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Sessione 41 - Il Necromante

General Summary

Intuita l'identità del loro avversario appena rivelatosi e la pericolosità della situazione, il gruppo reagisce apprestandosi a rispondere alla minaccia. Mentre essi impugnano con maggiore forza e determinazione le proprie armi e iniziano a pronunciare velocemente formule magiche, però, alcune torce disposte sulle pareti dell'ambiente nel quale si trovano avvampano in una scintilla bluastra, incendiandosi poi con una fiammata vigorosa. In un battito di ciglia il luogo diviene così improvvisamente visibile, per quanto debolmente illuminato. Una grande stanza sotterranea si estende davanti a loro, lunga più di 30 metri, larga, in corrispondenza del lato da cui vi sono entrati, circa 15 metri e sormontata da un soffitto a volte alto più di 4 metri. Il centro di essa è quasi del tutto occupato da una sorta di vasca colma di un liquame scuro, putrido e puzzolente, che continuamente vi si riversa gorgogliando da tre diverse tubature arrugginite dal diametro superiore al metro. Intorno alla vasca, oltre a degli antichi pontili e ponteggi in legno che paiono usurati e rimanere in piedi a malapena, vi sono due piccole piattaforme di pietra sopraelevate di pochi pollici rispetto alla superficie del liquido. A circondare ancor più esternamente la parte centrale della camera, inoltre, vi è su ogni lato una banchina in mattoni e pietre, più ampia sulla destra, che funge da passaggio da una zona all'altra, distribuite queste su livelli differenti e collegate da pochi gradini. All'altra estremità della stanza, poi, su un'altra piattaforma rialzata, vi è un tavolo in legno circondato da svariate casse disposte disordinatamente mentre più in basso, sull'angolo di nord-ovest, vi è un imponente portone in quercia chiuso e sbarrato da una spessa trave. Oltre a numerosi sacchi e soprattutto vecchie casse di legno sparpagliate ed ammucchiate un pò ovunque per la stanza, infine, un sottile strato di umidità, sporcizia e muffa sembra ricoprire gran parte delle pareti e del pavimento. Ciò, unito al lento, ritmico e snervante gocciolare dell'acqua sia delle tubature che sui muri e al fetore che pervade l'intero ambiente, rende quest'ultimo quasi intollerabile. La situazione, tuttavia, in questo momento, non consente al gruppo di soffermarsi troppo sull'ambiente che lo circonda. Esso, infatti, è troppo preso dalla piega degli eventi e dalla conseguente necessità di reagire ad essi per prestarvi attenzione. Proprio quindi quando i quattro stanno per muoversi attivamente, però, la voce che li ha accolti fischiettando termina di intonare la melodia e li apostrofa con epiteti decisamente offensivi e provocatori. "Ma bravi!", esordisce con sdegno ed irritazione, "avete evitato la trappola...tuttavia, maledetti bastardi, il vostro destino è segnato. Non mi metterete più i bastoni tra le ruote come avete fatto sulla Sponda orientale, mai più. Stanotte, vi ammazzerò. Morirete, proprio qui!". Tali parole vengono pronunciate da quello che sembra un uomo piuttosto giovane, avvolto in un ampio mantello scuro con cappuccio, che sbuca tra le casse all'altra estremità della stanza. La distanza è ancora troppa per discernerne nel dettaglio i lineamenti ma almeno in quel momento il gruppo può finalmente individuare il proprio nemico, confermato oltretutto dalle sue stesse parole. Il tanto ricercato necromante. Soltanto per un momento però poiché la figura, agitando le mani e recitando una formula, crea una nube giallastra che avvolge completamente Goldrick, Karak e Tiresio. Una fitta foschia dall'odore insostenibilmente nauseabondo che non solo oscura del tutto la vista ai tre, accecandoli, ma che li obbliga anche a cadere e ad inginocchiarsi a terra in preda a violenti conati di vomito. Mentre il lucertoloide ed il bardo soffrono maggiormente tale condizione non potendo reagire, il paladino riesce invece quasi subito a rimettersi comunque in piedi cercando a tentoni i due compagni per prestare loro soccorso. Nel frattempo, Lucien, leggermente distante e per questo non