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Sessione 31 - Scelte

General Summary

Perplesso ed indeciso sul da farsi, nella semioscurità della piccola piazza desolata e rischiarata soltanto dalle luci della taverna, il gruppo prova a ragionare e a riflettere sull'intera vicenda e sulle sue prossime mosse. La testimonianza di Daniil, se vera, aprirebbe un altro fronte estremamente complicato su cui indagare. Il coinvolgimento di una famiglia nobile, infatti, attirerebbe altre e nuove attenzioni sulla loro ricerca oltre che limitarla, costringendoli a proseguire con i piedi di piombo su un terreno infido e scivoloso. Tuttavia, essi sono in possesso solo di un'ipotetica e alternativa versione dei fatti, oltretutto da loro in precedenza già valutata relativamente al reale obiettivo omicida di Novak, ma non di nomi e tracce concrete su cui basare ragionamenti validi e organizzare ricerche fruttuose. Inoltre, il fatto di dover attendere l'aver a disposizione le mappe delle fogne e di non poter proseguire nemmeno su quella strada, unito all'incertezza di un'indagine che, pur essendo stata esplorata in tutti i suoi casi, non è ancora chiara e definita avendo invece diversi tasselli mancanti, arenano il gruppo persino di più e di fatto ne bloccano le possibilità e le scelte. La loro posizione pare cristallizzarsi mentre ognuno prova ad esprimere un'idea dietro l'altra che però trova scarso seguito, in una notte sempre più buia e sferzata adesso da un nascente vento freddo. Alla fine, però, i quattro rimembrano le recenti parole e il consiglio di Pavlic. Così decidono di dirigersi subito verso la Sponda orientale dove infatti ritengono non solo di poter eventualmente trovare altri indizi utili ma soprattutto di poter intercettare il o i criminali nei loro attacchi notturni alle fattorie, saltando direttamente alla conclusione della faccenda. Cercando cioè, come suggerito loro dal mercante, di fermare definitivamente la scia di omicidi senza per forza avere prima un completo e perfetto quadro d'insieme dell'indagine che, tra l'altro, con la sua risoluzione potrebbero alla fine ottenere, seppur retroattivamente. Perciò, il gruppo organizza la propria sortita notturna stabilendo di controllare l'area più meridionale dell'altra riva, la zona cioè più vulnerabile, che la Milizia non riesce a coprire con le ronde per via dello scarso numero di uomini a sua dispozione. Karak, tuttavia, pur d'accordo con la decisione, afferma di non voler seguire gli altri, almeno non subito. Egli infatti è ancora con il pensiero al messaggio di Thelthess ed alla possibilità di incontrarla per avere le informazioni che cerca, non essendo disposto nè a rinunciare nè tantomeno a posticipare la cosa. Di fronte alla fermezza e determinazione del ladro che i tre compagni avevano invece inizialmente sperato di superare e visto l'approssimarsi dell'ora dell'ipotetico appuntamento, i quattro, dopo aver cercato una soluzione ed un compromesso, prendono alla fine una decisione definitiva. Il lucertoloide, piuttosto sicuro delle buone intenzioni di Thelthess, convince Goldrick, Lucien e Tiresio a lasciarlo andare da solo all'incontro, come peraltro da lei richiesto, mentre gli altri si dirigeranno sull'altra sponda sfruttando l'ultima zattera del giorno. Se tutto procederà per il verso giusto, dopo circa un'ora e mezzo dall'inizio dell'incontro e pertanto intorno alle 23.30 o poco più, Karak potrà riunirsi ai compagni. Egli infatti è un abile nuotatore ed è in grado di attraversare da solo il fiume, lento e dalla scarsa corrente nell'ansa di Sturben, con relativa semplicità per poi rintracciare gli altri sulla riva orientale grazie all'incantesimo di luci del bardo che, ad intervalli regolari, proietterà sfere luminose verdastre nel buio della campagna. In questo modo, il ladro non dovrebbe avere problemi a notarle e a ricongiungersi a Goldrick, Lucien e Tiresio. Nonostante quindi le perplessità di