Act 2: Troubled Times Report in Aetherium | World Anvil
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Act 2: Troubled Times

General Summary

  Dopo la fuga da Arendel, quella notte, in pochi riuscirono a dormire: le urla disperate delle madri sui corpi straziati dei propri bambini; i lamenti dei ferti, senza una gamba, o un braccio, magari entrambi; il pianto dei bambini, soli e ormai orfani, per i loro genitori, morti chissà dove, lì nel quartiere popolare di Arendel.   Più o meno chiunque, in quegli istanti, desiderò ardentemente di risvegliarsi da quell'incubo. Ma il mattino seguente, però, portò in dote soltanto un amaro risveglio. La rugiada del mattino di Lieve Sole si era già intrufolata tra gli steli dell'erba che circondava tutta la valle dell'Imlandïr come una bassa e verdissima marea, soffice sul corpo come della gommapiuma.   Erdan, il ragazzo di Elantris, si aggirava nervoso nel sottobosco poco fuori la capitale, una volta scansando un ramo secco di un'entaverde, un'altra scacciando via qualche brutto pensiero. Superata la fitta boscaglia, una distesa enorme e straziante si parò davanti ai suoi occhi. Centinaia, forse migliaia di profughi fuggiti dalla città, tinteggiavano la valle di fronte a lui, come un quadro in movimento. E poi qualche tenda qua e la, dove la milizia della Guardia Cittadina di Arendel era riuscita a dare supporto. Finch, invece, se ne stava seduto sul ceppo di un albero a guardare, masticando una piccola spiga: non riusciva ancora a razionalizzare, dentro di sè, cosa significasse per lui tutto ciò che stava accadendo. E allora se ne stava lì, in silenzio, a guardare i disperati, attorno a lui, aggrappati alle loro stesse vite. Per Montgas, seduto con le spalle contro un albero, nella boscaglia che lo riparava dalla radura, quelle immagini non erano nuove. Non che gliene importasse un granchè, in fondo il suo scopo era un altro, e trovare Terrena Mori era soltanto il primo passo. Per questo, quando vide Erdan avvicinarsi all'uomo seduto sul ceppo, Montgas tese le orecchie e fece attenzione. "Terrena Mori", disse l'elfo di Elantris prendendo una breve pausa subito dopo. "Perché lo cerchi, qual é il tuo scopo", aggiunse. "Non credo ti riguardi, ma se proprio vuoi saperlo, non so nulla. Proprio come te, mi pare di capire", rispose Finch stizzito, continuando a guardare la radura di fronte a se, assente.   Erdan, fece per rispondere, ma sapeva che non avrebbe ottenuto risposte diverse da quella che aveva appena ricevuto. Eppure c'era qualcosa in quell'uomo che lo incuriosiva, qualcosa di misteriosamente catalizzante. Forse le circostanze del loro incontro rendevano il tutto ancora piu strano, ma Erdan Brassenmath era convinto ci fosse di piu di cio che quell'uomo dava a vedere. Forse pensava la stessa cosa Zizi, mentre cercava di camuffarsi, cappuccio tirato su, dietro la chioma del mezzorco. Jojo ormai era abituato a fare da chioccia alla goblin, d'altronde, ovunque andassero c'era sempre qualcuno disposto a fare di lui carne da macello, figuriamoci di una piccola goblin. Non che fosse indifesa, ovviamente, ma nel loro campo attirare l'attenzione non era proprio il massimo della professionalità, e allora la piccola Zizi, ogni qualvolta la situazione lo richiedeva, si nascondeva dietro la grande sagoma del suo compare, cercando di passare per un bambino, il più delle volte. Il loro scopo, dopo l'assurda notte appena trascorsa, era quello di capire il più possibile cosa stesse accadendo, e cercare di trarne il più possibile un vantaggio. Non era un compito semplice, nessuno aveva l'aria di saperne più del tizio affianco, ma sicuramente non erano gli unici a volerne ottenere qualcosa, tanto che Finch era così determinato a prendere i due come guardie del corpo con chissà quale obiettivo in mente che paventò assurde ricompense e contratti falsi lontano un miglio. "Non freghi JoJo con un trucchetto simile" pensò di sé il mezzorco. "JoJo non è stupido, è soltanto molto forte", aggiunse con un ghigno di vittoria.   