avvolto dalla nube, pur non riuscendo a vederli realizza immediatamente le difficoltà degli altri comprendendo che l'unico modo per aiutarli è quello di attaccare il necromante e distogliere la sua concentrazione dalla realizzazione della foschia. Così, il warlock corre verso l'uomo bersagliandolo con una raffica dei propri raggi neri brucianti. Seppur alcuni di essi vadano a segno ferendo ed ustionando superficialmente il necromante, tuttavia, questo riesce a mantenere il controllo della nube mentre tenta di colpire a sua volta Lucien con una raffica di diversi incantesimi di cui solo pochi, rappresentati da una selva di vorticanti lame bianche di luce, vanno a segno graffiando comunque solo limitatamente il warlock. Intanto, nel mezzo della nube, Tiresio, Karak e Goldrick, oltre a sentire il frastuono dello scontro tra il nemico ed il compagno, avvertono anche altri strani suoni. Alcune delle casse ai loro lati infatti sembrano venire rumorosamente spostate e dalla loro posizione, oltre che dal corridoio alle loro spalle, odono riecheggiare dei passi in avvicinamento. Passi incerti, insicuri, irregolari, come di più individui che strusciano i piedi a terra riuscendo a malapena ad alzarli e a muoverli. Accompagnati da degli inquietanti gemiti e lamenti biascicati, simili a quelli prodotti da chi vorrebbe ma non riesce a parlare. Temendo un attacco da più direzioni da parte di qualcuno o qualcosa rimasto nascosto fino ad allora, il paladino tenta di concentrarsi per cercare di discernere, pur in quei momenti concitati, la natura e la pericolosità di quelle potenziali nuove ed inaspettate minacce. Quando la sua mente, dopo essersi isolata dal caos che lo circonda, trova infine una via per oltrepassarlo ed individua ciò che si sta avvicinando, Goldrick capisce di dover intervenire velocemente. Karak e Tiresio sono inermi a terra, in preda a continui rigurgiti che ormai stanno iniziando a macchiarsi del loro stesso sangue e non possono in nessun modo difendersi dall'attacco di quattro non morti. Tale è infatti il numero e la natura dei loro imminenti assalitori. Pur non potendoli ancora vedere a causa della foschia e pur non sapendone quindi ancora le caratteristiche peculiari, infatti, il paladino sa quanto quegli esseri possano essere pericolosi. Ed al tempo stesso sa ciò che deve essere fatto per tenerli almeno alla larga da loro dando così ai suoi compagni il tempo per riprendersi. Così, stringendo in mano il suo simbolo sacro, Goldrick richiama a sè la propria incrollabile fede per attingere, tramite la volontà del Signore del Mattino, all'energia più luminosa e pura di quest'ultimo. Un'energia in grado di spazzare via il male costringendolo a ritirarsi, seppur momentaneamente. Mentre una candida ondata di forza divina si espande quindi dal paladino rischiarando con un velo di luce il tenebroso ambiente circostante, i non morti sono costretti a rifuggire da essa, non riuscendone a sostenere la presenza e Goldrick può quindi cercare di aiutare i compagni, raggiungendoli ed iniziando a trascinarli lentamente fuori dalla nube. Nel frattempo, mentre i tentativi del necromante di colpire e ostacolare Lucien vanno a vuoto uno dopo l'altro, i raggi del warlock continuano a ferire sempre più l'avversario che, dopo aver sorseggiato un liquido rossastro da una fiala estratta dalla propria borsa appesa alla cintura che sembra rinvigorirlo un pò, utilizza un altro incantesimo per scomparire dalla vista. Ciò, seppur metta in grande difficoltà Lucien nell'incapacità di vedere il proprio avversario, costringe quest'ultimo a concentrarsi su se stesso piuttosto che sulla foschia che avvolge Tiresio, Goldrick e Karak che pertanto si dissipa nell'aria senza lasciare traccia. Senza di essa, Karak e Tiresio possono quindi finalmente tirare il fiato e respirare di nuovo a pieni polmoni, ridestandosi e potendo tornare ad agire a proprio piacimento. Appena in tempo per scorgere con loro orrore, ora non più occultati dalla nube, i non-morti che li stanno ormai per circondare. Tre figure infatti si fanno avanti, influenzate sempre meno dall'energia