questi ultimi tre relative alla piega che l'incontro di Karak potrebbe assumere mettendoli in condizione, in caso di emergenza, di raggiungere il ladro soltanto al mattino seguente al ripristino del servizio delle zattere, il gruppo procede comunque come deciso. Così, mentre Karak si dirige nel vicolo dell'appuntamento, gli altri attraversano una Sturben buia e deserta, a parte come al solito nelle vicinanze del Grande Mercato, fino a raggiungere le zattere dove riescono ad imbarcarsi sull'ultima di queste della giornata. Il ladro, intanto, arriva al luogo dell'incontro e, allo scoccare delle 22 in punto, quando in lontananza si odono i rintocchi di una campana, Thelthess appare all'incrocio del vicolo, avvolta e nascosta sotto il suo mantello con cappuccio. Ella, con un'espressione diversa da quella di poche ore prima, stavolta seria e determinata ma non carica di odio, sembra essere da sola. Karak, tranquillizzato definitivamente da ciò, le chiede spiegazioni su tutto quello che Raadut gli ha raccontato e lei gliele fornisce. Confermando la versione di Raadut relativamente alla loro prigionia e alla successiva fuga dalle grinfie dell'incantatore loro aguzzino, la lucertoloide spiega anche che il capotribù ha inviato lei e Raadut a Sturben per cercare e recuperare qualcuno. Zarg'ron, il guerriero più forte della loro tribù. Quest'ultimo, infatti, era stato a sua volta catturato e sottoposto come loro agli stessi esperimenti, trasformandosi allo stesso modo. Dopo l'evasione di Karak che ha innescato la fuga di molti prigionieri, tuttavia, i rapporti tra l'incantatore e i mercenari si sono irrimediabilmente incrinati ed il primo ha voluto interrompere l'accordo che aveva con i secondi. Questi non si sono opposti ma, per farlo, hanno preteso un ultimo pagamento. Zarg'ron, appunto. L'incantatore ha acconsentito e i mercenari se ne sono andati portando quindi il guerriero con loro, lì a Sturben, per motivi ignoti. "Ssstiamo cercando il loro covo", conclude Thelthess con la sua particolare pronuncia sibilante, "sssappiamo che è qui vicino, nel Quartiere Povero...ma non l'abbiamo ancora trovato. Non sssappiamo perché abbiano voluto Zarg'ron nè cosssa vogliano da lui ma abbiamo ssscoperto che a quesssto punto c'è il rissschio che i mercenari potrebbero esssersssene già andati dalla città...è una corsssa contro il tempo...". A questo parole, Karak rimane estremamente colpito. Zarg'ron è un combattente molto abile e, anche se non possiede uno stretto legame di amicizia con lui, il ladro l'ha sempre rispettato per le sue capacità in battaglia, la sua buona disposizione verso i propri simili, il suo valore ed il suo carisma. Inoltre, egli fa parte della sua stessa tribù e questo per Karak è più che sufficiente. "Vi aiuterò a cercarlo", esclama senza pensarci troppo, "appena avrò finito q...". "No, Karak", lo ferma subito Thelthess, "di quesssta faccenda ce ne occuperemo noi, non peggiorare la tua sssituazione. Sssei esssiliato, ricordatelo!". Tale è la determinazione di Thelthess nel dire ciò che il ladro è costretto a riconsiderare la sua intenzione, annuendo quindi alle parole della cacciatrice. Tuttavia, egli le fa presente il suo proposito di continuare comunque ad indagare sui mercenari dei Tre Anelli anche per avere la propria vendetta e riesce ad ottenere da ella la possibilità di rimanere in qualche modo in contatto fornendole l'indicazione di dove trovarlo a "L'Ultimo Braciere". In questo modo, Karak conta di rimanere aggiornato su ciò che succede alla sua tribù avendo magari la possibilità di aiutarli, seppur indirettamente e a distanza. Il ladro, poi, dopo che Thelthess gli comunica che a breve anche lei e Raadut lasceranno Sturben per fare rapporto, ottiene dalla cacciatrice anche la promessa di indagare sul perché le lettere inviate dal ladro non siano mai arrivate alla tribù. Ella annuisce quando Karak le indica con precisione il punto della foresta e la roccia