Erdan, deluso dalla chiacchierata con Finch, cercò allora di essere il più possibile d'aiuto nell'accampamento, mettendo a disposizione le sue capacità nelle tende da campo, messe in piedi per i feriti: sembrava di trovarsi a tutti gli effetti nell'accampamento di un esercito, subito dopo una battaglia: tanto dolore, fisico e spirituale, ma anche quella sensazione di totale unità di intenti, al punto che, nessuno attorno a lui, si chiese cosa ci facesse un elfo nella valle degli uomini. Quando il giovane elfo approcciò la prima tenda, immediatamente fu invaso da una sensazione di calore che gli riempì l'anima, una sensazione maestosa e pervasiva ai limiti del possibile, qualcosa di "divinamente" caldo per il cuore. Per un istante, ebbe addirittura paura di spostare l'angolo della tenda, temendo che avrebbe interrotto bruscamente quella sensazione. Ma quando entrò, forse addirittura, quella sensazione aumentò al punto che si sentì il cuore pompargli in gola, e quando la vide non ebbe più dubbi: una ragazza bionda, coi capelli raccolti dietro la nuca, un corsetto marrone stretto in vita a raccogliere un lungo vestito bianco, come una perla. Era lei, Arel il suo nome, che sembrava riempirgli il cuore, soltanto con la sua presenza. "Cosa mi succede?", pensò il giovane elfo mentre una lieve aura bianca avvolgeva le sue mani, pesanti sul petto di un anziano ferito. Quando l'uomo riaprì gli occhi, Raidan, che aveva appena raggiunto l'elfo nella tenda per l'assistenza ai feriti, rimase estasiato. "Se la situazione è grave come Hroan sostiene, uno con le sue abilità potrebbe rivelarsi fondamentale in questo viaggio", pensò il ragazzo. "Erdan, la situazione è grave, dobbiamo raggiungere La Rupe del Drago, il prima possibile. Giunti là ti spiegherò cosa sta accadendo. O meglio, qualcuno più informato di noi, spiegherà ad entrambi ciò che sta accadendo. Per quanto entrambi giovani", disse rivolgendosi all'elfo con un sorriso, "entrambi sappiamo bene che quello che è successo ad Arendel è soltanto l'inizio. Dobbiamo partire, ora". Erdan annuì, guardandosi attorno mentre entrambi uscivano dalla tenda. Preso dalle parole del misterioso ragazzo del Sud, Erdan aveva perso di vista quella che per lui era senza ombra di dubbio alcuno, la donna più bella del mondo. A nulla valse una breve ricerca nei dintorni, Erdan riusciva a sentirlo bene, dentro di sè, e sapeva benissimo che probabilmente sarebbe morto prima ancora di poterla rivedere. A quel punto i due giovani, elfo e mezzelfo, apparentemente uniti dagli stessi intenti, convinsero Finch a partire con loro. Finch dal canto suo, non aveva idea di dove andare, un posto valeva l'altro in quel momento. Ma aveva un "piccolo" problema da risolvere e nel più breve tempo possibile. JoJo e Zizi, invece, giravano per il campo alla ricerca, ancora, di un lavoretto facile e un modo rapido per rimettersi subito in strada e scrollarsi di dosso quella notte, ma fu Hroan a convincerli che, con tutto ciò che c'era in ballo per loro adesso, nulla sarebbe stato più come prima. "Prima fermiamo questa distruzione, prima torneremo alle nostre vite", disse Hroan mentre circondava il gruppo dei fuggitivi di Arendel con il suo cavallo. "Non è più tempo di cedere ai nostri vizi, ora più effimeri che mai. Dobbiamo agire in fretta, è già cominciata, guardate" sospirò terrificato l'uomo, mentre indicava il sole sopra le loro teste. "Vedete quello spicchio e quasi invisibile d'ombra? L'oscurità divorerà il sole, e con esso tutto il creato, non c'è più tempo da perdere". A quelle parole, il gruppo partì a cavallo, in silenzio. Nessuno di loro, nessuno, era convinto di aver intrapreso la strada giusta e più vantaggiosa. Nemmeno Montgas, che come un'ombra seguiva passo passo le orme dell'elfo Erdan
Report Date
04 Dec 2020
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