sacra emanata dal paladino. Tre esseri a cui vengono subito ricollegati gli strani suoni da loro prodotti e che vengono anche per questo immediatamente riconosciuti. Tre cadaveri. Niente più che tre cadaveri che puzzano di terra e morte, in avanzato stato di decomposizione seppur piuttosto riconoscibili nelle loro fattezze. Due uomini ed una donna, che dovevano essere abbastanza giovani d'età, dai vestiti laceri e strappati, i capelli sporchi e scomposti, la pelle violacea cadente, consumata ed in qualche punto del tutto assente, gli occhi vacui e la bocca semiaperta in un'espressione spenta e angosciata. I loro passi e movimenti lenti, ondeggianti, incerti e spezzati sottolineano la totale assenza di vita in loro. Tre bambole di carne, animate da un potere così oscuro e raccapricciante che va ben oltre il limite invalicabile esistente tra vita e morte. Tre zombi. Oltre a confermare con orrore e ripugnanza l'effettiva natura delle blasfeme capacità del necromante, essi rappresentano una seria minaccia per Tiresio, Goldrick e Karak che immediatamente ingaggiano uno scontro non solo nei loro confronti ma anche verso il quarto zombi che nel frattempo si è diretto ed ha raggiunto Lucien, impegnandolo in una colluttazione. Il paladino, in particolare, scosso alla sola vista di tali empie e sacrileghe creature innaturali, è il primo a scagliarsi su di esse con tutta la forza di cui dispone seguito a ruota da Karak e Tiresio che sono però poi costretti a sparpagliarsi per la stanza nel caos del combattimento. Così, mentre il necromante, rassicurato dall'essere invisibile, pare spostarsi lungo la banchina occidentale allontanandosi dalla mischia e riprendendo a fischiettare istericamente sputando insulti e minacce nei confronti del gruppo nel farlo, quest'ultimo cerca di tracciarne in qualche modo gli spostamenti. Ma la concitazione dello scontro e la minaccia portata dagli zombi agli ordini dell'uomo sono troppo distraenti per riuscirvi. I movimenti esatti del necromante, pertanto, si perdono nella confusione generale mentre i non-morti impegnano i quattro in degli scontri ravvicinati. Lucien, in particolare, è il primo fra loro ad essere attaccato. Il quarto zombi, infatti, quello di un giovane uomo, tenta di afferrarlo e graffiarlo, fortunatamente invano. La lentezza delle sue goffe sbracciate che fendono solo l'aria però permette al warlock non solo di evitarle con facilità ma anche di scrutare più da vicino la creatura, notando uno strano particolare. Ciò che attira la sua attenzione infatti non è tanto la guancia sinistra scarnificata e sanguinolenta del non morto come se fosse stata morsa e mangiucchiata da dei topi o insetti nè tantomeno il sangue ormai rappreso che va dalla sua tempia destra e scende, coprendo completamente l'occhio sottostante, fino alla bocca ma piuttosto un movimento inaspettato. L'intero torace dello zombi, come in preda ad una serie di sussulti, pare infatti espandersi ritmicamente più di una volta. In modo innaturale e fin troppo evidente, dando l'impressione che qualcosa stia lottando per fuoriuscirne. Proprio nell'attimo in cui Lucien si accorge di questo, qualcosa di imprevedibile si verifica. Il busto del non morto, sottoposto all'ennesimo forzato ingrandimento, cede e si squarcia, aprendosi letteralmente con un orribile suono di membra strappate e ossa infrante. Una vera e propria nuvola di organi, ossa e sangue secco esplode in aria avvolgendo anche l'adiacente Lucien ed investendolo con un tanfo rivoltante di morte. Ma oltre a ciò, mentre il nugolo di carne, sangue ed ossa si sparpaglia nelle vicinanze e lo zombi, spezzato in due e quasi del tutto distrutto dall'esplosione, si affloscia immobile sul pavimento, una sagoma di piccole dimensioni schizza via dall'interno del cadavere lanciandosi in salto sul giovane warlock. Una creatura, se possibile, ancora più orripilante e disgustosa del non morto stesso. Un essere grande quanto un gatto ma dalle fattezze insettoidi. Un largo e piatto carapace marrone dalla superficie irregolare, ricco di escrescenze e diviso in più segmenti pare sovrastare e