sotto la quale egli faceva lasciare le missive da alcuni corrieri, impegnandosi a scoprire perché le vedette della tribù non le hanno mai trovate o portate al villaggio. A quel punto, dopo essersi nascosti nel vicolo ed aver interrotto la loro conversazione per qualche istante al passaggio di una figura sospetta che si rivela poi invece un semplice popolano, Thelthess si fa riconsegnare dal ladro la rete di Raadut spiegandogli che il suo recupero "dal vicolo" sarà una buona scusa con il guerriero per il ritardo della cacciatrice dal suo giro di ispezione. Infine, ella fa presente a Karak un'ultima cosa, per lei molto importante. "Non ho fatto tutto quesssto per te, Karak", afferma decisa fissando il ladro, "l'ho fatto per tua sssorella...sssta bene ma non sssopporto di vederla sssoffrire per il tuo dessstino...non sssapendo ssse sssei vivo e cosssa ssstai facendo...le racconterò del nossstro incontro...". Karak, quindi, ringraziandola, la saluta mentre la lucertoloide si avvolge ancora di più nel proprio mantello e se ne va scomparendo nel buio del vicolo, lanciando al ladro un'ultima occhiata di intesa. Karak, a quel punto, si attarda per un pò in quell'oscurità e nella solitudine del luogo, ripercorrendo con la mente quell'incontro. Thelthess sembrava sincera ed affidabile nonostante egli la ricordasse come una testa calda e perciò le sue azioni svolte di fronte a Raadut erano state soltanto una recita. Anche se ella non si era schierata dalla sua parte lasciando intendere di non voler indagare la veridicità o meno e di dover rispettare la condizione di esiliato di Karak, ciò che interessa al ladro è il fatto di potersi comunque fidare di lei facendo leva sul rapporto esistente tra Thelthess e sua sorella minore. Avere qualcuno che lo tiene aggiornato in qualche modo su ciò che accade al villaggio può essergli sicuramente d'aiuto, senza contare il fatto che la cacciatrice può indagare senza destare sospetti sulla fine che hanno fatto le sue lettere. Forse può esserci qualcuno che non vuole il suo ritorno e che per questo vuole metterlo in cattiva luce con il resto della tribù. "Ma chi e perché?", si chiede incredulo. Il ladro, comunque, sa che è ancora troppo presto per ottenere le risposte che cerca e che per il momento, lasciando come promesso la risoluzione del rapimento di Zarg'ron a Raadut e Thelthess, intende concentrarsi sugli incarichi di Pavlic oltre che sul continuare a cercare informazioni sui mercenari dei Tre Anelli. Così, senza indugiare oltre, il lucertoloide si incammina nel silenzio della notte verso la riva del Vasha, con l'intenzione come stabilito di riunirsi ai suoi compagni. Nel frattempo, questi ultimi, sbarcati sulla Sponda orientale e avendo notato, come previsto, le ronde della Milizia nella porzione nord della riva, si avventurano quindi verso sud dopo aver avvicinato un gruppo di guardie ed averle informate delle loro intenzioni, consigliandole inoltre di tenere d'occhio in particolare il limitare del bosco ad est. Nel loro tragitto, tuttavia, Goldrick, Lucien e Tiresio non notano nulla di strano nè scorgono nuovi indizi nè vedono nessuno tra le fattorie ed il margine della boscaglia che stanno percorrendo. Muovendosi tra i campi coltivati in silenzio, infatti, debolmente illuminati soltanto dalla lanterna impugnata dal paladino, solo il freddo ed il vento, sempre più pronunciati, li accompagnano. Nemmeno il fortuito incontro con un gufo intento in un cespuglio a cacciare alcuni topolini di campagna, che inizialmente invece li aveva allarmati, li agita a lungo poiché ben presto l'atmosfera ritorna tranquilla. E' quasi mezzanotte quando i tre giungono in vista della chiesa del Signore del Mattino, là dove non vi sono più fattorie e tutt'intorno la zona pare calma, decidendo quindi a quel punto di tornare verso nord compiendo a ritroso lo stesso percorso. Prima però, come da patti, Tiresio innalza al cielo alcune sfere luminose verdastre