Ohran
La città si presenta sprovvista di grandi difese; non ha mura, poche guardie e intorno è pieno di piantagioni di tabacco, uvastecca e riso. Queste fiorenti colture sono rese possibili dalla presenza di un grande corso d’acqua, che abbraccia la città per ¾ dei suoi confini; motivo per cui non ci sono mura a difenderla. Il lato scoperto invece è pattugliato da una guardia instancabile: i monti rocciosi.
All'entrata si trova subito una rimessa per cavalcature e carri, con l’insegna a forma di muso di cinghiale dalle zanne pronunciate, pitturato di giallo. Il nome dell’attività è il Fantino Barbuto. Sulla parte sinistra della facciata, c’è un ritratto che rappresenta un nano dalla folta peluria bionda, che solleva un trofeo. Indossa abiti strani, con protezioni sulle articolazioni; accanto a sé ha un grosso cinghiale dalle zanne pronunciate.
Dopo qualche metro attira l'attenzione un altro edificio, di forma piramidale, costruito interamente in vetro. Si vede chiaramente all'interno ed è pieno piante. C’è un breve tunnel per entrare, anche questo interamente in vetro e sulla sommità dell’entrata c’è una scritta in rilievo, composta da lettere metalliche: Il Giardino della Bodhi.
Procedendo ancora è possibile trovare una gendarmeria non troppo grande, con l’insegna che recita: Divisione Falcofreccia. Da qui entrano ed escono guardie cittadine, tutti nani e coboldi, spesso in coppie eterogenee. Dietro la struttura s'intravede un grosso recinto con qualche dracode e oltre le staccionate vi è una torre in pietra, da cui provengono stridii e mostruosi cinguettii.
Si giunge poi in un piazzale con al centro una fontana in pietra, composta da quattro creature meravigliose (non per tutti) raffiguranti lardose e barbute nane, "normali" fino alla vita, perché poi da lì partono lunghe e sinuose code che culminano in pinne biforcute. I volti delle statue hanno le labbra pronunciate, come a mandare un bacio e dalle loro bocche partono getti d’acqua che s’incrociano l'uno con l'altro e riempiono la fontana. Sul bordo del bacino, vi è una frase in nanico, che si ripete per tutto il perimetro: “Ohran, città dei grandi affari, delle grandi menti e delle grandi bellezze; Ohran, città della libertà di essere qualcuno, chiunque o nessuno.” Cit. Rumelia Pecs-Buda, la cantrice della mazza.
Attorno alla piazza si trovano poi molti esercizi commerciali:
In direzione nord-ovest, si arriva fino ad un’imponente arena, il Cinghiodromo.
All'entrata si trova subito una rimessa per cavalcature e carri, con l’insegna a forma di muso di cinghiale dalle zanne pronunciate, pitturato di giallo. Il nome dell’attività è il Fantino Barbuto. Sulla parte sinistra della facciata, c’è un ritratto che rappresenta un nano dalla folta peluria bionda, che solleva un trofeo. Indossa abiti strani, con protezioni sulle articolazioni; accanto a sé ha un grosso cinghiale dalle zanne pronunciate.
Dopo qualche metro attira l'attenzione un altro edificio, di forma piramidale, costruito interamente in vetro. Si vede chiaramente all'interno ed è pieno piante. C’è un breve tunnel per entrare, anche questo interamente in vetro e sulla sommità dell’entrata c’è una scritta in rilievo, composta da lettere metalliche: Il Giardino della Bodhi.
Procedendo ancora è possibile trovare una gendarmeria non troppo grande, con l’insegna che recita: Divisione Falcofreccia. Da qui entrano ed escono guardie cittadine, tutti nani e coboldi, spesso in coppie eterogenee. Dietro la struttura s'intravede un grosso recinto con qualche dracode e oltre le staccionate vi è una torre in pietra, da cui provengono stridii e mostruosi cinguettii.
Si giunge poi in un piazzale con al centro una fontana in pietra, composta da quattro creature meravigliose (non per tutti) raffiguranti lardose e barbute nane, "normali" fino alla vita, perché poi da lì partono lunghe e sinuose code che culminano in pinne biforcute. I volti delle statue hanno le labbra pronunciate, come a mandare un bacio e dalle loro bocche partono getti d’acqua che s’incrociano l'uno con l'altro e riempiono la fontana. Sul bordo del bacino, vi è una frase in nanico, che si ripete per tutto il perimetro: “Ohran, città dei grandi affari, delle grandi menti e delle grandi bellezze; Ohran, città della libertà di essere qualcuno, chiunque o nessuno.” Cit. Rumelia Pecs-Buda, la cantrice della mazza.
Attorno alla piazza si trovano poi molti esercizi commerciali:
- Le Magiche Reliquie di Zosimo (oggetti magici) – Zosimo è uno gnomo trans (Ivankov) e gestisce il negozio
- Artigiano dell’Ambiguità (falegname) – gestito da Lolir, un nano che parla per doppi sensi
- Pesta Ferro (fabbro) – gestito da Sini un nano dalle grosse mani e l'accento "esotico"
- Tutto a 1ma (bazar) – gestito da Kirin, una goliath depressa che non sa fare affari
- Bellici dal Bello (armaiolo) – gestito da Alain Delon, un umano bellissimo e vanitoso
- Banco di Gloisil (banca e pegni) – normale banca
- Leich e i 100 ubriaconi (locanda) – locanda sporca e lugubre, ma molto frequentata; è gestita Dodo Dapolitus Leich, un umano sulla trentina, con i capelli corti e neri, decisamente sporchi e oliati, tiene sempre una mano in tasca e se mai la tirasse fuori, rivelerebbe un'orrenda verità, l'unghia del suo mignolo è lunghissima; è scontroso e di poche parole, il suo piatto forte sono le uova sode e le patate fritte (molto oliate) più che altro da lui si beve tanto e bene, ha un po’ di tutto.
- Dal Guscio Ripieno (locanda) – locanda curata, ordinata e pulita, ma comunque abbastanza semplice e per nulla sfarzosa; è gestita da una tartaruga umanoide di nome Braulio, è molto lento in tutto ciò che dice e fa, ma serve un ottimo liquore alle erbe (Braulio) e cucina un piatto che piace molto: i gusci ripieni, panini a forma di guscio di tartaruga con dentro quello che vi pare.
- Il Manico di Rumelia (bordello) – la casa del piacere dove ancora oggi lavora Rumelia pecs-Buda.
In direzione nord-ovest, si arriva fino ad un’imponente arena, il Cinghiodromo.
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