Verdecolle Plot in Impero | World Anvil
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Verdecolle

Il gruppo decise quindi di dividersi, il Bardo sarebbe andato a Verdecolle e gli altri tre invece avrebbero provato a farsi assumere da Flambardo.
Le faine rimasero stupiti a vedere due dei loro prigionieri ritornare nonostante li avessero lasciati a morte certa, ma il loro capo rimase impressionato dal loro coraggio e decise che avrebbe accolto fra i suoi colui fra i tre che sarebbe sopravvissuto.
Rapidamente i tre si scontrarono e Coozar fu rapidamente sopraffatto dalle abilità con la spada di Shevraar e cadde sotto i suoi colpi. Lo stesso Shevraar però non ebbe il tempo per esultare che si trovò a osservare stupito la punta di un pugnale che gli emergeva dal petto. Svartan estrasse il suo pugnale dalla schiena di Shevraar e lo fece passare nel collo del guerriero che stramazzò al suolo, quindi ringraziò Flambardo, rifiutò la sua offerta e si diresse tranquillamente verso Verdecolle per ritrovare Jongick.
I due rimasero a Verdecolle per aiutare la gente locale e in poco tempo vennero raggiunti ancora una volta da Cozaar puzzante di suino e da una nuova recluta, il nano Dwailin. Insieme salvarono folletti e ritrovarono la nipote scomparsa del capovillaggio stranamente in compagnia di una loro vecchia conoscenza, l'orco Corgak impegnato a morire lentamente per le ferite infitte dai cavalieri del sole. Decisero di salvare l'orco in cambio di informazioni e lesti andarono a liberare una torre di osservazione occupata dai goblin. Riuscirono a rintracciare il ladro, ex membro delle faine che era scappato dal gruppo dopo avere sottratto l'anello a Shevraar, e lo sconfissero riprendendosi l'anello e i bracciali di Archegonio.
Scoprirono che l'anello era ancora portato dal dito di Shevraar che appariva in perfetto stato di conservazione.
La situazione precipitò in una notte di luna rossa quando Borgotorvo improvvisamente cadde sotto i Goblin e altri Fatati, le strade si fecero pericolose con bande di mostri in movimento che eliminavano ogni viandante.
I nostri eroi si lanciarono a salvare la gente di Borgotorvo ma, alcuni per la seconda volta, furono vittima di un misterioso sortilegio che trasportò le loro menti in tempi passati, dove subirono inganni e tradimenti e, inconsapevoli delle gravità delle loro azioni, rimossero alcuni dei sigilli a un essere la cui natura è impossibile da comprendere dalle menti mortali.
Ritornati nel normale scorrere del tempo, scoprirono che questo loro vagare sulle correnti del fato li aveva immobilizzati per giorni ed era costato la vita alla loro più recente recluta. Respinsero un assalto dei fatati insieme a Joe Gage, un mercenario che aveva protetto i loro corpi, e portarono Cozaar dall'apotecario locale, Melchisedeo.
Questo eccentrico individuo salvò la vita di cozaar ma, preso dalle sue fascinazioni per l'arte medica, lo ferì mortalmente mentre cercava di sostituire le sue carni col metallo e solo il rapido intervento di Jongick impedì al peggio di accadere.
Il gruppo decise dunque di agire una volta per tutte contro Flambardo e si diresse verso Resico.
Decisero per una infiltrazione notturna in città ma, complice ancora una volta il fato e l'incredibile abilità degli gnomi con l'alchimia, la freccia incendiaria che doveva causare un piccolo diversivo invece scatenò un tremendo incendio che iniziò a consumare l'intero borgo.
In una disperata corsa contro il tempo gli avventurieri assaltarono il covo delle faine e lottarono strenuamente contro Flambardo e i suoi pochi compagni rimasti, il combattimento brutale durò pochi battiti di cuore e terminò col colpo sferrato da Joe Gage che divise a metà l'arrogante nemico.
Quella sera non furono fatti prigionieri e i quattro, ognuno a modo suo, riuscirono a fuggire dalla città in fiamme sfiniti da questa impresa.
Fu in quel momento che Cozaar decise di agire e di rivelare la sua identità. Esso era un servo di Hextor che si era unito a loro solamente per ottenere il potere dell'anello ed ora, in possesso del tomo e della reliquia, poté svolgere il suo depravato rituale.
Il suo corpo si deformò mentre le placche metalliche si fondevano alla sua carne putrescente. La schiena si contorse e si spezzò per permettere a delle ali di viola pelle di aprirsi alla luce della luna cremisi. Lunghe falci d'osso presero il posto delle sue mani e la pelle del suo viso cadde mostrando un volto di pura malvagità. L'essere attaccò i tre avventurieri traditi che si trovarono a combattere contro questa aberrazione in uno scontro impari e solo la loro abilità con la spada permise loro, infine, di avere la meglio.
Quando la bestia dell'abisso cadde sotto i loro colpi e la testa decapitata sparì con un'agghiacciante risata ciò che rimase fu solo un corpo umano, Shevraar.
Il loro amico era vivo seppur in uno stato di incoscienza e l'anello era ancora fermamente incastrato nel suo dito. Venne controllato a lungo in cerca di possibili alterazioni ma, ignorando l'assenza dell'ombelico, era indistinguibile da ogni altro essere umano e in un apparente sonno profondo.
Decisero dunque di utilizzare il potere dell'anello per riportare in vita il loro compagno Galohn, Jongick svolse il rituale mentre la luce del giorno scacciava le tenebre di quella lunga, interminabile notte.
La magia funzionò e Galohn riprese vita e, seppur provato dall'esperienza ultraterrena, si unì alla loro nuova missione, cercare nella vicina città di Sigeo un metodo per risvegliare Shevraar dal suo sonno.

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