con la speranza che Karak si trovi già sulla Sponda orientale e li raggiunga vedendole. E infatti, pochi minuti dopo, la sagoma di Karak si fa largo nella notte, apparendo da dietro la chiesa come un'ombra silente. Alla sua vista, la preoccupazione degli altri per l'esito dell'incontro con Thelthess e per la possibile difficoltà ad attraversare il fiume si dissipa immediatamente anche perché il ladro li informa con accuratezza del colloquio che ha avuto, di ciò che ha scoperto, delle promesse sancite tra lui e la cacciatrice e di come, pur non così facilmente come aveva previsto, alla fine il lucertoloide abbia comunque attraversato a nuoto le gelide acque del fiume. Tranquillizzati su ciò, essi ragguagliano a loro volta il compagno sul non aver per ora trovato nulla di nuovo e interessante durante la loro ronda e poi, come programmato, tutti e quattro si incamminano di nuovo insieme verso nord. Mentre procedono tra i campi ed il bosco avvolti dall'oscurità e dal vento gelido, però, si trovano a riflettere ancora una volta sull'intera indagine arrivando ad ipotizzare un nuovo scenario. Forse, concludono facendo soprattutto riferimento al sogno di Goldrick, una possibile via con la quale il o i criminali si spostano lungo tutta quella sponda potrebbe essere il sottosuolo, collegato in qualche modo con le fogne cittadine, e magari i pozzi situati tra le varie fattorie potrebbero rappresentare dei punti di accesso ad esso ed in pratica delle "porte" per i sentieri seguiti dai colpevoli. Alla luce di ciò, quindi, il gruppo, pur continuando a muoversi verso settentrione, decide di controllare i vari pozzi ogni volta che li incontra, sapendo che ve ne sono sette lungo tutta la riva. Perciò, quando dopo diversi minuti, poco dopo l'una di notte, avvistano il primo di essi nei pressi di una piccola fattoria, i quattro vi si avvicinano, controllandolo e sporgendosi dalla sua sommità. L'attenta ispezione, tuttavia, non rivela nulla di particolare a parte il fatto che il pozzo, in pietra e piuttosto stretto, sembra scendere nelle tenebre per più di 25 metri, per poi incontrare dell'acqua. Mentre si trovano a ridosso della struttura per analizzarla, però, Tiresio nota alla sua sinistra, pochi passi più in là, la porta d'ingresso della fattoria non chiusa ma al contrario lievemente aperta. Senza dire inizialmente nulla ai compagni tutt'ora intenti a esaminare il pozzo, il bardo si avvicina quindi silenziosamente alla porta per controllarla notando come essa paia forzata. A quel punto, Tiresio chiama ed informa gli altri della cosa che, immediatamente allertati e memori delle altre scene del crimine sulla Sponda orientale, si preparano subito ad entrare nell'abitazione per appurare cosa vi stia accadendo. Così, mentre Goldrick e Karak circondano l'edificio da due lati, Tiresio e Lucien varcano silenziosamente l'ingresso trovandosi di fronte quella che sembra una piccola sala da pranzo/cucina, deserta ed in apparente ordine. Nella casa, oltre all'oscurità, regna il più assoluto silenzio ma la cosa non tranquillizza per nulla nè il warlock nè il bardo. Quest'ultimo, in particolare, facendo un altro passo al suo interno e sforzandosi di scrutare nelle tenebre, nota ad un certo punto sulla sua destra una lieve luce azzurrognola. Istintivamente si volta in quella direzione vedendo come quella che pare una falena, in grado di emettere una strana luce bluastra propria, si trovi sopra al caminetto. Sulla trave della sommità, immobile, ad eccezione di una quasi impercettibile oscillazione delle ali. Due appariscenti ali bluastri in quelle tenebre che in qualche modo attirano l'attenzione di Tiresio fin quasi ad ipnotizzarlo e a fargli seguire con lo sguardo la falena che, pochi istanti dopo, si libra in volo. Essa, però, non inizia a volare nella stanza ma tra gli alberi, in mezzo ad un bosco rado e verdeggiante illuminato dai caldi raggi del sole. E' quasi estate ed il bardo sta seguendo