Il Tutto

è aperto. Dopo mesi di sforzi e sacrifici finalmente il portale è aperto. Con esso potrò varcare le soglie di questa dimensione e reclamare il trono degli dei, il mio viaggio sarà lungo ed impervio. Dall'apertura magica esce un fumo oscuro che aderisce ad ogni oggetto, un liquido acido cola lentamente sul pavimento. Ed il rumore. Suoni blasfemi di ogni tipo, sussurri e grida, versi immondi e frasi forbite. Ciò che mi attende è "il Tutto", il piano speculare al nostro. Afferro fiero il mio libro di incantamenti e procedo senza esitazioni.
La prima cosa che noto è il paesaggio, o meglio, ciò che i miei occhi provano a ricreare come tale. Dinnanzi a me riconosco alberi, una strada una parete rocciosa, perfino persone! Ma è tutto sbagliato. Le piante volgono le loro radici al cielo, ed hanno sassi per frutti, le persone escono dal pavimento solo col busto, e possiedono ora tre braccia, ora due. Il cielo è un tumulto di colori e forme, un gioco di luci variopinte. E non c'è silenzio. Avverto suoni, echi di un mondo che appartiene a me ma sicuramente non ha questo luogo. Ma ciò che sicuramente mi gela il sangue è ciò che si sta nascondendo nella coda dell'occhio. Cos'è quell'orrore che si forma lì dove non possa vederlo? Nulla. Tutte le cose si fondono e si annullano il quell'angolo cieco della mia visuale, diventano un unico insieme. Possibile che ciò che mi sta davanti sia solo uno sforzo della mia mente che prova a non rendermi un folle, che tenta di razionalizzare un mondo che non ha concetti di vivo o morto? Che non conosce il singolo? Ogni cosa che vedo esiste veramente ho è solo frutto della mia razionalizzazione? Basta, devo uscire, trovare un luogo sicuro. Apro il mio libro. L'inchiostro si mescola e si leva in aria, non vuole che me ne vada, o forse non lo voglio io. Ma conosco l'incantesimo a memoria. Il portale si apre sotto i miei piedi e precipito via da quell'orrore. Verso una realtà sconosciuta.