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grimorio

Per prima cosa serve la carta. Non si possono scrivere incantesimi su carta qualunque: l'inchiostro deve essere assorbito nella precisa quantità prescritta, asciugarsi nei tempi prestabiliti, mantenere colore e lucentezza.   La carta da grimorio è un prodotto costoso, ottenuto dalle fibre più volte purificate di conifere marittime, trattate alchemicamente e curate con fonti pure di asciugatura - il calore solare è tradizionalmente preferito, all'aria aperta lontano da acque stagnanti o altri malodori.   La carta può essere anche drogata, cioé addizionata di impurità che ne modificano le proprietà; è il caso dei grimori scolastici, che si drogano con additivi per migliorare la resa della scrittura magica di particolari scuole. I grimori necromantici, ad esempio, hanno carta sbiancata con polvere d'osso, che graffia la superfice lasciandola ruvida.   Poi, naturalmente, gli inchiostri. Il grande e storico inchiostro magico è stato l'olio di atramento, in realtà prodotto secondo ricette anche molto diverse; in tutti i casi, il pigmento scurissimo è protetto in una matrice oleosa che all'asciugatura formata uno strato colloso impermiabile, inossidabile e, opportunamente applicato, non aggredibile dalle muffe.   Tuttavia, come ogni giovane aspirante impara nei primi mesi della pratica, un solo inchiostro è raramente sufficiente; via via che si complica la scrittura, colori e qualità diverse si rendono necessarie a condensare i significati arcani in un numero di simboli accettabile. La prima ricorsa è sempre stata la base d'oro, meno costosa di quanto si pensi, poiché bastano minute quantità di metallo, disperse in oli di opportuna viscosità, per avere l'effetto voluto; e analogamente l'argento. Per i rossi, altamente pregiati per il bel contrasto con l'oro e con l'atramento, si fa ricorso agli ossidi di ferro distillati dal sangue di creature magiche.