la falena, ora una farfalla, tra la vegetazione, fino alla fine di un sentiero che si interrompe ai piedi di una parete rocciosa. Questa è piuttosto ripida ma Tiresio non si tira indietro e la scala fin sulla sommità dove la boscaglia si apre ancora di più. Lì, il profumo del mare e la sensazione della salsedine sulla pelle lo investono con una miriade di emozioni diverse mentre più in là, superato uno spiazzo, la parete scende in picchiata dando vita ad un'alta scogliera sulla quale si infrangono rumorose le onde del mare. Non è però il panorama, per quanto affascinante, a catturare l'attenzione del bardo, ma ciò che si trova sulla spiazzo, abbarbicata sulla scogliera. Quella che sembra una capanna quasi fatiscente, infatti, si erge in quel luogo disabitato. Quella vista, da sola, rincuora Tiresio, sollevato e speranzoso di aver trovato ciò che cerca. Proprio in quel momento egli realizza di stare rivevendo un ricordo. Un ricordo vecchio, quasi antico per quella che adesso è la percezione del tempo del bardo. Come se tutto ciò fosse avvenuto ormai un secolo fa o forse addirittura in un'altra vita. Il ricordo del giorno in cui, dopo aver sentito diversi viaggiatori parlarne, egli si è recato da un'anziana donna. Una vecchia in grado, a sentir parlarne altri, di esaudire i desideri delle persone. Sperando così di ottenere ciò che voleva. Tale è il ricordo di quel giorno per Tiresio, un triste e lontano ricordo del giorno in cui per la prima volta incontrò Lei. La fautrice del suo patto e del suo destino. A quel punto, però, il ricordo cambia e qualcosa vi si aggiunge. Qualcosa che non dovrebbe essere mai avvenuto. Il bardo infatti nota, alla sua sinistra, la stessa farfalla di prima ora invischiata in una ragnatela tesa tra due rami di un albero vicino. Un ragno nero come la pece l'ha catturata e la sta lentamente avvolgendo in un bozzolo senza che lei opponga alcuna resistenza. In quello stesso momento, prima che Tiresio possa anche solo pensare a qualcosa, un terribile peso inizia a gravare sulla sua testa. Come se qualcosa di incredibilmente pesante ed opprimente vi sia stato improvvisamente posto. Qualcosa che egli non può e non riesce a sopportare. Incapace di rimanere in piedi, il bardo sente quasi le sue ossa spezzarsi e sbriciolarsi una ad una sotto quel tremendo ed insostenibile peso mentre cade prima in ginocchio e poi disteso a terra, arrivando a strisciare quasi come un verme. Cercando disperatamente di raccogliere tutte le sue forze per opporsi all'essere schiacciato, Tiresio contrae ogni singolo muscolo del suo corpo, aggrappandosi alla vita con tutto ciò che ha. Proprio in quel momento di massima sofferenza, improvvisamente, egli si ritrova di nuovo all'ingresso della fattoria con quella tremenda sensazione scomparsa di colpo e la farfalla, ora di nuovo falena, che prima si era librata in volo, avvolta adesso sopra il caminetto in un bozzolo di ragno. Il bardo, respirando affannosamente, rimane immobile ad osservarla mentre si riprende da tutto ciò, ritornando con la mente al presente e chiedendosi che cosa sia accaduto. Il suo sbigottimento e la sua confusione sono colti da Lucien che gli si avvicina subito per comprendere cosa c'è che non va. Nel frattempo, però, all'esterno, Karak nota una misteriosa figura incappucciata osservare il gruppo, nascosta tra la vegetazione limitrofa dei campi ad est. Il ladro ha appena iniziato a muoversi di soppiatto verso di essa per cercare di capire chi o cosa sia e Tiresio è ancora turbato per ciò che gli è successo quando un agghiacciante urlo di donna proveniente dall'interno della fattoria squarcia improvvisamente il silenzio della notte...

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Thelthess

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Campaign
La Valle delle Foglie Cadute
Protagonists
Report Date
28 Nov 2023
Primary Location
Sturben

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