Fortrak
“Avevo lasciato porto verde da un giorno ormai e mi addentravo sempre più nella foresta, senza nessuno al seguito, come al mio solito.
Trovai una piccola diramazioni del fiume in uno spiano e decisi che avrei passato la note lì. Trovai un gallo cedrone delle vicinanze, lo inseguii per un po’ e con una freccia mi procurai la cena. Tuttavia quando feci per avvicinarmi un sibilo mi interruppe, soprattutto perché, se uno viaggia tanto quanto ho fatto io, quel rumore lo riconosce subito.
Dalla boscaglia spuntò una creatura quadrupede, dal muso scarno, quasi osseo, e due fessure verdi smeraldo mi fissavano. Subito si blocco nella sua tipica posizione, con i grandi arti posteriori piegati e quelli anteriori ritratti a terra, come qualcuno che si china per raccogliere qualcosa a terra. Sia il muso, che il dorso e perfino la coda erano ricoperte da imponenti spine. Mi fissava, come ogni suo fratello che abbia mai incontrato. Mi squadrò, e decise che valevo quel pollo, sibilò e si avvicinò lentamente.
Anche io feci la mia scelta.
Potevo rimanere a digiuno per quel giorno”
-tratto da “Le sconosciute terre interne” dell’esploratore Hyrdim
L’incontro con un fortrak non è raro per chi viaggia spesso. Raramente si avvicinano ai centri abitati ma sono comuni in qualsiasi luogo, perfino il deserto a sud. Generalmente si incontrano in piccolissimi gruppi comandati da una femmina, che si può riconoscere dalle dimensioni maggiori e dalle spine anche sugli arti.
Non sono troppo pericolosi a meno che non si rappresenti una minaccia per loro o non ci si intrometta nel loro pasto. Sono creature non troppo intelligenti ma è tutt’altro che raro vederli accovacciati ad osservare ed analizzare l’ambiente o i nemici.
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