proteggere un piccolo corpo molle dal quale emergono numerosi tentacoli uncinati bluastri e corti, ad eccezione di alcuni più lunghi in corrispondenza della "coda" della creatura. All'altra estremità invece, in prossimità di quella che pare la "testa", una serie di cinque occhi neri e oblunghi disposti a semicerchio sovrastano due chele simili a quelle di un granchio che fuoriescono da sotto il carapace. Un essere ripugnante e del tutto alieno nelle sembianze, che emana un pungente ed acre tanfo di morte e che non da però il tempo a Lucien di reagire. Sferzando infatti l'aria con tre dei suoi lunghi tentacoli, esso non solo colpisce il warlock ferendolo ma stabilisce una presa nei suoi confronti avvinghiandosi poi al suo torace anche con le sue chele schioccanti. Nell'osservare da vicino tale orrore, pur nella concitazione e nel timore del momento, il giovane ne riconosce la natura, memore di averne letto in passato su di un libro. Necrobiota o Cacciatore di carogne è il nome con il quale è conosciuto, un essere insettoide saprofita dei cadaveri in grado di depositare le proprie larve all'interno di essi, ma anche di altri esseri viventi. Le larve, poi, si insinuano nel corpo della vittima nutrendosi delle sue carni crescendo e maturando finchè non percepiscono la vicinanza di un'altra creatura potenziale bersaglio delle loro stesse larve. A quel punto, essi erompono dal cadavere che li ospita per portare a compimento la prosecuzione della loro specie. "Proprio quello che è successo", pensa tra sè e sè Lucien rimembrando dalla medesima lettura anche come alcuni necromanti squilibrati usino addirittura i loro stessi non morti per "allevare" i necrobioti. Nel provare ancora più disgusto da tutto ciò, il warlock sa però bene di doversi concentrare a questo punto sulla cosa più importante. Liberarsi dalla presa dell'essere prima che quest'ultimo lo investa con le proprie larve. Pertanto, obbligato a questo punto ad ignorare il necromante, il giovane tenta di staccarsi di dosso la creatura ma proprio mentre lo fa i suoi peggior timori vengono confermati. Dopo averlo infatti colpito di nuovo più volte ed in modo grave al torace e al collo con i propri tentacoli, il necrobiota spalanca le sue fauci riversando su di lui uno spruzzo di bava giallastra, appiccisosa e maleodorante, intrisa di piccole larve scure lunghe meno di un centimetro che prendono subito a muoversi freneticamente sulla pelle, i capelli e gli abiti di Lucien. Egli tenta istintivamente di scacciarle via, invano però. Esse sono troppe ed il liquido ne favorisce l'adesione al suo corpo. Presto, mentre iniziano a scavare nelle sua pelle creandosi dei minuscoli varchi per annidarsi in profondità, il warlock comincia a sentirsi come privato dalle proprie energie. La combinazione delle ferite infertegli dal necrobiota e dell'azione in qualche modo apparentemente anche velenosa delle sue larve lo stanno indebolendo sempre più, portandolo sul punto di perdere i sensi. Quasi contemporaneamente, anche Karak vive la stessa situazione, assalito da un altro necrobiota emerso dallo zombi che stava fronteggiando. Anch'esso, dopo aver frustato e ferito ripetutamente il lucertoloide con i propri tentacoli uncinati, vi si è attaccato all'altezza della spalla sinistra inondandolo poi con uno spruzzo di larve. E mentre il ladro tenta invano di staccarsi di dosso la creatura sia a mani nude che addirittura cercando di morderla con le sue fauci aguzze, allo stesso modo anch'egli inizia a sentirsi debole e stanco. Intuita la gravità della situazione e la possibilità per lui di fare qualcosa contro quelle larve velenose, Goldrick accorre in aiuto dei due compagni. Riuscendo per prima cosa ad abbattere e schiacciare a terra con una serie di potenti fendenti il necrobiota ancorato a Lucien, il paladino procede immediatamente ad eliminare le larve che appestano quest'ultimo. Ricorrendo infatti alla sua capacità di curare i veleni attraverso l'imposizione sacra delle sue mani imbevute di potere benedetto, le larve si "seccano" nel giro di pochi istanti come se venissero in qualche modo prosciugate