generazioni. La lingua è arcaica, cantilenante, e viene parlata lentamente. Amano le storie malinconiche, le veglie silenziose e i riti di purificazione. Vengono spesso chiamati “il popolo di pietra e preghiera”. Simile alla cultura lituana del nostro mondo.
Pacroix
Figli della razionalità e del commercio, i pacroix sono un popolo di studiosi, inventori e avventurieri urbani. Hanno fondato alcune delle prime repubbliche moderne del Parse Krin, basate su assemblee di mercanti e gilde. Parlano una lingua dolce e piena di metafore, usata tanto in poesia quanto nella diplomazia (francese). Le città di Pacroix sono illuminate da lanterne a gas, e le case sono piene di libri. La recente svolta autoritaria ha infuso militarismo in un corpo sociale colto e borghese. Simile alla cultura francese del nostro mondo.
Combaistad
Discendenti delle tribù del nord e dei costruttori del Re del Gelo, i Combaistadiani sono duri, spirituali e profondamente legati agli elementi. Le loro città-fortezze sono costruite in simbiosi con la montagna o il ghiaccio, e parlano una lingua musicale ma solenne, fatta di silenzi significativi (svedese). Ogni clan conserva un fuoco rituale acceso da secoli. Credono nel destino scritto nelle aurore e nei canti degli spiriti del ghiaccio. Ogni casata ha la propria saga, trasmessa oralmente da secoli, le cui musiche sono lente, profonde, quasi ipnotiche. Simile alla cultura svedese del nostro mondo.
Drow
Fratelli oscuri degli Elfi del Sottosuolo, i Drow sono organizzati in società matriarcali, gotiche e protezioniste. Vivono in città tempio dalla bellezza terribile, tra guglie, giardini notturni e segreti arcani. La loro lingua è elegante e teatrale, piena di termini rituali e interdizioni (albanese). Credono nella purezza del sangue e nel potere della discrezione. Simile alla cultura albanese del nostro mondo.
Oruniana
Navigatori arcani, gli Oruniani vivono nelle isole boreali, dove il cielo incontra le acque glaciali. La loro lingua è fatta di parole corte e canti lunghi, e ogni villaggio ha una propria runa sacra. Vivono in equilibrio tra natura e magia, costruendo navi viventi e torri d’osservazione astrale. Ogni Oruniano riceve un talismano alla nascita, scelto da un veggente. Le famiglie sono larghe, basate su linee magiche più che di sangue. Simile alla cultura islandese.
Terre Morte
I popoli delle Terre Morte sono nomadi di sussistenza, silenziosi e guardiani della frontiera. Vivono nei deserti gelidi e nelle gole dimenticate, dove coltivano funghi, raccolgono minerali e domano insetti giganti. La loro lingua è sussurrata, e molto del loro sapere è gestuale. Sono maestri nel seguire le correnti telluriche, e ogni accampamento è sacro. Rifiutano ogni governo esterno, seguendo anziani e sacerdotesse che leggono il passato nel vento e nel sale. Simile alla cultura beduina del nostro mondo.
Iure
Tribù stanziali e guerriere del gelido sud di Dish Tanaq, i Iure costruiscono villaggi di pietra e ghiaccio, protetti da rune e totem. L’inverno è il loro dio, e la resistenza la loro virtù. Vivono secondo codici orali trasmessi dai capi-ombra e dai cacciatori. Le loro danze sono lotte rituali, e la lingua è fatta di sibili, click e parole ritmiche. I tamburi dei Iure scandiscono le stagioni, e le loro armi sono forgiate solo durante le lune nuove. Simile alla cultura zulu del nostro mondo.
Nico
Cugini nomadi dei Iure, i Nico sono popoli pacifici e itineranti, capaci di sopravvivere in terre dove nessun altro osa spingersi. I loro accampamenti mobili sono vere opere d’arte, fatti di pelle, ghiaccio e simboli sacri. Credono in un ciclo eterno di vita-morte-viaggio, e trattano ogni straniero come un frammento della loro cosmologia. Parlano una lingua corale, cantata, con vocalizzazioni e armonie multiple. Simile alla cultura congolese.
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