Catalizzatore nero

I cristalli neri possono scambiare energia tra di loro, è un fatto largamente noto ed utilizzato in molti ambiti. È anche risaputo che, se l’energia rilasciata è troppa per il ricevente questo potrebbe incrinarsi o rompersi. Un catalizzatore sfrutta questo teorema base. Al centro del meccanismo è posto un enorme cristallo, al di sopra, separato da una lastra di acciaio, una fessura dove inserirne un secondo delle dimensioni molto ridotte (solitamente 1/5) tramite meccanismo la lastra è allentata, i cristalli si avvicinano, si attivano ma non interagiscono ancora. Dopo qualche minuto si può puntare l’arma e rimuovere completamente il meccanismo. L’energia passa repentinamente nel cristallo minuscolo che esplode e schizza via a molti metri di distanza.

Catalizzatore portatile

Un catalizzatore nero portatile utilizza come cristallo principale un innesto collegato al braccio, in modo da poter usufruire dell’energia vitale come fonte principale. Il catalizzatore diventa quindi una protesi che sostituisce il braccio vero e proprio ma che permette di lanciare fino a 4 dardi molto più velocemente.
Utilizzato principalmente dai generali dell’esercito Rimir.