e muoiono staccandosi dal corpo di Lucien. Poi, assicuratosi delle stabili condizioni del compagno, Goldrick si precipita ad aiutare Karak, impegnato nella lotta contro il necrobiota che lo ha attaccato all'altezza di una delle basse piattaforme nei pressi della vasca centrale della stanza. Immune, grazie alla stessa capacità di cui dispone, alla presenza velenifera delle larve, il paladino inizia quindi a colpire anche il secondo necrobiota venendo comunque a sua volta ferito. Nel frattempo, dall'altro lato della stanza, anche Tiresio viene attaccato dai due rimanenti zombi, uno dei quali a sua volta rivela essere l'incubatore di un altro necrobiota. Quest'ultimo attaccando ed ancorandosi alla gamba destra del bardo, oltre a ferirlo ne limita i movimenti esponendolo inoltre anche agli attacchi del secondo zombi. Nonostante ciò, tuttavia, il ragazzo non intende permettere al necromante di fuggire e cerca di spostarsi verso il corridoio dal quale il gruppo è arrivato e verso dove adesso il loro avversario, a giudicare dalla sua voce continuamente riecheggiante, pare grossomodo intenzionato a dirigersi. Pur venendo colpito e ferito più volte, alla fine, Tiresio giunge all'imbocco del corridoio ma lì viene attaccato da un altra creatura. Quello che sembra un pipistrello dalle grandi ali nere infatti, rimasto presumibilmente fino a quel momento nascosto tra le ombre della volta del soffitto, plana in picchiata su di lui tentando di graffiarlo. La vicinanza, pur in quel frangente di tensione e caos, permette al bardo di notare che l'animale, in realtà, è morto. O meglio, dovrebbe essere morto. La carne del lato sinistro della sua testa e quella di gran parte della gabbia toracica sono del tutto assenti, prova dell'ennesima creatura animata dalla blasfema energia del necromante. Reagendo con rapidità, Tiresio riesce comunque a schivare l'attacco realizzando che si tratta di uno combinato con un incantesimo del necromante stesso. Proprio in quel momento, infatti, per via di quel fallimento, l'avversario che tanto cercava riappare infine davanti a lui, a pochi passi di distanza. L'uomo, ferito e con il volto visibilmente contratto in un'espressione di rabbia e frustrazione per non essere andato a segno nè contro di lui nè tantomeno nei confronti di Lucien, si lascia andare a nuove imprecazioni, minacce e offese. "Piccolo bastardo!! Maledetti! A costo di dilaniarvi con le mie stesse mani vi ucciderò tutti!! E poi userò i vostri cadaveri come dei burattini!!", grida a squarcia gola, con gli occhi quasi iniettati di sangue. Il bardo, voglioso di "ricambiare" tali attenzioni e di fermare una volta per tutte il necromante, fa per attaccarlo ma proprio in quel momento il necrobiota avvinghiato alla sua gamba sputa contro di lui una nuvola maleodorante di larve. Mentre esse si propagano in aria e stanno per investirlo, però, accade qualcosa. Il tempo pare rallentare e quasi fermarsi, le larve ed il liquido viscoso in cui sguazzano si arrestano a mezz'aria e tutto intorno a Tiresio si fa praticamente immobile. Lo stupore e le mille domande che in quel frangente invadono la mente del bardo vengono spazzate via pochi attimi dopo quando una serie di voci ignote cominciano a sussurrargli parole incomprensibili. Voci provenienti da chissà dove ma apparentemente identiche a quelle udite da lui solo poco prima nella nebbia di Sturben. Istintivamente, il giovane tenta di ascoltarle e comprenderle ed alla fine, concentrandosi, vi riesce. Nella miriade di echi confusi e mormoranti che sembrano perdersi in altri luoghi, ne distingue chiaramente uno. La stessa voce che ha già sentito in precedenza pare infatti sussurrargli qualcosa all'orecchio. "Vorresti essere altrove, William? Dove?", gli chiede quasi in modo provocatorio, come se fossero vecchi amici intenti a scherzare. A quel punto, il bardo, dopo una breve esitazione, compie una scelta. Quella di fidarsi delle voci e di affidarsi ad esse, sperando che possano aiutarlo in quella situazione disperata visto che sembrano averlo già fatto in passato. "Là", risponde deciso fissando un punto della