Regno bianco Geographic Location in Terre Interne | World Anvil
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Regno bianco

Il flusso appare particolarmente rarefatto nel Regno bianco, ne consegue che utilizzare la magia in questo luogo è molto più semplice, e praticamente ogni razza che lo abita è in grado di farlo in maniera del tutto naturale e spontanea. Il Regno bianco non ha un cielo, alzando la testa si vedrebbe a diversi chilometri di distanza un’altra distesa di terra sospesa, la stessa concezione di “sopra e sotto” e quasi aliena il questo piano di esistenza, questi due luoghi attraggono a loro gli oggetti e le creature che gli sono abbastanza vicini, in sostanza sono dotati di una propria gravità. La luce proviene da enormi sfere di fuoco azzurro che si trovano fra le due, in quello spazio centrale dove la gravità è assente. Se per qualche motivo una di queste sfere dovesse allontanarsi da questo spazio e si avvicinasse eccessivamente ad una delle terre ne verrebbe attratta, schiantandosi al suolo e provocando una tremenda esplosione in grado di distruggere intere regioni.   Dall’aspetto radioso, questo luogo ha subito una storia crudele ed intrisa nel sangue e disperazione di molti popoli. Un tempo il Regno bianco era governato dalle creature chiamate Mindflayers, o illithid nella loro lingua, un popolo la cui più grande forza non era tanto l’enorme abilità magica che possiedono, ma la loro intelligenza e capacità costruttive. Le prime navi volanti, utilizzate per colonizzare “l’altra terra” sono una loro invenzione. Gli illithid sono degli oppressori, ed amano ridurre in schiavitù i popoli che incontrano, sia per ottenere una forza lavoro sacrificabile, sia per ottenere sempre una fonte di sostentamento fresca, essi infatti si nutrono di una cosa solo: il cervello. Più la creatura che predano è intelligente, meglio il pasto. Accadde che nel loro girovagare, quando l’impero illithid aveva conosciuto una dimensione che forse sono gli Dei nei loro domini possono comprendere, incontrarono una piccola specie di dragonidi dall’aspetto umanoide, se ne stavano rintanati in complesse gallerie nell’intento di scavare tane profonde per nascondersi al mondo. Infatti, nonostante la loro origine, erano creature deboli, dotate di un potere magico innato ma sopito. Presto gli illithid scoprirono centinaia di colonie di questi esseri, tutte isolate tra loro, decisero allora di farli divenire i loro schiavi più stretti. Si riproducevano facilmente, erano bravi a seguire i compiti e la loro forza non era abbastanza per garantire una minaccia, anche se il loro numero fosse cresciuto cento volte tanto, ma più di ogni cosa la loro mente era deliziosa. Li battezzarono Coboldi, un titolo ironico e crudele in quanto tradotto significa “colui che governa nella casa”, un riferimento al loro ruolo di maggiordomi. Con il tempo queste creature si moltiplicarono, e ben presto furono in ogni dove nell’impero illithid, costretti a servire coloro che li torturavano per piacere o per conoscere il sapore di una mente afflitta. Con il tempo però i mindflayers capirono che avevano bisogno di qualcosa di più, un popolo molto più forte per i compiti più impegnativi, dei guerrieri che potessero morire in prima linea, ma che resistessero agli assalti nemici con valore. Osservarono le migliaia di razze sotto al loro dominio e decisero di prendere i Gith, erano forti guerrieri e la loro mente era fine, dovevano solo a fare attenzione che il loro numero non crescesse troppo. Grazie a questi formidabili guerrieri il regno degli illithid inglobò l’intero Regno bianco, e dovettero cominciare a muoversi verso nuovi piani di esistenza, ma la loro fine era prossima. I gith, anche se in numero esiguo, divennero comuni, e strinsero relazioni d’amicizia con i coboldi, che cominciarono a venerare lo stesso dio. Il suo nome era Rodarv, un essere dotato di due teste, i cui segni distintivi erano il denaro e la bilancia. Credenza dei gith è infatti che l’aiuto divino viene con un costo, se le preghiere vengono esaudite Rodarv prima o poi chiederà qualcosa in cambio. Ma i gith pregavano costantemente, non solo per loro, ma per tutti i popoli dominati degli illithid, e con loro pregarono i coboldi. Si scoprì quel giorno che le abilità magiche dei coboldi non erano assopite, ma inutilizzate, il loro potere infatti non è univoco di un individuo, ma è condiviso fra tutti loro, ed è il potere dei Draghi, il potere della creazione. Fu così che Rodarv stesso fece la sua apparizione nella capitale illithid, distruggendola con un gesto della mano, dopodiché scaglio in aria centinaia di monete che ricaddero nelle abbandonate miniere dei coboldi, dai quali fuoruscirono gloriose viverne che presero a volare in giro ed a assaltare le navi dei mindflayer. Infine il neo nato dio indicò una giovane gith e parlò in modo che tutti, in qualsiasi angolo delle terre potessero sentirlo: “Ho ascoltato le vostre preghiere e giungo fra voi come un liberatore, colei che chiamate Vaakith sarà la mia spada, e vi porterà verso la libertà che anelate. Gioite popoli oppressi, con queste parole io vi sciolgo dalle vostre catene.” La grande guerra che infuriò durò moltissimi anni, e richiese enormi sacrifici e la perdita di molte vite, ma gli illithid furono detronizzati, e anche se non sconfitti furono costretti a nascondersi nel sottosuolo, ombra ormai di quello che furono un tempo. Vaakith, la più grande delle guerriere, in grado di comandare le viverne con un cenno, divenne regina, ed ancora oggi comanda i suoi fedeli servitori dopo millenni dalla sua nomina, con una vita innaturalmente lunga che da alcuni è vista come la benedizione di Rodarv. Il Regno bianco è ora dominato dai Gith, un popolo fedele alla propria regina, sempre alla ricerca di un modo per dimostrare la sua grandezza. Molti temono che questo sia stato il prezzo richiesto da Rodarv, la vera libertà non giungerà fino a che il dominio di Vaakith non cesserà, il regno di colei che siede sul trono con il pugno di ferro, e richiede il sangue dei suoi sudditi come dimostrazione di lealtà. Ma uccidere la regina, significherebbe lasciare campo libero al ritorno degli illithid. I coboldi invece sono stati lasciati liberi, senza più un padrone si sono rintanati nelle loro profonde gallerie, in comunità isolate, dove il loro temibile potere giace inutilizzato.

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