Häyhäsimo

Häyhäsimo, conosciuto come Belaya Smert, “Morte Bianca”, è probabilmente il più grande eroe moderno degli gnomi: quando gli umani decisero di dare sfogo al loro cieco e bieco intento razzista, cercando di sterminare ed estinguere le altre razze, non avevano fatto i conti con questo simpatico gnomo appena 45enne, armato solo della sua fida balestra, di qualche coltello da lancio e di una spada corta, oltre che la su mira. Rifugiatosi nella Montagna nera, uno degli ultimi baluardi gnomici, Häyhäsimo si mise in attesa nel mezzo della fredda neve che copriva la montagna, tenendosene un po’ in bocca per non far uscire il caratteristico fumo e compattando quella davanti alla sua balestra, perché non si sollevasse allo scoccare della freccia. Neve sopra di lui, neve sotto di lui, neve tutto intorno a lui, davanti invece, beh, ogni volta che una figura era grande come la sua tacca del mirino sparava, e mentre il corpo cadeva a terra senza vita aveva già caricato un altro dardo, ed un altro ancora, ed un altro ancora, ed un altro ancora, ed un altro ancora. Bisogna dire che gli umani le provarono tutte, mandando orde ed orde di uomini a morire contro la balestra della Morte Bianca, finché stufi non ricorse ad uno dei più grandi maghi a loro disposizione: l’incantatore preparò l’incantesimo prosciugando tutto il suo potere magico, finì la formula mentre il dardo si conficcava nel cranio visto che spinto dall’arroganza nelle sue doti magiche non aveva lanciato nessun incantesimo di protezione: l’immensa palla di fuoco esploso nella montagna, facendo saltare addirittura la parte sinistra della mandibola di Häyhäsimo. Fu li che gli umani capirono che non avrebbero mai conquistato la Montagna Nera e decisero di ritirarsi; alla fine della battaglia il conto tra lo gnomo e l’impero umano era di 705 morti, di cui 505 con la balestra, contro mezza mandibola, un risultato massacrante per coloro che volevano andare contro le leggi degli dei e delle razze, cercando di eliminare chiunque fosse diverso da loro. Häyhäsimo morì per una malattia una ventina di anni dopo, e si dice che una delle sue ultime frasi fu in risposta a chi gli chiese se non si sentisse in colpa di aver ucciso così tanti uomini: “No, nessun rimpianto. Perché, tu preferiresti parlare Comune?”