stanza alle spalle del necromante, "dietro di lui!". Ciò che si verifica allora è tanto rapido quanto inspiegabile mentre le voci scompaiono senza aggiungere altro ed il mondo riacquista la propria velocità. Tiresio si dissolve istantaneamente in una nube grigiastra di quella che pare nebbia per riapparire in un battito di ciglia esattamente alle spalle del necromante. Come se avesse perso consistenza per riassumerla poi immeditamente dopo in un nugolo biancastro a ridosso del suo avversario. Oltre a permettergli di evitare completamente lo spruzzo di larve che invece cadono guizzando sul pavimento umido, quel repentino spostamento non solo lo allontana dal pipistrello e dall'altro zombi ma coglie anche del tutto di sorpresa il necromante che, impietrito, non sa come reagire. Esso sta ancora osservando sbalordito il punto in cui il bardo è svanito quando quest'ultimo, rabbioso, lo bersaglia con un incantesimo in grado di scatenare un'inarrestabile onda d'urto. In una nuvola di polvere e sporcizia così sollevata, l'uomo viene colpito in pieno alle spalle, ferito e quasi schiacciato da quella tremenda forza nonché scaraventato diversi passi più in là, fin sul ciglio della banchina. Mentre esso si volta a scrutare Tiresio con sguardo sgomento e per la prima volta in silenzio fin dall'inizio dello scontro, Lucien, scorta la scena dalla distanza e ora libero da ogni avversario, pur sfiancato e ferito, cerca di cogliere l'opportunità per colpire ancora il necromante. In questo modo, correndo verso di lui anche su richiamo del compagno bardo, lo bersaglia di nuovo con una raffica dei suoi raggi sfrigolanti, centrandolo in pieno. Stavolta, le ferite accumulate e subite sono troppe e troppo profonde perché l'uomo possa sopravvivergli. Sgranando gli occhi e spalancando la bocca in un'ultima contorta espressione di rabbia, disperazione e paura, l'uomo perde definitivamente le forze e, in silenzio, cade dalla banchina sul ponteggio sottostante con un tonfo sordo. Morto. Mentre alcune assi del pontile a quel punto non reggono l'urto ed il peso cedendo in parte e provocando di fatto l'immersione nel liquame della vasca della metà inferiore del corpo del necromante, il pipistrello non morto si disintegra in aria e si dissolve divenendo un cumulo di cenere fumante. Allo stesso modo, il necrobiota avvinghiato a Tiresio si stacca infine da lui e scappa via tra le ombre del corridoio vicino, facendo perdere le proprie tracce. Il medesimo destino toccato all'altro cacciatore di carogne che, ripetutamente colpito dallo sforzo congiunto di Karak e Goldrick, alla fine riesce comunque a dileguarsi nelle tubature emettendo una sorta di agghiacciante squittìo. Il paladino è intento a liberare il lucertoloide, anch'egli ad un passo dal perdere i sensi a causa del veleno, dalla presenza delle larve che stanno cercando di scavarsi un passaggio tra le scaglie della sua pelle quando nel frattempo Lucien abbatte con i propri raggi ustionanti l'ultimo degli avversari rimasti. L'unico zombi che non pare ospitare al suo interno un necrobiota. Il cadavere della donna, quindi, irreparabilmente danneggiato e bruciato, così come parzialmente bruciata, ustionata e fumante è la carcassa di colui che fu il necromante, cade inerme ed immobile a terra. A quel punto, la calma ed il silenzio tornano ad avvolgere la grande stanza. La quiete dopo la caotica battaglia ed un silenzio rotto soltanto dal continuo gocciolare delle tubature circostanti al quale adesso si aggiunge anche l'affannoso respiro di Goldrick, Karak, Lucien e Tiresio. Un respiro profondo e rumoroso, lascito di un combattimento sfiancante e sanguinoso oltre che orribile, disgustoso e nauseante in ogni suo aspetto. Un respiro però che certifica, ancora una volta, mentre i quattro si riuniscono intorno al cadavere del loro nemico caduto, che sono vivi. Feriti, anche gravemente, e sfiancati. Ma vivi.

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Campaign
La Valle delle Foglie Cadute
Protagonists
Report Date
30 Mar 2024
Primary Location
Sturben

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